Il governo dice sì alla richiesta delle opposizioni di avere più tempo per esaminare il decreto sulla fiscalità municipale, che sarò perciò approvato per mercoledì 2 febbraio. Il ministro: “Condividiamo le richieste dell’Anci”
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Il governo dice sì alla richiesta delle opposizioni di avere più tempo per esaminare il decreto sulla fiscalità municipale ma chiede che vi sia "certezza sui tempi" e che il provvedimento venga approvato una settimana dopo la scadenza fino ad ora prevista. Il decreto deve essere dunque approvato per mercoledì 2 febbraio. Il governo, ha infatti spiegato il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli "non può dare proroghe dei termini, ma può impegnarsi ad attendere una ulteriore settimana prima dell'emanazione del provvedimento". Può concedere una settimana per "la volontà di approfondire totalmente un provvedimento che, tuttavia - ha sottolineato Calderoli - è stato approvato in Consiglio dei Ministri il 4 di agosto ed è stato sufficientemente approfondito in sede di conferenza unificata e nella bicamerale". "Il governo ha concordato una serie di 9 risposte positive" ai quesiti posti dall'associazione nazionale dei comuni italiani. Ha sostanzialmente "condiviso le richieste dell'Anci", ha spiegato il ministro.
Perché tanta attenzione per il federalismo? Una bocciatura del decreto rischia di far precipitare il governo, dopo l'out out di Umberto Bossi a Silvio Berlusconi, in un momento già delicato per il premier finito nella bufera per il caso Ruby (in cui il presidente del Consiglio risulta indagato per concussione e prostituzione minorile). Lo stesso Senatùr ha ribadito in più di un'occasione di non essere disposto a fare nessuna marcia indietro su questo tema: "Ieri abbiamo sancito che se non passa il federalismo, si va al voto. Berlusconi è d'accordo". E Repubblica, a firma del vicedirettore Massimo Giannini, rievoca il fantasma del 1994, quando la Lega fece cascare il primo governo Berlusconi.
Il ministro Calderoli, che sottolinea "la volontà del governo di voler spaccare anche il capello", nel corso della conferenza a Palazzo Chigi ha spiegato ancora: "Chiederemo che questa settimana debba corrispondere" ad una definizione dei tempi. Che il provvedimento venga approvato "il mercoledì successivo" alla data fissata (mercoledì 26 gennaio) si chiede "la certezza dei tempi" e che questa settimana in più venga "sfruttata per approfondire le proposte e non solo per il differimento dei tempi". Quanto alla ulteriore richiesta di 'sforare' la data del 21 maggio, giorno di scadenza della delega della legge sul federalismo Calderoli osserva: "non spetta al governo valutare l'ammissibilità degli emendamenti" e rammenta che "in passato c'è stata una lettera" del Capo dello Stato in cui si esprimeva assoluta contrarietà "sull'uso "del decreto d'urgenza per la proroga di una legge". In ogni caso, l'eventuale proroga della delega "sarebbe ininfluente rispetto alla tempistica di tutti i decreti già approvati dal consiglio dei ministri" ed ora all'esame del Parlamento o incardinati in altri passaggi istituzionali previsti, come la conferenza unificata.
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