Clio Napolitano: "Non si viva sognando di fare la velina"

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Clio Napolitano
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In un'intervista al Mattino, la moglie del presidente della Repubblica si dice convinta che festeggiare l'8 marzo abbia ancora senso. E sul caso Ruby commenta: più dalle ragazze si resta colpiti dalle famiglie che le incoraggiano. RASSEGNA STAMPA

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Il problema principale delle donne "resta quello del lavoro come realizzazione di sé". ne è convinta Clio Napolitano che, a chi festeggerà l'8 marzo, chiede di "non usare più termini come 'escort' o 'epocale"' e si dice certa che "la gran parte delle donne non viva sognando di fare la velina o peggio", mentre invita a "guardare alla sostanza delle cose più che all'apparenza".
A fianco di Giorgio Napolitano da cinquant'anni, la signora Clio in un'intervista al Mattino dice che festeggiare l'8 marzo ha senso "anche se sono cambiati modo di intenderlo e linguaggio" e anche se "nella maggior parte dei casi si parla di aspirazioni più individuali che collettive. Ma è anche vero - osserva - che la manifestazione di febbraio è stata un momento importante. Ognuno di noi dovrebbe fare un po' di autocritica perché la realtà ha superato ogni aspettativa. Evidentemente nella società le risorse ci sono ed emergono al momento giusto".

"Il problema principale - sottolinea quindi la moglie del presidente della Repubblica - resta quello del lavoro come realizzazione della propria identità. Le donne, che hanno acquisito maggiori capacità e cultura, nel mondo del lavoro sono sacrificate".
Dello spaccato di società che il caso Ruby offre, Clio Napolitano rileva che dalla vicenda si resta colpiti più che dalle ragazze "dalle loro famiglie, che le incoraggiano" e "stando sempre sulle prime pagine dei giornali, sembra un fenomeno indiscriminato. Ma credo, anzi sono certa, che non sia così. Non credo che per mamme, nonne e ragazze l'obiettivo della vita sia quello. La maggioranza delle donne e delle famiglie italiane non è così. Almeno spero".
"La scuola - sottolinea infine - ha un grandissimo ruolo di formazione. E la scuola pubblica italiana, malgrado le grandi difficoltà in cui vive, è fatta di persone preparate, impegnate ed entusiaste".

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