L'intervista rilasciata dal segretario al quotidiano leghista non è piaciuta a tanti elettori di sinistra, che hanno protestato su Facebook: "Siamo pronti a strappare la tessera"
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L'apertura del segretario del Pd, Pierluigi Bersani alla lega, ribadita sulla sua pagina di Facebook, scatena l'indignazione, la rabbia e l'ironia rassegnata dei suoi "amici" sul social network. "Segretario cosa dice? E' impazzito?", commenta Tania R., che ha il logo del Pd nella sua foto di profilo. E ancora: "Vergognati", scrivono a decine. Entrambe le frasi fanno da commento al link dell'intervista che oggi Bersani ha rilasciato alla Padania e che ha poi pubblicato sul social network. "Con tutta la stima che provo per lei, ho l'impressione che il partito vada in posti e luoghi diversi da dove lo immaginavo - scrive Luca M. - accordo con la Lega? pronto a strappar la tessera". Qualche sostenitore invita a leggere per bene l'intervista: "Avere la Lega come interlocutore - scrive Savino B. - non significa accordo politico, non significa comunanza di idee, non significa condivisione dello stesso disegno federalista ma solo parlare del problema". Ma in tanti leggono l'intervista e rincarano la dose: "Ma come si fa a dire che non sono razzisti?".
A parti inverse, tocca anche al direttore della Padania, Leonardo Boriani, difendere la scelta di intervistare il segretario del principale partito d'opposizione. "L'intervista a Bersani? E' più semplice di quel che a qualcuno può apparire, è solo un contributo alla dialettica che si stava rallentando sul tema del federalismo - spiega il direttore - E' una scelta editoriale, ne ho parlato con il segretario Bossi e lui ha detto ok. Noi siamo aperti a tutti". Un'intervista che ha fatto rumore, tuttavia, nella quale Bersani fa delle proposte precise. E La Padania la presenta in prima pagina come un'intervista "destinata a far discutere".
"Non vedo lo stupore - replica Boriani - E' una scelta editoriale, non ci sono alle spalle trame politiche. Solo una intervista fatta per aumentare i ritmi in un periodo in cui il dibattito sul federalismo si stava rallentando, la fantapolitica non c'entra proprio in questo caso". "Del resto - aggiunge Boriani - il nostro quotidiano ha sempre dato spazio agli esponenti della sinistra che si occupano di federalismo e che dialogano. Ma dirò di più, noi siamo aperti a tutti quelli che vogliono parlare di federalismo, da sempre. Io ho una linea molto moderata, questo è noto, ma sono davvero aperto a tutti i contributi. E' dal di fuori che spesso si pensa che noi siamo chiusi, arroccati. Ma non è così". "Chiunque viene da noi e' il benvenuto - conclude il direttore - E l'intervista di oggi, ripeto, e' solo una scelta editoriale, che e' stata approvata da Bossi, che come tutti sanno e' il direttore politico del quotidiano".
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