Berlusconi accelera su immunità e intercettazioni

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Il Cdm ha approvato all'unanimità la relazione del ministro Alfano sulla riforma della Giustizia. Palamara: "Non ci faremo intimidire". Il premier incontra Bagnasco: "Con la Chiesa benissimo come sempre"

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Da Berlusconi un avanti tutta su intercettazioni, riforma del Csm e separazione delle carriere. Questo quanto emerge dal Cdm che ha approvato all'unanimità la relazione del ministro della Giustizia Angelino Alfano sul ddl che contiene la riforma costituzionale della giustizia. Ma per il premier è stata anche una giornata politica importante per ricucire i rapporti con la Chiesa.

Immunità e intercettazioni - Raccontano che Silvio Berlusconi abbia fortemente voluto 'cogliere' l'attimo, che abbia insistito prendendo di sorpresa persino lo stesso Guardasigilli perché fossero messe insieme in fretta le bozze sulla Giustizia che nei mesi scorsi Fli aveva bloccato per ripresentarla in Consiglio dei ministri e avviare quella che il Pdl definisce in modo solenne "storica" riforma della giustizia, mentre le opposizioni derubricano a "messinscena imbarazzante", "burla" e "somma dei desideri del premier".
Intanto, il premier pensa ad allargare i numeri della maggioranza in Parlamento e, subito dopo, riprendere in mano il ddl sulle intercettazioni fermo alla Camera dei deputati, tornando al testo originario, quello precedente agli altolà di finiani e centristi. Di fatto il governo accelera sulle tante volte annunciata riforma della giustizia, proprio mentre Fli si sfalda e appena quattro giorni dopo la decisione del gip milanese di processarlo con rito immediato per il Rubygate.

La riforma della Giustizia  - "Questa è una riforma basata su principi di civiltà. Dobbiamo fare in fretta, non è più rinviabile", arringa i ministri il premier prima che Angelino Alfano svolga la sua relazione (approvata all'unanimità) sulla riforma costituzionale che un Cdm straordinario varerà non prima di due settimane.
La riforma prevede un ddl costituzionale per separare le carriere di giudici e pm, per dividere in due il Csm e per dare più poteri al ministro della Giustizia. Non è escluso che - secondo quanto si è appreso - il governo intenda procedere anche con un ddl sulla responsabilità civile dei magistrati.
La bozza di riforma contenuta in tre fogli di schede riassuntive che il Guardasigilli Angelino Alfano aveva sottoposto all'attenzione del Quirinale lo scorso novembre aveva ricevuto un altolà dai finiani che, per bocca della presidente della Commissione Giustizia Giulia Bongiorno, contestavano la prevista maggioranza laica del Csm, l'attribuzione di maggiori poteri al ministro della Giustizia, l'ipotesi di una polizia giudiziaria più autonoma dal pubblico ministero.

Separare le carriere di giudici e pm, dividere in due il Csm - La trattativa si era interrotta in contemporanea con lo strappo politico tra Pdl e Fli. Ora, il governo potrebbe decidere di andare avanti lo stesso. In tal caso, con un ddl costituzionale sarà previsto che i giudici saranno indipendenti da ogni potere e soggetti solo alla legge, mentre i pm potrebbero diventare un "ufficio" organizzato secondo le norme sull'ordinamento e con la facoltà di esercitare l'azione penale secondo priorità stabilite dalla legge.
E ancora: l'uso della polizia giudiziaria non avverrà più indiscriminatamente ma "secondo modalità stabilite dalla legge"; verranno creati due Csm, uno dei giudici e l'altro dei pm mentre un organismo ad hoc (una sorta di alta corte di disciplina) vaglierà i procedimenti disciplinari di tutte le 'toghe'. Nelle originarie bozze, inoltre, era prevista l'inappellabilità delle sentenze di assoluzione in primo grado e l'attribuzione al ministro della Giustizia di maggiori poteri, incluso quello di partecipare alle riunioni dei Csm senza diritto di voto.

Palamara: "Non ci faremo intimidire" -
"E' un copione già visto: ogni volta che emergono vicende giudiziarie che coinvolgono il premier, prima arrivano insulti, poi seguono iniziative legislative punitive per i magistrati. Noi non ci faremo intimidire e continueremo ad  applicare la legge con serenità, imparzialità e in maniera eguale per tutti e a spiegare quali sono le riforme di cui la giustizia ha  bisogno davvero".
Così il presidente dell'Anm, Luca Palamara, interpellato sulla relazione presentata in Consiglio dei  ministri dal Guardasigilli Angelino Alfano. "Ciò che più preoccupa in questa fase - prosegue Palamara - sono le posizioni di ministri in carica, Istruzione, addirittura Esteri e  persino Giustizia, che partecipano senza alcuna remora, che pure sarebbe doverosa per la carica istituzionale ricoperta, alla sistematica aggressione nei confronti dei magistrati".

Il premier: "Con la Chiesa benissimo come sempre" - Oltre all'accelerazione sulla riforma della giustizia e sulle intercettazione, per il premier venerdì 18 febbraio è stata anche una giornata importante per 'ricucire' i rapporti con le gerarchie ecclesiastiche. Non era infatti sfuggito al Cavaliere il dato, nelle ultime settimane, delle intenzioni di voto dei moderati e dei cattolici, che evidenziava una certa 'disaffezione' per l'attuale maggioranza. Il premier con i suoi, dopo il ricevimento, ha minimizzato le incomprensioni sorte con le sfere ecclesiastiche dopo il 'caso Ruby'. I rapporti - è il ragionamento del Cavaliere - sono sempre ispirati alla massima cordialità e al reciproco rispetto, il clima non è cambiato. Lasciando Villa Borromeo il premier si è limitato ad assicurare che "è andata benissimo come sempre". Ma alcuni dei partecipanti alla cerimonia, descrivono un presidente del Consiglio un po' defilato. Il premier ha avuto un colloquio con il Cardinal Bagnasco in occasione dell'anniversario dei Patti Lateranensi, ma nessun faccia a faccia con Tarciso Bertone. Del resto, viene fatto osservare da fonti parlamentari del Pdl, si trattava di un incontro dal cerimoniale rigidissimo.

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