"Chiediamo le elezioni, l'Italia è allo sbando" dice il segretario del Pd, che rilancia l'idea di una alleanza da Vendola a Casini. Alfano: "Vale la presunzione di innocenza, il presidente del Consiglio ha un mandato conferitogli dagli italiani"
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Richiesta di dimissioni da parte dell'opposizione, maggioranza che fa quadrato attorno al premier. Non tardano ad arrivare le reazioni politiche al sì del gip al giudizio immediato per il premier Berlusconi.
Bersani: "Il premier si dimetta" - "Berlusconi si deve dimettere - ha dichiarato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, dopo la decisione del Gip di Milano - non ci occupiamo di reati perché questo è il lavoro della magistratura, né ci occupiamo di peccati perché se ne occupa la Chiesa. Noi ci occupiamo dell'Italia e non vogliamo che l'Italia sia allo sbando". Quanto alla richiesta di elezioni anticipate, Bersani ha aggiunto: "Siamo noi che le chiediamo, io chiedo le elezioni".
Ospite di Otto e e mezzo su La7 poi Bersani è tornato a sottolineare la necessità di costruire un'alleanza larga per battere Silvio Berlusconi. "Non so quanto sarà lungo, ma non c'è dubbio che quello del premier è un tramonto. E dopo non può esserci il vuoto che sarebbe pericolossimo", ha detto il segretario del Pd. Dopo, ha aggiunto, "bisognerà ricostruire e ci vuole uno schieramento ampio di forze. Quando si arriva al dunque, arriva la parte più pericolosa". Di certo, ha aggiunto, "l'opposizione deve farla finita con personalismi, egoismi di partito e gelosie".
Dunque possibile un'alleanza da Vendola a Casini? "Bisognerà convincere la gente. Stiamo esattamente lavorando su questo", ha spiegato. Si può fare "davanti a un'esigenza ricostruttiva e con un messaggio chiaro al paese, non dobbiamo raccontare favole. E' vero che siamo diversi, ma dobbiamo presentare cinque cose mettendoci la faccia. Credo che questo sia possibile".
Alfano: "Vale presunzione di innocenza" - Alla richiesta di dimissioni replica il ministro della Giustizia Angelino Alfano secondo cui per Silvio Berlusconi deve valere la "presunzione di innocenza". "Tutti gli indagati sono colpevoli e devono fare un passo indietro? Berlusconi ha un forte mandato conferitogli dagli italiani" ha detto Alfano.
Il gip di Milano, inoltre, per Alfano, rinviando a giudizio immediato il premier, potrebbe avere leso l'autonomia del Parlamento, perché non ha tenuto conto del voto della Camera che aveva ritenuto incompetente il tribunale di Milano. Il ministro non ha però voluto dire se sarà sollevato un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato davanti alla Corte costituzionale e se a sollevarlo sarà il Parlamento o la presidenza del Consiglio. In entrambi i casi il conflitto davanti alla Consulta non dovrebbe bloccare il processo a Berlusconi, che si aprirà a Milano il 6 aprile.
Gelmini: "Attacco alla sovranità popolare" - Difende a spada tratta il premier anche il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, secondo cui "è in corso un vero e proprio attacco alla sovranità popolare e a un'istituzione dello Stato"."Il pericolo che i Padri Costituenti della Repubblica avevano immaginato, inserendo l'immunità parlamentare nella Costituzione, è oggi quanto mai reale. Un potere dello Stato - ha continuato - tenta di condizionare la volontà degli elettori e di stravolgere uno dei principi cardine di tutte le democrazie: l'equilibrio tra il potere giudiziario, legislativo ed esecutivo. Non è un problema del centrodestra o di Berlusconi, ma dell'Italia. L'anomalia del nostro Paese non e' rappresentata da un Presidente del Consiglio liberamente eletto, ma - conclude - da una parte della magistratura che agisce con finalità politiche".
Napolitano non commenta - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha appreso la notizia mentre partecipava a una cerimonia pubblica nel Salone dei Corazzieri del Quirinale. A Napolitano è stato passato un biglietto contenente la notizia. Durante il ricevimento offerto agli invitati, i giornalisti hanno chiesto un commento anche al presidente della Repubblica che ha detto di non avere ancora gli elementi per farlo. "A che ora è arrivata la notizia?" si è informato.
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Ospite di Otto e e mezzo su La7 poi Bersani è tornato a sottolineare la necessità di costruire un'alleanza larga per battere Silvio Berlusconi. "Non so quanto sarà lungo, ma non c'è dubbio che quello del premier è un tramonto. E dopo non può esserci il vuoto che sarebbe pericolossimo", ha detto il segretario del Pd. Dopo, ha aggiunto, "bisognerà ricostruire e ci vuole uno schieramento ampio di forze. Quando si arriva al dunque, arriva la parte più pericolosa". Di certo, ha aggiunto, "l'opposizione deve farla finita con personalismi, egoismi di partito e gelosie".
Dunque possibile un'alleanza da Vendola a Casini? "Bisognerà convincere la gente. Stiamo esattamente lavorando su questo", ha spiegato. Si può fare "davanti a un'esigenza ricostruttiva e con un messaggio chiaro al paese, non dobbiamo raccontare favole. E' vero che siamo diversi, ma dobbiamo presentare cinque cose mettendoci la faccia. Credo che questo sia possibile".
Alfano: "Vale presunzione di innocenza" - Alla richiesta di dimissioni replica il ministro della Giustizia Angelino Alfano secondo cui per Silvio Berlusconi deve valere la "presunzione di innocenza". "Tutti gli indagati sono colpevoli e devono fare un passo indietro? Berlusconi ha un forte mandato conferitogli dagli italiani" ha detto Alfano.
Il gip di Milano, inoltre, per Alfano, rinviando a giudizio immediato il premier, potrebbe avere leso l'autonomia del Parlamento, perché non ha tenuto conto del voto della Camera che aveva ritenuto incompetente il tribunale di Milano. Il ministro non ha però voluto dire se sarà sollevato un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato davanti alla Corte costituzionale e se a sollevarlo sarà il Parlamento o la presidenza del Consiglio. In entrambi i casi il conflitto davanti alla Consulta non dovrebbe bloccare il processo a Berlusconi, che si aprirà a Milano il 6 aprile.
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