Amministrative 2011: Comuni al voto, guardando al governo
PoliticaA maggio si rinnovano più di 1300 sindaci e 11 presidenti di Provincia. Torino, Milano, Bologna e Napoli le sfide principali. E i leader, Berlusconi su tutti, segnano in agenda il tuor elettorale, per un verdetto politico dal valore anche nazionale
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La guerra in Libia accende la battaglia diplomatica
Berlusconi a Torino: "Sono addolorato per Gheddafi"
Comunali: Bersani, "A Milano vinciamo tranquilli"
di Serenella Mattera
La macchina elettorale è in moto. Nonostante la guerra alle porte di casa. Fervono presentazioni di candidati, primi comizi, ultimi incontri per definire nomi e liste. Perché mancano meno di due mesi alle amministrative che decideranno cinque anni di governo in undici Province e più di 1.300 Comuni italiani. E anche se non sarà in gioco il governo del Paese, la consultazione acquisterà inevitabilmente portata politica nazionale.
Reggerà Berlusconi? Crescerà la Lega? Riuscirà la sinistra a mantenere le sue tradizionali roccaforti? Che effetto avrà la scelta dell'intervento in Libia? Dalla chiusura dello scrutinio ci si aspetta risposta a queste ed altre domande. E così i leader politici fanno spazio in agenda per i loro tour elettorali. Silvio Berlusconi dovrebbe andare a Reggio Calabria, Milano, Napoli e Benevento. Ma già lunedì ha lanciato il suo candidato a Torino, per tentare di espugnare uno dei più saldi bastioni della sinistra.
Il voto, dunque. Non senza polemiche, la data è stata fissata al 15 e 16 maggio, (ballottaggi il 29 e 30). L’opposizione grida però a gran voce alla “truffa”, dal momento che non è stato concesso l’election day, quell’accorpamento con i referendum (destinati a svolgersi a giugno) che avrebbe fatto risparmiare, secondo alcuni, 300 milioni di euro. Solo la Sardegna ha deciso di accorpare a maggio il voto sulle amministrative in 97 dei suoi Comuni, alla consultazione regionale in programma sul nucleare. Mentre i siciliani non andranno alle urne il 15, ma il 29 e 30 maggio per il primo turno (ballottaggio il 12 e 13 giugno) in 27 Comuni, tra cui Ragusa. Niente urne in Trentino Alto Adige e un solo Comune al voto in Valle d’Aosta, Ayas.
In totale, sono 1.310 (su 8.094) i nuovi sindaci da eleggere in queste amministrative 2011. Si vota tra l’altro in 26 capoluoghi di provincia e 11 città con più di centomila abitanti: Milano, Napoli, Torino, Bologna, Trieste, Ravenna, Cagliari, Rimini, Salerno, Latina e Novara. Ma si rinnovano le giunte anche in sette paesini con meno di cento abitanti. Nel 2011, ma in autunno, è previsto anche il rinnovo della presidenza del Molise. Mentre si scelgono il 15 maggio undici amministrazioni provinciali: Reggio Calabria, Trieste, Gorizia, Ravenna, Pavia, Mantova, Macerata, Campobasso, Vercelli, Lucca e Treviso.
Da questa tornata elettorale, entra in vigore la riduzione del 20% del numero di assessori e consiglieri, introdotta per ridurre i costi di Comuni e Province.
Le sfide simbolo di questa consultazione sono nelle quattro grandi città Napoli, Bologna, Milano e Torino. Quasi tutti individuati i candidati sindaco dell’una e dell’altra parte. Con l’eccezione di Bologna.
Sotto le due Torri, infatti, il centrodestra sembra farsi trovare impreparato dalla sfida elettorale. E non ha ancora deciso chi contrapporre al vincitore (con 28mila preferenze) delle primarie del Pd, Virginio Merola. A sorpresa, dall’impasse creatasi nel Pdl, potrebbe uscire vincitrice la Lega. E alla fine potrebbe essere il leghista Manes Bernardini, già consigliere regionale, il candidato sindaco del centrodestra nel rossa Bologna.
In lizza per la poltrona di sindaco, anche il candidato civico sostenuto dal terzo Polo e dall'ex sindaco Giorgio Guazzaloca, Stefano Aldrovandi. Ma anche Massimo Bugani, per il Movimento a 5 stelle di Beppe Grillo. E il candidato civico Angelo Maria Carcano, avvocato che ha clamore per aver presentato capolista Cinzia Cracchi, al centro dello scandalo (ribattezzato appunto “Cinzia-gate”) che ha portato alle dimissioni dell'ex sindaco Flavio Delbono (“è la mia piccola rivincita”, dice la donna).
Tanti candidati e una campagna elettorale al vetriolo anche a Napoli. Qui il Pdl candida, dopo non poche tribolazioni, l’ex numero uno degli industriali partenopei Gianni Lettieri, che per la sua giunta sfodera subito un asso: il calciatore Fabio Cannavaro. Il Pd, dopo il caos primarie e il passo indietro del vincitore Andrea Cozzolino, schiera il prefetto anticlan Mario Morcone. Con un referendum interno, hanno scelto di sostenere Morcone anche i vendoliani di Sel, che abbandonano così al suo destino l’eurodeputato Luigi De Magistris, candidato dall’Idv. L’ex pm dovrà vedersela anche con l’ex Guardasigilli (indagato da De Magistris nell’inchiesta Why Not) Clemente Mastella, che ha confermato di voler correre per la poltrona di sindaco con i suoi Popolari per il Sud. Non solo. Contende voti “movimentisti” al candidato Idv anche Roberto Fico, già candidato alle regionali con il Movimento a 5 stelle di Grillo. Il Terzo polo sostiene il rettore di Salerno, Raimondo Pasquino.
A Milano intanto si preannuncia una sfida a due tra Giuliano Pisapia, l’outsider che ha vinto le primarie del Pd, e Letizia Moratti, che punta alla riconferma. “Noi vinciamo tranquilli”, ostenta sicurezza Pier Luigi Bersani, che può contare su un sostegno a Pisapia di tutto il centrosinistra (Pd, Sel, Idv, Fds, socialisti, verdi, radicali). Da parte sua la Moratti, dopo un’iniziale titubanza, sarà appoggiata dalla Lega di Bossi e naturalmente da Berlusconi. Poco spazio sembra rimanere, dunque, per il candidato del Terzo polo, il presidente del Consiglio comunale ed ex forzitaliota Manfredi Palmieri. E anche per il nome schierato da La Destra di Francesco Storace: Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel ’79 dai Pac. Quanto a Grillo, il comico a Milano ci prova con lo studente ventenne di Scienze politiche Mattia Calise. Sulla campagna elettorale, l'ombra delle polemiche sulla casa del figlio di Letizia Moratti e della compagna di Giuliano Pisapia.
Infine, Torino. “In città c’è bisogno di una scopa nuova, che scopi meglio”, è l’immagine che lunedì sera Berlusconi ha usato per lanciare il suo candidato, Michele Coppola, 37enne assessore regionale alla Cultura. Al suo fianco il premier si è fatto vedere già due volte. Perché in gioco (“ce la possiamo fare”, assicura) c’è un risultato storico: espugnare una città governata dalla sinistra fin dal ’93. L’uomo da battere è l’ex segretario dei Ds Piero Fassino, incoronato dalle primarie del Pd, cui passa il testimone Sergio Chiamparino.
Anche a Torino il Terzo polo (sono accorsi per la presentazione Fini, Casini e Rutelli) sostiene un candidato civico: Alberto Musy, docente di diritto. Tra gli outsider, Vittorio Bertola per il Movimento a 5 stelle e Giacinto Marra, per il partito Azzurri italiani.
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di Serenella Mattera
La macchina elettorale è in moto. Nonostante la guerra alle porte di casa. Fervono presentazioni di candidati, primi comizi, ultimi incontri per definire nomi e liste. Perché mancano meno di due mesi alle amministrative che decideranno cinque anni di governo in undici Province e più di 1.300 Comuni italiani. E anche se non sarà in gioco il governo del Paese, la consultazione acquisterà inevitabilmente portata politica nazionale.
Reggerà Berlusconi? Crescerà la Lega? Riuscirà la sinistra a mantenere le sue tradizionali roccaforti? Che effetto avrà la scelta dell'intervento in Libia? Dalla chiusura dello scrutinio ci si aspetta risposta a queste ed altre domande. E così i leader politici fanno spazio in agenda per i loro tour elettorali. Silvio Berlusconi dovrebbe andare a Reggio Calabria, Milano, Napoli e Benevento. Ma già lunedì ha lanciato il suo candidato a Torino, per tentare di espugnare uno dei più saldi bastioni della sinistra.
Il voto, dunque. Non senza polemiche, la data è stata fissata al 15 e 16 maggio, (ballottaggi il 29 e 30). L’opposizione grida però a gran voce alla “truffa”, dal momento che non è stato concesso l’election day, quell’accorpamento con i referendum (destinati a svolgersi a giugno) che avrebbe fatto risparmiare, secondo alcuni, 300 milioni di euro. Solo la Sardegna ha deciso di accorpare a maggio il voto sulle amministrative in 97 dei suoi Comuni, alla consultazione regionale in programma sul nucleare. Mentre i siciliani non andranno alle urne il 15, ma il 29 e 30 maggio per il primo turno (ballottaggio il 12 e 13 giugno) in 27 Comuni, tra cui Ragusa. Niente urne in Trentino Alto Adige e un solo Comune al voto in Valle d’Aosta, Ayas.
In totale, sono 1.310 (su 8.094) i nuovi sindaci da eleggere in queste amministrative 2011. Si vota tra l’altro in 26 capoluoghi di provincia e 11 città con più di centomila abitanti: Milano, Napoli, Torino, Bologna, Trieste, Ravenna, Cagliari, Rimini, Salerno, Latina e Novara. Ma si rinnovano le giunte anche in sette paesini con meno di cento abitanti. Nel 2011, ma in autunno, è previsto anche il rinnovo della presidenza del Molise. Mentre si scelgono il 15 maggio undici amministrazioni provinciali: Reggio Calabria, Trieste, Gorizia, Ravenna, Pavia, Mantova, Macerata, Campobasso, Vercelli, Lucca e Treviso.
Da questa tornata elettorale, entra in vigore la riduzione del 20% del numero di assessori e consiglieri, introdotta per ridurre i costi di Comuni e Province.
Le sfide simbolo di questa consultazione sono nelle quattro grandi città Napoli, Bologna, Milano e Torino. Quasi tutti individuati i candidati sindaco dell’una e dell’altra parte. Con l’eccezione di Bologna.
Sotto le due Torri, infatti, il centrodestra sembra farsi trovare impreparato dalla sfida elettorale. E non ha ancora deciso chi contrapporre al vincitore (con 28mila preferenze) delle primarie del Pd, Virginio Merola. A sorpresa, dall’impasse creatasi nel Pdl, potrebbe uscire vincitrice la Lega. E alla fine potrebbe essere il leghista Manes Bernardini, già consigliere regionale, il candidato sindaco del centrodestra nel rossa Bologna.
In lizza per la poltrona di sindaco, anche il candidato civico sostenuto dal terzo Polo e dall'ex sindaco Giorgio Guazzaloca, Stefano Aldrovandi. Ma anche Massimo Bugani, per il Movimento a 5 stelle di Beppe Grillo. E il candidato civico Angelo Maria Carcano, avvocato che ha clamore per aver presentato capolista Cinzia Cracchi, al centro dello scandalo (ribattezzato appunto “Cinzia-gate”) che ha portato alle dimissioni dell'ex sindaco Flavio Delbono (“è la mia piccola rivincita”, dice la donna).
Tanti candidati e una campagna elettorale al vetriolo anche a Napoli. Qui il Pdl candida, dopo non poche tribolazioni, l’ex numero uno degli industriali partenopei Gianni Lettieri, che per la sua giunta sfodera subito un asso: il calciatore Fabio Cannavaro. Il Pd, dopo il caos primarie e il passo indietro del vincitore Andrea Cozzolino, schiera il prefetto anticlan Mario Morcone. Con un referendum interno, hanno scelto di sostenere Morcone anche i vendoliani di Sel, che abbandonano così al suo destino l’eurodeputato Luigi De Magistris, candidato dall’Idv. L’ex pm dovrà vedersela anche con l’ex Guardasigilli (indagato da De Magistris nell’inchiesta Why Not) Clemente Mastella, che ha confermato di voler correre per la poltrona di sindaco con i suoi Popolari per il Sud. Non solo. Contende voti “movimentisti” al candidato Idv anche Roberto Fico, già candidato alle regionali con il Movimento a 5 stelle di Grillo. Il Terzo polo sostiene il rettore di Salerno, Raimondo Pasquino.
A Milano intanto si preannuncia una sfida a due tra Giuliano Pisapia, l’outsider che ha vinto le primarie del Pd, e Letizia Moratti, che punta alla riconferma. “Noi vinciamo tranquilli”, ostenta sicurezza Pier Luigi Bersani, che può contare su un sostegno a Pisapia di tutto il centrosinistra (Pd, Sel, Idv, Fds, socialisti, verdi, radicali). Da parte sua la Moratti, dopo un’iniziale titubanza, sarà appoggiata dalla Lega di Bossi e naturalmente da Berlusconi. Poco spazio sembra rimanere, dunque, per il candidato del Terzo polo, il presidente del Consiglio comunale ed ex forzitaliota Manfredi Palmieri. E anche per il nome schierato da La Destra di Francesco Storace: Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel ’79 dai Pac. Quanto a Grillo, il comico a Milano ci prova con lo studente ventenne di Scienze politiche Mattia Calise. Sulla campagna elettorale, l'ombra delle polemiche sulla casa del figlio di Letizia Moratti e della compagna di Giuliano Pisapia.
Infine, Torino. “In città c’è bisogno di una scopa nuova, che scopi meglio”, è l’immagine che lunedì sera Berlusconi ha usato per lanciare il suo candidato, Michele Coppola, 37enne assessore regionale alla Cultura. Al suo fianco il premier si è fatto vedere già due volte. Perché in gioco (“ce la possiamo fare”, assicura) c’è un risultato storico: espugnare una città governata dalla sinistra fin dal ’93. L’uomo da battere è l’ex segretario dei Ds Piero Fassino, incoronato dalle primarie del Pd, cui passa il testimone Sergio Chiamparino.
Anche a Torino il Terzo polo (sono accorsi per la presentazione Fini, Casini e Rutelli) sostiene un candidato civico: Alberto Musy, docente di diritto. Tra gli outsider, Vittorio Bertola per il Movimento a 5 stelle e Giacinto Marra, per il partito Azzurri italiani.