Pd, primarie e guai: ora anche una petizione contro Bersani

Politica
La foto che campeggia sul sito della petizione, con il manifestato “aggiustato” di Bersani alle primarie del 2009
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Parte da due dirigenti lombardi una raccolta-firme per chiedere al segretario di “rispettare la sua mozione”, senza aprire a Fini e Casini e soprattutto non rinnegando le primarie. “Le alleanze si fanno sui contenuti”, dice uno di loro a Sky.it

di Daniele Troilo

Dai rottamatori ai “petizionisti”. Per il Partito Democratico si apre un nuovo fronte, tanto per cambiare anche questa volta interno. È online da poche ore una petizione promossa da due esponenti del Pd lombardo, Franco Balbo e Francesca Terzoni, rispettivamente membro dell'assemblea regionale e membro della direzione regionale. Il titolo è già tutto un programma: “Bersani rispetti la sua mozione”. Tra le firme anche quella di Pippo Civati (uno dei cosiddetti “rottamatori” del partito, insieme al sindaco di Firenze Matteo Renzi).

Nel mirino le ultime uscite del segretario e le indiscrezioni riportate dai giornali sulle possibili nuove alleanze e sulla tentazione di appendere al chiodo le primarie.
“Ci preoccupano le ultime dichiarazioni del Segretario Nazionale sugli organi di stampa – scrivono i promotori (leggi il testo integrale) – perché prospettano una alleanza politica elettorale con il cosiddetto Terzo Polo formato da Udc, Fli e Api, sacrificando le primarie perché non piacciono a Casini, mettendo in discussione degli importanti punti della linea politica risultata vincente”. In effetti proprio in questi giorni si è tornato a parlare con insistenza di un possibile “congelamento” delle primarie. La paura del Pd è quella di ripetere la mezza (per non dire intera) sconfitta di Milano, dove il candidato appoggiato da Nichi Vendola, Giuliano Pisapia, ha battuto quello proposto dal partito di Bersani, Stefano Boeri.  Uno psicodramma che ha alimentato dubbi, incertezze e guerre intestine

“Non funziona così – spiega a Sky.it Franco Balbo, uno dei promotori della petizione – Non è che quando non vinci più ti sbarazzi del giocattolo. Le primarie sono nello statuto del Pd e noi siamo per il rispetto delle regole. Come fa un partito che non rispetta nemmeno le sue regole interne a governare un paese? Se le primarie non vanno più bene allora che si apra una vera discussione e si cambino le regole del partito”.

Con questa petizione alcuni esponenti del partito chiedono semplicemente che Bersani non snaturi se stesso, o meglio la mozione con la quale si è presentato proprio alle primarie per l’elezione a segretario. “L’idea della petizione – dice ancora Balbo, membro dell’assemblea regionale del Pd Lombardia – è nata dopo alcune dichiarazioni di Bersani su alcuni giornali. Io credo che il segretario abbia sbagliato a parlare di alleanza con il Terzo Polo e soprattutto credo che avrebbe dovuto farlo prima con la dirigenza del suo partito e dopo con la stampa. Le alleanze si fanno sui contenuti e non solo per battere Berlusconi, che anzi rischia così di uscirne rinforzato. Sarà difficile far votare il testamento biologico con l’Udc o parlare di lavoro con Fini. Proprio per questo ci è venuta in mente l’idea della petizione. Un modo per chiedere agli elettori del Pd: se Bersani vi avesse detto che voleva fare un Pd alleandosi con Fini e Casini voi l’avreste eletto segretario? Ecco. Noi al nostro segretario non chiediamo di fare i salti mortali, semplicemente di rispettare quello che ha scritto nella mozione con cui si è presentato alle primarie”.

L’appello della mozione, che è possibile sottoscrivere qui, continua quindi chiedendo che “si inizi a costruire la casa comune dei riformisti sui contenuti e sui valori che ci appartengono e che le primarie rimangano come da statuto uno strumento per la selezione della classe dirigente”. Obiettivo mille firme, dopo di che il documento sarà presentato alla Direzione nazionale del Pd.

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