"Per la sua eterogeneità, il decreto si pone in contrasto con quanto prevede in tal senso la Costituzione". Questa ilmonito del presidente della Repubblica. Berlusconi: condivido le osservazioni del capo di Stato. Pdl: governo verso maxiemendamento
Il capo dello Stato ha inviato una lettera ai presidenti delle Camere ed al capo del governo rilevando "ampiezza ed eterogeneità" delle modifiche introdotte nel Milleproroghe con rilievi di incostituzionalità. Questo quanto si legge in una nota del Quirinale.
Dl In contrasto con la Costituzione - "Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una lettera ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio, nella quale ha richiamato l'attenzione sull'ampiezza e sulla eterogeneità delle modifiche fin qui apportate nel corso del procedimento di conversione al testo originario del decreto-legge cosiddetto Milleproroghe". Il comunicato aggiunge che "il capo dello Stato, nel ricordare i rilievi ripetutamente espressi fin dall'inizio del settennato, ha messo in evidenza che la prassi irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non strettamente attinenti al loro oggetto si pone in contrasto con puntuali norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti parlamentari, eludendo il vaglio preventivo spettante al capo dello Stato in sede di emanazione dei decreti-legge".
Napolitano: non rinuncerò alla facoltà del rinvio - "Mi riservo, qualora non sia possibile
procedere alla modifica del testo del disegno di legge approvato dal Senato, di suggerire l'opportunità di adottare successivamente possibili norme interpretative e correttive, qualora io ritenga, in ultima istanza, di procedere alla promulgazione della legge - si legge nel testo della lettera che Giorgio Napolitano ha inviato ai presidenti di Senato e Camera - Devo infine avvertire che, a fronte di casi analoghi, non potrò d'ora in avanti rinunciare ad
avvalermi della facoltà di rinvio, anche alla luce dei rimedi che l'ordinamento prevede nell'eventualità della decadenza di un decreto legge".
Berlusconi d'accordo col capo di Stato - Immediata la replica del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che conviene con le osservazioni mosse dal presidente delle Repubblica ai vizi di incostituzionalità del decreto Milleproroghe per l'ampiezza e l'eterogeneità delle modifiche introdotte in Senato.
Il premier, infatti, è stato ricevuto al Colle nel pomeriggio di martedì 22 febbraio. "Nella conversazione sono stati toccati altri temi di attualità di politica internazionale alla vigilia della visita del presidente della Repubblica in Germania. Si è inoltre ribadita l'esigenza della massima attenzione ai principali problemi di politica economica", aggiunge la nota del Quirinale.
L'opposizione: fermare l'esame alla Camera - Dopo il via libera del Senato la scorsa settimana, il decreto era destinato, secondo le intenzioni del governo, a un rapido via libera in seconda lettura alla Camera, prima della decadenza il 27 febbraio prossimo.
Dopo la nota del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "bisogna sospenderne l'esame in Aula". Questa la richiesta fatta a Montecitorio da Antonio Borghesi dell'Idv e condivisa anche dagli altri gruppi di opposizione.
Intanto, l'esame del dl alla Camera è rinviato a mercoledì 23 febbraio.
Pdl: governo verso maxiemendamento - E' molto probabile che il governo presenti al più presto un maxiemendamento che riproponga il testo originario del decreto Milleproroghe. E' questa una delle soluzioni, che prospettano fonti autorevoli della maggioranza, per uscire dall'impasse che si sarebbe creata dopo la lettera del Capo dello Stato nella quale si sostiene che il provvedimento sarebbe stato trasformato al Senato in una sorta di nuova finanziaria. E sul nuovo maxiemendamento è probabile che si chieda il voto di fiducia.
Dl In contrasto con la Costituzione - "Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una lettera ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio, nella quale ha richiamato l'attenzione sull'ampiezza e sulla eterogeneità delle modifiche fin qui apportate nel corso del procedimento di conversione al testo originario del decreto-legge cosiddetto Milleproroghe". Il comunicato aggiunge che "il capo dello Stato, nel ricordare i rilievi ripetutamente espressi fin dall'inizio del settennato, ha messo in evidenza che la prassi irrituale con cui si introducono nei decreti-legge disposizioni non strettamente attinenti al loro oggetto si pone in contrasto con puntuali norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti parlamentari, eludendo il vaglio preventivo spettante al capo dello Stato in sede di emanazione dei decreti-legge".
Napolitano: non rinuncerò alla facoltà del rinvio - "Mi riservo, qualora non sia possibile
procedere alla modifica del testo del disegno di legge approvato dal Senato, di suggerire l'opportunità di adottare successivamente possibili norme interpretative e correttive, qualora io ritenga, in ultima istanza, di procedere alla promulgazione della legge - si legge nel testo della lettera che Giorgio Napolitano ha inviato ai presidenti di Senato e Camera - Devo infine avvertire che, a fronte di casi analoghi, non potrò d'ora in avanti rinunciare ad
avvalermi della facoltà di rinvio, anche alla luce dei rimedi che l'ordinamento prevede nell'eventualità della decadenza di un decreto legge".
Berlusconi d'accordo col capo di Stato - Immediata la replica del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che conviene con le osservazioni mosse dal presidente delle Repubblica ai vizi di incostituzionalità del decreto Milleproroghe per l'ampiezza e l'eterogeneità delle modifiche introdotte in Senato.
Il premier, infatti, è stato ricevuto al Colle nel pomeriggio di martedì 22 febbraio. "Nella conversazione sono stati toccati altri temi di attualità di politica internazionale alla vigilia della visita del presidente della Repubblica in Germania. Si è inoltre ribadita l'esigenza della massima attenzione ai principali problemi di politica economica", aggiunge la nota del Quirinale.
L'opposizione: fermare l'esame alla Camera - Dopo il via libera del Senato la scorsa settimana, il decreto era destinato, secondo le intenzioni del governo, a un rapido via libera in seconda lettura alla Camera, prima della decadenza il 27 febbraio prossimo.
Dopo la nota del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano "bisogna sospenderne l'esame in Aula". Questa la richiesta fatta a Montecitorio da Antonio Borghesi dell'Idv e condivisa anche dagli altri gruppi di opposizione.
Intanto, l'esame del dl alla Camera è rinviato a mercoledì 23 febbraio.
Pdl: governo verso maxiemendamento - E' molto probabile che il governo presenti al più presto un maxiemendamento che riproponga il testo originario del decreto Milleproroghe. E' questa una delle soluzioni, che prospettano fonti autorevoli della maggioranza, per uscire dall'impasse che si sarebbe creata dopo la lettera del Capo dello Stato nella quale si sostiene che il provvedimento sarebbe stato trasformato al Senato in una sorta di nuova finanziaria. E sul nuovo maxiemendamento è probabile che si chieda il voto di fiducia.