Napolitano: "No ad allarmismi sull'immigrazione", e aggiunge: "La Ue faccia la sua parte". Maroni: "I centri di accoglienza sono pieni. Ci prepariamo a una possibile emergenza". La Russa: "Sì all'uso della base di Sigonella per scopi umanitari"
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Cinquantamila posti letto da recuperare al più presto. Per ospitare un eventuale esodo massiccio di migranti provenienti dalla Libia nel giro del prossimo mese. E' lo scenario peggiore cui stanno lavorando gli esperti del Viminale. Intanto, il capo dello Stato Giorgio Napolitano, invita a "non cedere ad allarmismi e vittimismi" e rinnova l'appello all'Europa: "il problema non è solo dell'Italia".
Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, conferma l'allarme. "Quando Frontex (l'Agenzia europea delle frontiere) - spiega - dice che dalla Libia c'è il rischio che vada via un milione e mezzo di persone, io sono preoccupato. Nascondere le preoccupazioni, e lo dico con riferimento alle dichiarazioni di alcuni colleghi ministri ieri a Bruxelles, è un errore grave. Io mi preparo all'emergenza. Non è allarmismo ma sano e concreto pragmatismo". E così le prefetture di tutta Italia stanno facendo un censimento di tutte le strutture disponibili provincia per provincia (edifici pubblici, alberghi, ex caserme, ecc.), mentre il commissario straordinario per l'emergenza immigrazione, il prefetto di Palermo, Giuseppe Caruso, sta individuando aree dove installare dei campi attrezzati, con acqua, luce e gas.
E' un problema di numeri, che rischia di farsi sempre più impellente. Le strutture del Viminale (Centri di accoglienza, Centri per richiedenti asilo, Centri di identificazione ed espulsione), che hanno una capienza complessiva di circa 8mila posti, sono ormai al tutto esaurito, dopo i circa 6.300 migranti (6.200 tunisini) arrivati in questo inizio d'anno. Negli ultimi giorni ci sono stati disordini e fughe nel Cie di Gradisca d'Isonzo (Gorizia), in quello di Trapani e nel Cda di Pozzallo (Ragusa). Un po' di respiro potrebbe esserci nei prossimi giorni, con l'ok al Villaggio della solidarietà da allestire nel residence degli Aranci di Mineo (Catania), che ospitava i militari americani di Sigonella.
Lunedì prossimo Maroni sarà a Catania per illustrare ai sindaci della zona il progetto, che è quello di destinare il Villaggio all'ospitalità dei circa 2.200 richiedenti asilo ora alloggiati negli appositi Centri (i Cara), che - a loro volta - accoglieranno i clandestini arrivati.
Ma potrebbe non bastare.
Sulle coste libiche i controlli sono ormai nulli ed al Viminale temono che in pochi giorni possano ricostituirsi i gruppi criminali che gestiscono il traffico di esseri umani con scafisti e barconi pronti a partire. Per questo Maroni ha invitato i prefetti a fare un inventario delle strutture disponibili per l'ospitalità degli stranieri: ex caserme, edifici pubblici inutilizzati, alberghi ed altro. Nello stesso tempo il commissario straordinario Caruso sta cercando aree per campi attrezzati dove allestire container, prefabbricati o tende come avviene per le emergenze di protezione civile. Al prefetto sono stati concessi poteri speciali che gli consentono di agire in deroga alle disposizioni vigenti in materia ambientale e paesaggistico, nonché di requisire ed espropriare le aree da destinare agli immigrati. Un contributo importante può arrivare dalla Difesa.
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha consegnato a Maroni un elenco delle aree militari che possono essere messe a disposizioni: si tratterebbe di tre siti a Trapani, Sigonella e Lamezia Terme.
Da parte sua il presidente Napolitano torna a bussare alle porte dell'Europa. "Credo - osserva - che sulla volontà di portare avanti una politica euromediterranea anche in tema di immigrazione ed asilo, che ha scarseggiato, quanto sta accadendo rappresenta una scossa talmente forte e brusca da permettere di superare le situazioni, attendismi, elusività ed ambiguità del passato". L'importante, puntualizza il capo dello Stato, "è che dall'Ue arrivi un forte messaggio politico di disponibilità ed impegno a cooperare per lo sviluppo dell'area del Mediterraneo, ed anche un forte, rinnovato impegno per una politica comune in tema di immigrazione ed asilo".
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Lunedì prossimo Maroni sarà a Catania per illustrare ai sindaci della zona il progetto, che è quello di destinare il Villaggio all'ospitalità dei circa 2.200 richiedenti asilo ora alloggiati negli appositi Centri (i Cara), che - a loro volta - accoglieranno i clandestini arrivati.
Ma potrebbe non bastare.
Sulle coste libiche i controlli sono ormai nulli ed al Viminale temono che in pochi giorni possano ricostituirsi i gruppi criminali che gestiscono il traffico di esseri umani con scafisti e barconi pronti a partire. Per questo Maroni ha invitato i prefetti a fare un inventario delle strutture disponibili per l'ospitalità degli stranieri: ex caserme, edifici pubblici inutilizzati, alberghi ed altro. Nello stesso tempo il commissario straordinario Caruso sta cercando aree per campi attrezzati dove allestire container, prefabbricati o tende come avviene per le emergenze di protezione civile. Al prefetto sono stati concessi poteri speciali che gli consentono di agire in deroga alle disposizioni vigenti in materia ambientale e paesaggistico, nonché di requisire ed espropriare le aree da destinare agli immigrati. Un contributo importante può arrivare dalla Difesa.
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha consegnato a Maroni un elenco delle aree militari che possono essere messe a disposizioni: si tratterebbe di tre siti a Trapani, Sigonella e Lamezia Terme.
Da parte sua il presidente Napolitano torna a bussare alle porte dell'Europa. "Credo - osserva - che sulla volontà di portare avanti una politica euromediterranea anche in tema di immigrazione ed asilo, che ha scarseggiato, quanto sta accadendo rappresenta una scossa talmente forte e brusca da permettere di superare le situazioni, attendismi, elusività ed ambiguità del passato". L'importante, puntualizza il capo dello Stato, "è che dall'Ue arrivi un forte messaggio politico di disponibilità ed impegno a cooperare per lo sviluppo dell'area del Mediterraneo, ed anche un forte, rinnovato impegno per una politica comune in tema di immigrazione ed asilo".
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