In un'intervista alla Stampa, il sindaco di Firenze attacca il segretario Pd: "Abbiamo inseguito Fini, malgrado alcuni di noi dicessero che fosse una follia. Ora che ci ha detto no, continuiamo a corteggiarlo inseguendo pure Bossi". RASSEGNA STAMPA
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Non sembra esserci pace nel Pd. Dopo le controversie sulle primarie di Napoli (poi annullate) e i presunti contrasti tra veltroniani e bersaniani, l'ultima stoccata arriva dal sindaco di Firenze Matteo Renzi.
In Italia - dice il primo cittadino intervistato dalla Stampa - si vive da mesi "un'atmosfera da Champions League" ma non tengono i paragoni con l'Egitto, "non c'è un clima da guerra civile", piuttosto "da pace incivile".
Subito dopo arriva alla linea del segretario Bersani, che cerca di avvicinare prima Fini e poi la Lega.
"E' compito della sinistra essere credibile - aggiunge Renzi - perché non potrà essere una manifestazione o un processo a risolvere il problema: non si può continuare a pensare che tutti quelli che votano Berlusconi siano deficienti o criminali, se non si conquista almeno una parte di loro si perde ancora".
Il sindaco auspica il ricorso alle elezioni "non per quello che Berlusconi fa di notte ma per quello che non fa di giorno", ovvero: "Il centrosinistra deve essere capace di giudicarlo per i risultati di governo non raggiunti e avanzare una proposta concreta".
Renzi, poi, critica le ultime mosse del segretario del Pd, Bersani: "Rinuncio a capire la logica del suo percorso, per mesi abbiamo inseguito Fini, malgrado alcuni di noi dicessero che fosse una follia - prosegue il sindaco - . Ora che ci ha detto 'no', continuiamo a corteggiarlo inseguendo pure Bossi", riferendosi alla recente apertura del segretario sul federalismo nei confronti della Lega.
"Sembra quasi il compagno di classe sfigato che cerca sempre di abbordare quella tipa - sottolinea Renzi - pur sapendo che gli dice di no". Renzi si dice favorevole, se necessario ad un accordo con la Lega sul federalismo ma "contrario - aggiunge - a stringere un patto per fare con loro un governo se dovesse cadere Berlusconi".
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Subito dopo arriva alla linea del segretario Bersani, che cerca di avvicinare prima Fini e poi la Lega.
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Renzi, poi, critica le ultime mosse del segretario del Pd, Bersani: "Rinuncio a capire la logica del suo percorso, per mesi abbiamo inseguito Fini, malgrado alcuni di noi dicessero che fosse una follia - prosegue il sindaco - . Ora che ci ha detto 'no', continuiamo a corteggiarlo inseguendo pure Bossi", riferendosi alla recente apertura del segretario sul federalismo nei confronti della Lega.
"Sembra quasi il compagno di classe sfigato che cerca sempre di abbordare quella tipa - sottolinea Renzi - pur sapendo che gli dice di no". Renzi si dice favorevole, se necessario ad un accordo con la Lega sul federalismo ma "contrario - aggiunge - a stringere un patto per fare con loro un governo se dovesse cadere Berlusconi".