Fuga da Fli, Fini: "E' il potere finanziario del premier"

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Il presidente della Camera commenta così il passaggio di alcuni finiani all'attuale maggioranza. E aggiunge: "Le nostre divisioni creano sconcerto". Berlusconi: "Ha ciò che merita". Bossi: "Giornata buona"

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Prima Giuseppe Menardi, poi Franco Pontone.  I recenti abbandoni dei due senatori di Futuro e libertà hanno messo a rischio il gruppo a Palazzo Madama. I senatori all'appello, allo stato attuale sono infatti 8; il numero minimo per creare un gruppo è 10.
E un'altra defezione potrebbe arrivare dal parlamentare Maurizio Saia che, in un colloquio con il sito Affariitaliani.it, alla domanda su una sua possibile fuoriuscita dice: "Sto valutando la situazione". E anche Mario Baldassarri confessa di essere in un momento di riflessione.

Poi la notizia anche di un altro abbandono per Futuro e libertà: quello del deputato Roberto Rosso che, informa una nota dell'ufficio stampa del Pdl, a palazzo Grazioli, ha incontrato il presidente Silvio Berlusconi alla presenza del Coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini, del coordinatore regionale del Piemonte Enzo Ghigo e del vice coordinatore vicario, Agostino Ghiglia.

"Nel corso dell'incontro - si legge nella nota - si è convintamente preso atto della decisione di tornare nelle fila del Pdl da parte dell'onorevole Rosso, che entrerà nella direzione regionale del partito, già convocata per domani alle 14, e che ricoprirà nuovi ruoli di responsabilità nell'ambito dell'attività politica nella provincia di Vercelli".

La situazione preoccupa non poco i vertici del neonato partito, a pochi giorni dalla assemblea costituente, svoltasi a Milano. A cominciare da Gianfranco Fini: "Le polemiche e le divisioni esplose dopo l'Assemblea Costituente di Milano - scrive il presidente della Camera in un articolo pubblicato sul Secolo d'Italia - hanno creato sconcerto in quella parte di pubblica opinione che ci aveva seguito con attenzione e ovviamente fanno gioire i sostenitori del presidente Berlusconi, che già immaginano di allargare la fragile maggioranza di cui godono alla Camera".

Un'ipotesi che per Fini è "verosimile, vista l’aria che tira nel Palazzo e le tante armi seduttive di cui gode chi governa e dispone di un potere mediatico e finanziario che è prudente non avversare direttamente".
Nell'articolo, il leader di Fli resta comunque ottimista: "La difficoltà di Fli e la ritrovata baldanza dei gerarchi del Pdl - sostiene - sono fenomeni tutti interni al ceto politico, sentimenti di chi teme per il proprio status di ministro o di parlamentare o di chi aspira a divenire sindaco, assessore o per lo meno consigliere comunale". Ma le acque nel partito restano comunque agitate. E sembra essere sempre più decisiva la riunione dei senatori, convocata da Pasquale Viespoli e rinviata a martedì 22 febbraio. 

Fini? E' quello che si merita, mi ha accusato di essere un dittatore quando è lui a cacciare i suoi dal partito... Così Silvio Berlusconi ha commentato l'implosione in corso in Fli. Il premier, incontrando alcuni esponenti del gruppo dei Responsabili, non ha nascosto la soddisfazione per i numeri della maggioranza alla Camera. Si calcolano per ora 320 voti disponibili, mentre al Senato si lavora ad un nuovo gruppo che guarda al centrodestra composto quasi per intero da ex finiani.
Sulle defezioni da Fli è intervenuto anche il leader della Lega. "La giornata di oggi rappresenta "un buon segno per la maggioranza" ha detto Umberto Bossi.

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