Per il capogruppo dei finiani al Senato Viespoli, "la linea della contrapposizione fino alla rottura non è passata sul piano parlamentare ma soprattutto su quello dell'opinione pubblica". Ma Bocchino dice: "Il nostro un grande progetto"
"La linea della contrapposizione, fino alla rottura, non è passata sul piano parlamentare ma soprattutto non è passata sul piano dell'opinione pubblica. Siamo sembrati antiberlusconiani, cosa che non siamo".
Pasquale Viespoli, capogruppo di Futuro e Libertà al Senato è piuttosto netto. In un'intervista al Corriere della Sera spiega che "a un certo punto siamo apparsi ringhiosamente antiberlusconiani, laicisti con ammiccamenti ribaltonisti" e, pur senza "fare personalismi" - aggiunge rispondendo a una domanda sui toni di una parte di Fli con a capo Italo Bocchino - "è vero che una certa linea aggressiva, non dialettica ma antagonista, non ha determinato un esito positivo della vicenda politica".
Viespoli chiarisce poi che la linea di Fli è "preberlusconiana": "siamo nati prima e vorremmo morire dopo".
"Vogliamo avviare - prosegue - un processo che porti oltre Berlusconi. Per questo dobbiamo rafforzare il nostro profilo di forza responsabile e istituzionale". Pur non avendo "paura" del voto, spiega, il premier ha infatti il "dovere di governare" e Fli deve atteggiarsi "come forza responsabile e tenere in piedi la sfida del governo". Guardando alla ripresa dei lavori, Viespoli preferisce non parlare di terzo polo - "suona male anche perché mancano gli altri due" - e sottolinea che la Costituente di Futuro e libertà a Milano "sarà un luogo di ricerca di luoghi condivisi, non il congresso di un vecchio partito": "Nascerà certamente un soggetto politico, una forza aperta e lontana dalle vecchie forme organizzate. Poi il prosieguo si vedra"'.
Bocchino: "Il nostro un grande progetto"- Una visione dell'attuale situazione politica decisamente differente rispetto a quella dell'altro capogruppo di Fli al parlamento, Italo Bocchino, secondo cui Berlusconi è "in trappola" e davanti a sé ha tre strade: "proseguire con l'accanimento terapeutico", "cedere alla tentazione delle urne sponsorizzata dalla Lega" oppure "prendere in considerazione l'unica soluzione che serve al Paese e accogliere l'appello alla responsabilita"'.
In un'intervista a Repubblica, il capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, spiega: "Abbiamo rescisso il cordone ombelicale che ci legava a un partito che avevamo co-fondato per renderlo un grande partito moderato. Ci siamo ritrovati su un vagone estremista, con la Lega a fare da locomotiva".
A febbraio, aggiunge Bocchino, Fli lancerà "un grande progetto per l'Italia", proporrà "un patto repubblicano per chi ha davvero a cuore le sorti del Paese". La "nuova coalizione", sottolinea riferendosi al Polo della Nazione, voterà sempre unita, a cominciare dal federalismo: "Se la riforma consentirà di ridurre gli sprechi, bene, ma se rischia di dividere il Paese allora lo facciano da soli, se ne sono capaci".
La proposta a Berlusconi, precisa, è quella di rilanciare l'Italia con una serie di riforme e una nuova legge elettorale. Il Carroccio, per Bocchino, "alza il tono" per ottenere il federalismo e poi andare al voto: "alle elezioni la Lega vincerebbe e il Pdl uscirebbe a pezzi e il risultato sarebbe due maggioranze diverse fra Camera e Senato", a quel punto si andrebbe "verso una soluzione alla tedesca e chi meglio di Tremonti - conclude - potrebbe guidare un governo di grande coalizione?".
Pasquale Viespoli, capogruppo di Futuro e Libertà al Senato è piuttosto netto. In un'intervista al Corriere della Sera spiega che "a un certo punto siamo apparsi ringhiosamente antiberlusconiani, laicisti con ammiccamenti ribaltonisti" e, pur senza "fare personalismi" - aggiunge rispondendo a una domanda sui toni di una parte di Fli con a capo Italo Bocchino - "è vero che una certa linea aggressiva, non dialettica ma antagonista, non ha determinato un esito positivo della vicenda politica".
Viespoli chiarisce poi che la linea di Fli è "preberlusconiana": "siamo nati prima e vorremmo morire dopo".
"Vogliamo avviare - prosegue - un processo che porti oltre Berlusconi. Per questo dobbiamo rafforzare il nostro profilo di forza responsabile e istituzionale". Pur non avendo "paura" del voto, spiega, il premier ha infatti il "dovere di governare" e Fli deve atteggiarsi "come forza responsabile e tenere in piedi la sfida del governo". Guardando alla ripresa dei lavori, Viespoli preferisce non parlare di terzo polo - "suona male anche perché mancano gli altri due" - e sottolinea che la Costituente di Futuro e libertà a Milano "sarà un luogo di ricerca di luoghi condivisi, non il congresso di un vecchio partito": "Nascerà certamente un soggetto politico, una forza aperta e lontana dalle vecchie forme organizzate. Poi il prosieguo si vedra"'.
Bocchino: "Il nostro un grande progetto"- Una visione dell'attuale situazione politica decisamente differente rispetto a quella dell'altro capogruppo di Fli al parlamento, Italo Bocchino, secondo cui Berlusconi è "in trappola" e davanti a sé ha tre strade: "proseguire con l'accanimento terapeutico", "cedere alla tentazione delle urne sponsorizzata dalla Lega" oppure "prendere in considerazione l'unica soluzione che serve al Paese e accogliere l'appello alla responsabilita"'.
In un'intervista a Repubblica, il capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, spiega: "Abbiamo rescisso il cordone ombelicale che ci legava a un partito che avevamo co-fondato per renderlo un grande partito moderato. Ci siamo ritrovati su un vagone estremista, con la Lega a fare da locomotiva".
A febbraio, aggiunge Bocchino, Fli lancerà "un grande progetto per l'Italia", proporrà "un patto repubblicano per chi ha davvero a cuore le sorti del Paese". La "nuova coalizione", sottolinea riferendosi al Polo della Nazione, voterà sempre unita, a cominciare dal federalismo: "Se la riforma consentirà di ridurre gli sprechi, bene, ma se rischia di dividere il Paese allora lo facciano da soli, se ne sono capaci".
La proposta a Berlusconi, precisa, è quella di rilanciare l'Italia con una serie di riforme e una nuova legge elettorale. Il Carroccio, per Bocchino, "alza il tono" per ottenere il federalismo e poi andare al voto: "alle elezioni la Lega vincerebbe e il Pdl uscirebbe a pezzi e il risultato sarebbe due maggioranze diverse fra Camera e Senato", a quel punto si andrebbe "verso una soluzione alla tedesca e chi meglio di Tremonti - conclude - potrebbe guidare un governo di grande coalizione?".