Lo riferisce un'agenzia libica mentre Palazzo Chigi non comunica i dettagli del colloquio. Intanto la politica italiana si divide sulla questione migranti. Bossi: "Se arrivano li mandiamo in Germania". E il governo costituisce un "comitato permanente"
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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel pomeriggio di martedì 22 ha avuto una conversazione telefonica con il leader libico Muammar Gheddafi a proposito della situazione in Libia. Lo riferisce una breve nota di palazzo Chigi, che non fornisce i dettagli della telefonata, mentre l'agenzia di stampa ufficiale libica Jana scrive che Gheddafi ha rassicurato Berlusconi sulla situazione nel paese. "Il fratello leader ha rassicurato durante una conversazione telefonica l'amico Berlusconi che in Libia va tutto bene, la sua gente sta tenendo duro per la sicurezza, la stabilità e l'unità nazionale del paese", scrive Jana.
Ma mentre le notizie che arrivano da Tripoli parlano di almeno mille morti e mentre si riapre l'emergenza sbarchi sulle coste italiane la politica italiana si divide. Umberto Bossi si augura che i cittadini libici non scelgano l'Italia: "Se arrivano li mandiamo in Germania o in Francia", spiega il ministro delle Riforme.
Punta il dito contro il governo invece Pier Luigi Bersani: "Il dato di fatto innegabile è che questo passaggio drammatico sorprende l'Italia in un periodo di massima debolezza da 50 anni a questa parte". La colpa, dice il segretario del Pd, è della "politica del 'ghe pensi mi' che ha portato in politica estera a relazioni personali che ci hanno ridotto alla subordinazione".
Ma la questione immigrazione diventa anche un punto di scontro tra Nord e Sud. Al presidente della regione Sicilia Raffaele Lombardo che aveva invitato Lombardia e Veneto ad accogliere i rifugiati dalla Libia, Tunisia ed Egitto replica Roberto Formigoni: "Che tristezza, siamo in presenza di una vera tragedia dalle dimensioni storiche alla quale non vorrei si rispondesse con le nostre piccolezze. La tragedia di queste popolazione che rivendicano la libertà trovando le mitragliate - aggiunge il numero uno del Pirellone - porterà gravi problemi per l'Italia e l'Europa e per questo ritengo debbano essere i singoli governi nazionali e la Comunità europea dare a risposte a questo proposito".
Nella serata di martedì 22 dopo un incontro a Palazzo Chigi il Governo ha costituito un comitato permanente sulla crisi libica. A renderlo noto è stato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. "Il Governo - dice La Russa - è impegnato nel far rientrare gli italiani. C'è qualche problema in Cirenaica". Il comitato permanente servirà controllare i flussi degli immigrati, anche se è difficile fare una stima sui possibili arrivi.
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Ma mentre le notizie che arrivano da Tripoli parlano di almeno mille morti e mentre si riapre l'emergenza sbarchi sulle coste italiane la politica italiana si divide. Umberto Bossi si augura che i cittadini libici non scelgano l'Italia: "Se arrivano li mandiamo in Germania o in Francia", spiega il ministro delle Riforme.
Punta il dito contro il governo invece Pier Luigi Bersani: "Il dato di fatto innegabile è che questo passaggio drammatico sorprende l'Italia in un periodo di massima debolezza da 50 anni a questa parte". La colpa, dice il segretario del Pd, è della "politica del 'ghe pensi mi' che ha portato in politica estera a relazioni personali che ci hanno ridotto alla subordinazione".
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