Futuro e libertà, è scontro sulle nomine di Fini
PoliticaIl giorno dopo la chiusura della Costituente, nel partito del presidente della Camera si rischia già la spaccatura. Al centro della querelle, la nomina di Bocchino a vicepresidente. Il capogruppo al Senato Viespoli annuncia un vertice: "C'è amarezza”
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L'intervento di Gianfranco Fini alla Costituente del partito
Fini, Berlusconi & il Pdl. Tutte le foto
Quello che doveva essere il giorno dell'inizio e della "riscossa", dopo l'assemblea costituente di Futuro e libertà appena conclusa a Milano con l'intervento di Gianfranco Fini, rischia di trasformarsi in una resa dei conti finale tra 'falchi' e 'colombe', proprio le due anime del partito che Fini a Milano aveva cercato di negare, o meglio di esorcizzare, nel suo intervento.
Dopo la nomina di Italo Bocchino a vicepresidente unico, le colombe sono insorte e preannunciano un vertice per martedì 15 febbraio sul cui tavolo potrebbero esserci anche le dimissioni del capogruppo di Fli al Senato Pasquale Viespoli, mettendo in bilico la stessa esistenza del gruppo dei futuristi al Senato.
Viespoli: "Sconcerto e amarezza" - "Le scelte di Gianfranco Fini hanno determinato squilibrio sul piano dei rapporti interni e ulteriori equivoci sul piano della linea politica", spiega lapidariamente, intervistato da Affaititaliani.it, Viespoli.
"Lo sconcerto - spiega il capogruppo di Fli al Senato - è dovuto al merito e al metodo delle scelte compiute da Fini. Le sue scelte hanno determinato squilibrio sul piano dei rapporti interni e ulteriori equivoci sul piano della linea politica".
La pietra dello scandalo è ancora una volta Italo Bocchino, già nel mirino dei moderati per il suo intervento 'incendiario' nella famosa giornata del 14 dicembre, intervento che, a loro dire, ha allontanato i tre futuristi (Moffa, Siliquini e Polidori) che hanno fatto mancare i numeri per la 'spallata' al governo.
E, assieme a Viespoli, ci dovrebbe essere anche Adolfo Urso, che, inizialmente indicato come capogruppo alla camera, si è ritrovato portavoce sostituito in corsa da Benedetto Della Vedova.
"Sconcerto e amarezza", sono le uniche parole con cui Adolfo Urso ha commentato a caldo, con l'Agi, la sua posizione. "Parlerò oggi", annuncia e il clima non sembra promettere nulla di buono.
Bocchino: "Quando uno fa delle scelte scontenta" - E intanto il neo vicepresidente di Futuro e libertà, la cui elezione ha creato tanti malumori nel partito se non un vero e proprio terremoto, scende in campo a dire la sua. "E' naturale che ci siano degli scontenti. Ma la notizia è che Fini non ha commesso gli errori del passato: ci sarà una persona che guiderà il partito".
"Ogni volta che si fa un organigramma - prosegue Bocchino - c'è una persona che può essere contenta e una scontenta. L'evoluzione di Fini è che lui ha detto 'non torno agli errori passato io non decido ci deve essere guida chiara forte unica al partito nel momento in cui io sono uomo delle istituzioni' e quella è la scelta. In altri tempi ci sarebbe stata la mediazione, il pastrocchio, ricordiamoci che il Pdl ha tre coordinatori, in altri momenti anche An, ci sono gli uffici di guida pasticciati. Mi sembra che Fini abbia compreso gli errori del passato e l'abbia detto dal palco. Poi ha scelto me ed altri sono meno contenti, questo è naturale: anche quando si fa un palinsesto o si sceglie la lunghezza dei pezzi in un giornale succede, ma la notizia è che ieri Fini non ha commesso gli errori del passato".
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Quello che doveva essere il giorno dell'inizio e della "riscossa", dopo l'assemblea costituente di Futuro e libertà appena conclusa a Milano con l'intervento di Gianfranco Fini, rischia di trasformarsi in una resa dei conti finale tra 'falchi' e 'colombe', proprio le due anime del partito che Fini a Milano aveva cercato di negare, o meglio di esorcizzare, nel suo intervento.
Dopo la nomina di Italo Bocchino a vicepresidente unico, le colombe sono insorte e preannunciano un vertice per martedì 15 febbraio sul cui tavolo potrebbero esserci anche le dimissioni del capogruppo di Fli al Senato Pasquale Viespoli, mettendo in bilico la stessa esistenza del gruppo dei futuristi al Senato.
Viespoli: "Sconcerto e amarezza" - "Le scelte di Gianfranco Fini hanno determinato squilibrio sul piano dei rapporti interni e ulteriori equivoci sul piano della linea politica", spiega lapidariamente, intervistato da Affaititaliani.it, Viespoli.
"Lo sconcerto - spiega il capogruppo di Fli al Senato - è dovuto al merito e al metodo delle scelte compiute da Fini. Le sue scelte hanno determinato squilibrio sul piano dei rapporti interni e ulteriori equivoci sul piano della linea politica".
La pietra dello scandalo è ancora una volta Italo Bocchino, già nel mirino dei moderati per il suo intervento 'incendiario' nella famosa giornata del 14 dicembre, intervento che, a loro dire, ha allontanato i tre futuristi (Moffa, Siliquini e Polidori) che hanno fatto mancare i numeri per la 'spallata' al governo.
E, assieme a Viespoli, ci dovrebbe essere anche Adolfo Urso, che, inizialmente indicato come capogruppo alla camera, si è ritrovato portavoce sostituito in corsa da Benedetto Della Vedova.
"Sconcerto e amarezza", sono le uniche parole con cui Adolfo Urso ha commentato a caldo, con l'Agi, la sua posizione. "Parlerò oggi", annuncia e il clima non sembra promettere nulla di buono.
Bocchino: "Quando uno fa delle scelte scontenta" - E intanto il neo vicepresidente di Futuro e libertà, la cui elezione ha creato tanti malumori nel partito se non un vero e proprio terremoto, scende in campo a dire la sua. "E' naturale che ci siano degli scontenti. Ma la notizia è che Fini non ha commesso gli errori del passato: ci sarà una persona che guiderà il partito".
"Ogni volta che si fa un organigramma - prosegue Bocchino - c'è una persona che può essere contenta e una scontenta. L'evoluzione di Fini è che lui ha detto 'non torno agli errori passato io non decido ci deve essere guida chiara forte unica al partito nel momento in cui io sono uomo delle istituzioni' e quella è la scelta. In altri tempi ci sarebbe stata la mediazione, il pastrocchio, ricordiamoci che il Pdl ha tre coordinatori, in altri momenti anche An, ci sono gli uffici di guida pasticciati. Mi sembra che Fini abbia compreso gli errori del passato e l'abbia detto dal palco. Poi ha scelto me ed altri sono meno contenti, questo è naturale: anche quando si fa un palinsesto o si sceglie la lunghezza dei pezzi in un giornale succede, ma la notizia è che ieri Fini non ha commesso gli errori del passato".