Cultura, Bondi pronto a lasciare: "Nessuno mi ha sostenuto"
PoliticaIl ministro annuncia le dimissioni in una lettera sul Giornale e si sfoga con il suo partito: “Non ho mai scaricato la responsabilità su altri, ma mi è mancato il sostegno proprio nel momento in cui mi sono trovato più in difficoltà”
Guarda anche:
Crolla la Domus dei gladiatori: LE FOTO
L'Italia cade a pezzi. La prossima vittima? Villa Adriana
Il ministro della Cultura, Sandro Bondi, rassegnerà "presto" le dimissioni dal governo. Decisione della quale ha gi informato il premier che "se ne occuperà non appena sarà possibile". Lo annuncia lo stesso Bondi in una lettera pubblicata dal Giornale, ma lo aveva prospettato meno di una settimana fa anche in una intervista rilasciata a Repubblica. "La decisione di dimettermi - scrive Bondi - è innanzitutto una piena e consapevole scelta di vita maturata in secondo luogo dalle difficoltà incontrate".
Nel ruolo di ministro, dice, "posso avere fatto degli errori, ma ho realizzato delle riforme importanti e ho imposto una linea alternativa, in senso compiutamente liberale e riformatore, alla politica culturale della sinistra". Uno "sforzo" però nel quale non è stato "sostenuto con la necessaria consapevolezza dalla stessa maggioranza di governo e da quei colleghi che avrebbero potuto imprimere insieme a me una svolta nel modo di concepire il rapporto tra Stato e cultura". Sostegno che peraltro è mancato "nel momento in cui più mi sono trovato in difficoltà”, dopo il crollo di Pompei, quando era "più colpito dalla sinistra", accusato tra l'altro "della mancanza di fondi", per la quale, aggiunge, "io non ho mai scaricato la responsabilità su altri".
"Le vicende del Milleproroghe hanno ulteriormente evidenziato la mia incapacità di mantenere gli impegni che avevo preso, e nel richiedere un minimo di coerenza nell'ambito dei provvedimenti riguardanti la cultura". "Il presidente Berlusconi - chiarisce Bondi - sa anche che non sono mai stato in cerca di incarichi né di mostrine, sia politiche che ministeriali" e che "voglio avere più tempo da dedicare alla mia famiglia", che "voglio svolgere bene l'incarico di senatore e che desidero più di ogni altra cosa continuare a lavorare al suo fianco per cambiare questo Paese”.
Crolla la Domus dei gladiatori: LE FOTO
L'Italia cade a pezzi. La prossima vittima? Villa Adriana
Il ministro della Cultura, Sandro Bondi, rassegnerà "presto" le dimissioni dal governo. Decisione della quale ha gi informato il premier che "se ne occuperà non appena sarà possibile". Lo annuncia lo stesso Bondi in una lettera pubblicata dal Giornale, ma lo aveva prospettato meno di una settimana fa anche in una intervista rilasciata a Repubblica. "La decisione di dimettermi - scrive Bondi - è innanzitutto una piena e consapevole scelta di vita maturata in secondo luogo dalle difficoltà incontrate".
Nel ruolo di ministro, dice, "posso avere fatto degli errori, ma ho realizzato delle riforme importanti e ho imposto una linea alternativa, in senso compiutamente liberale e riformatore, alla politica culturale della sinistra". Uno "sforzo" però nel quale non è stato "sostenuto con la necessaria consapevolezza dalla stessa maggioranza di governo e da quei colleghi che avrebbero potuto imprimere insieme a me una svolta nel modo di concepire il rapporto tra Stato e cultura". Sostegno che peraltro è mancato "nel momento in cui più mi sono trovato in difficoltà”, dopo il crollo di Pompei, quando era "più colpito dalla sinistra", accusato tra l'altro "della mancanza di fondi", per la quale, aggiunge, "io non ho mai scaricato la responsabilità su altri".
"Le vicende del Milleproroghe hanno ulteriormente evidenziato la mia incapacità di mantenere gli impegni che avevo preso, e nel richiedere un minimo di coerenza nell'ambito dei provvedimenti riguardanti la cultura". "Il presidente Berlusconi - chiarisce Bondi - sa anche che non sono mai stato in cerca di incarichi né di mostrine, sia politiche che ministeriali" e che "voglio avere più tempo da dedicare alla mia famiglia", che "voglio svolgere bene l'incarico di senatore e che desidero più di ogni altra cosa continuare a lavorare al suo fianco per cambiare questo Paese”.