Le parole del ministro dell'Economia sulla crisi che non è finita sollevano le critiche dei suoi colleghi. E Bersani intanto lancia un appello per una riforma repubblicana. LA RASSEGNA STAMPA
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Nel giorno in cui i palazzi della politica tornano ad aprirsi la maggioranza si trova meno compatta di quanto sperava, dopo la rinnovata fiducia ottenuta dal governo lo scorso 14 dicembre. A far crescere i malumori all'interno del Pdl sono state le parole pronunciate da Giulio Tremonti a Parigi sulla crisi che non sarebbe finita.
Secondo i principali quotidiani la battuta del ministro dell'Economia sulla crisi che, come in un videogioco, riserva i momenti più duri per il futuro, sarebbero un messaggio cifrato inviato al premier. Il Corriere della Sera pubblica un retroscena in cui spiega che le frasi di Tremonti servono a chiarire a tutto il governo che il tesoro non ha nessuna riserva da spendere. "Un messaggio molto chiaro indirizzato al partito della spesa facile" scrivono in via Solferino. Repubblica pubblica alcune indiscrezioni degli uomini vicini al Cavaliere secondo cui Berlusconi si sarebbe irritato per l'uscita del suo ministro. "Questa volta rischia di andare a sbattere" avrebbe detto il premier. E anche La Stampa di Torino sottolinea come all'interno del Pdl cresca sempre più la fronda anti Tremonti, mentre prenda sempre più piede l'idea di un'apertura all'Udc di Casini.
Sul Messaggero intato Pier Luigi Bersani lancia un appello a tutte le forze di centro e di sinistra per una grande riforma repubblicana che coinvolga anche la legge elettorale, federalismo, conflitto di interessi, giustizia e legalità. "Chi riconosce l'emergenza - scrive il segretario del Pd - chi ne è davvero consapevole deve prendersi le sue responsabilità e suscitare una riscossa che mobiliti le energie e le risorse economiche, morali e civili di cui il Paese dispone."
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