Il presidente della Repubblica interviene con una lettera nel dibattito sul 17 marzo. "La decisione del governo è apprezzabile". E auspica celebrazioni in cui possano trovare spazio tutte le sensibilità
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Dopo la decisione definitiva del governo, che ha decretato il 17 marzo come giorno di festa, con una lettera al quotidiano La Repubblica, il presidente Giorgio Napolitano esprime la propria soddisfazione e invita le forze politiche a guardare avanti e concentrarsi sulle manifestazioni. "Valorizziamo quel che ci unisce come nazione e ci impegna come Stato unitario di fronte ai problemi e alle sfide che ci attendono" affera il Capo dello Stato. "Il Consiglio dei Ministri - scrive - ha adottato la decisione che ad esso competeva per quel che riguarda le modalità della festa del 17 marzo 2011. Ho ritenuto di dover restare, nel mio ruolo, estraneo a ogni disputa in proposito. Ma ritengo che lo spirito della decisione presa sia apprezzabile".
Secondo il Presidente della Repubblica, "quello che conta è che ci sia piena e attiva consapevolezza , a tutti i livelli istituzionali, del significato delle celebrazioni di questo storico anniversario: e cioè, della necessità di farne occasione di riflessione seria e non acritica, e insieme decisa valorizzazione di tutto quel che ci unisce. Nelle celebrazioni così concepite - conclude Napolitano - confido che potranno riconoscersi tutte le forze politiche, sociali e culturali, potranno aver spazio tutte le sensibilità".
La risposta della Lega - "Fosse per me, abolirei anche il primo maggio. Si celebra lavorando, altro che scampagnate" afferma in una intervista a La Stampa il Ministro Roberto Calderoli. "I patti erano chiari - spiega -. Quando fu approvata la legge dei 150 anni, avevamo avvertito: diamo via libera, ma a condizione che la festa non abbia effetti civili. Quel giorno non si doveva stare a casa dal lavoro. Dove sta scritto che per celebrare una ricorrenza bisogna fare vacanza?" Secondo Calderoli, " Siamo stati un anno senza che alle nostre aziende arrivasse un ordinativo, dai fax non spuntava nulla, giustamente c'era allarme, c'era preoccupazione. E adesso che finalmente gli ordini arrivano, che ci sarebbe tanto da lavorare, ecco qua, festa aggiuntiva di giovedì, nel bel mezzo della settimana. Fosse stato di sabato o di lunedì, ancora ancora. Così invece qualcuno farà un ponte di 4 giorni".
Il Ministro ricorda che "qualche settimana fa avevamo bocciato la circolare sulla chiusura delle scuole, degli uffici pubblici. Era pronta una circolare di segno opposto, tutti al lavoro il 17 marzo. Fuori dal Consiglio dei Ministri non si è saputo perché siamo dei signori. Comunque - conclude - alla Lega questa festa porterà una montagna di voti. Perfino le più alte cariche dello Stato, quando parlano dell'Unità, subito dopo devono segnalare le differenze tra Nord e Sud. Questa è la prova del fallimento. Dimostra che dopo un secolo e mezzo l'Italia è divisa nemmeno in due ma in tre tronconi".
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