Bersani dà i voti al Pd: "Coesione 6, iniziativa politica 7"
PoliticaIl leader del Partito democratico in un’intervista a tutto campo a SkyTG24: “Sulla Fiat non siamo divisi, abbiamo una posizione chiara”. E alla Lega: “Discutiamo della nostra proposta sul federalismo”. GUARDA IL VIDEO INTEGRALE
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L'album del Partito Democratico
Basta con la 'favola' dei Marchionne e Gelmini riformisti e del Pd conservatore: "Io ho fatto il ministro. Mettiamo in fila le riforme che ho fatto io con quelle dei miei successori e poi vediamo chi è riformista". Pier Luigi Bersani non ci sta a continuare a fare la parte del leader del partito conservatore e lo dice a chiare lettere in un’intervista rilasciata a SkyTG24. "Leggo anche io queste cose, questa sorta di campagna del Corriere della Sera su questo tema, come se non essere d'accordo con la Gelmini o chiedere lumi a Marchionne sugli investimenti sia da conservatori!".
Poi, riguardo al presunto isolamento del partito, attacca: "Guardiamo le cose come sono avvenute. Nel quadro della politica il terzo polo è venuto via dal centro destra: si è creata una formazione politica in nuce che deriva dal rifiuto della piegatura populista del centrodestra. Sono forze che paiono dispiegarsi verso il centro e con loro vogliamo dialogare. Quindi - assicura - non c'è nessun isolamento del centro sinistra. Anzi: faccio un appello a tutte le forze affinché si vada oltre Berlusconi, affinché si proponga un grande patto per il lavoro e la crescita per uscire da questa fase". Quanto al sindacato, "credo che in Cgil stia crescendo la consapevolezza che bisogna rifare il punto sull'unità del mondo del lavoro e chi governa non può puntare alla divisione. Credo - conclude - che nelle forze sindacali ci sia questa volontà di convergenza".
Nell’intervista rilasciata a SkyTG24 Bersani dà i voti al suo partito. Coesione interna: sei meno. Iniziativa politica: sette per il 2010 e, in prospettiva, 7 più. Consenso: sei meno. In materia di iniziativa politica, inoltre, il leader dei democratici aggiunge: "Bisogna ricordare che in epoca berlusconiana fare opposizione è il mestiere più difficile in tutto l'occidente. Quindi voto 7 quest'anno e per l'anno prossimo 7 più". Anche in materia di 'consenso' il voto è "sei meno anche se il sondaggio vero sono le elezioni. Lì si vedrà il ruolo Pd".
Il leader del Pd parla poi dell’ipotesi dell’Udc al governo. "Tenderei a escluderlo e sulle elezioni io non ci scommetto. Deve scommetterci Berlusconi: se ci arriviamo, però, è la proclamazione del suo fallimento totale". E sul federalismo: "Calderoli deve convincersi di una cosa: noi riteniamo di essere federalisti, abbiamo una nostra proposta, se ragioniamo sulla nostra bene altrimenti se si tiene la sua, noi non ci stiamo".
Infine, Bersani assicura che sul caso Fiat il Pd non è diviso. Anzi, "abbiamo una posizione molto chiara che sosteniamo tutti". Innanzitutto c'è la questione produttiva, gli investimenti e l'organizzazione del lavoro: su questi temi, "i lavoratori si pronunceranno, noi rispetteremo le loro decisioni ma ci auguriamo che l'investimento venga confermato". In secondo luogo, continua Bersani, c'è il fatto che "questo accordo contiene una cosa che non va e che riguarda la rappresentanza. Per noi non è giusto che chi dissente venga tagliato fuori dai diritti sindacali. Chi dissente - continua - non può impedire agli altri di andare avanti ma non può essere tagliato fuori. Su questo punto è necessario che le forze sociali riprendano il filo di un accordo sulla rappresentanza e serve che il governo dia una mano. Voglio sapere - aggiunge - che ne pensa il governo. Se non correggiamo questa situazione questa che ora è una palla di neve diventa una valanga".
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Basta con la 'favola' dei Marchionne e Gelmini riformisti e del Pd conservatore: "Io ho fatto il ministro. Mettiamo in fila le riforme che ho fatto io con quelle dei miei successori e poi vediamo chi è riformista". Pier Luigi Bersani non ci sta a continuare a fare la parte del leader del partito conservatore e lo dice a chiare lettere in un’intervista rilasciata a SkyTG24. "Leggo anche io queste cose, questa sorta di campagna del Corriere della Sera su questo tema, come se non essere d'accordo con la Gelmini o chiedere lumi a Marchionne sugli investimenti sia da conservatori!".
Poi, riguardo al presunto isolamento del partito, attacca: "Guardiamo le cose come sono avvenute. Nel quadro della politica il terzo polo è venuto via dal centro destra: si è creata una formazione politica in nuce che deriva dal rifiuto della piegatura populista del centrodestra. Sono forze che paiono dispiegarsi verso il centro e con loro vogliamo dialogare. Quindi - assicura - non c'è nessun isolamento del centro sinistra. Anzi: faccio un appello a tutte le forze affinché si vada oltre Berlusconi, affinché si proponga un grande patto per il lavoro e la crescita per uscire da questa fase". Quanto al sindacato, "credo che in Cgil stia crescendo la consapevolezza che bisogna rifare il punto sull'unità del mondo del lavoro e chi governa non può puntare alla divisione. Credo - conclude - che nelle forze sindacali ci sia questa volontà di convergenza".
Nell’intervista rilasciata a SkyTG24 Bersani dà i voti al suo partito. Coesione interna: sei meno. Iniziativa politica: sette per il 2010 e, in prospettiva, 7 più. Consenso: sei meno. In materia di iniziativa politica, inoltre, il leader dei democratici aggiunge: "Bisogna ricordare che in epoca berlusconiana fare opposizione è il mestiere più difficile in tutto l'occidente. Quindi voto 7 quest'anno e per l'anno prossimo 7 più". Anche in materia di 'consenso' il voto è "sei meno anche se il sondaggio vero sono le elezioni. Lì si vedrà il ruolo Pd".
Il leader del Pd parla poi dell’ipotesi dell’Udc al governo. "Tenderei a escluderlo e sulle elezioni io non ci scommetto. Deve scommetterci Berlusconi: se ci arriviamo, però, è la proclamazione del suo fallimento totale". E sul federalismo: "Calderoli deve convincersi di una cosa: noi riteniamo di essere federalisti, abbiamo una nostra proposta, se ragioniamo sulla nostra bene altrimenti se si tiene la sua, noi non ci stiamo".
Infine, Bersani assicura che sul caso Fiat il Pd non è diviso. Anzi, "abbiamo una posizione molto chiara che sosteniamo tutti". Innanzitutto c'è la questione produttiva, gli investimenti e l'organizzazione del lavoro: su questi temi, "i lavoratori si pronunceranno, noi rispetteremo le loro decisioni ma ci auguriamo che l'investimento venga confermato". In secondo luogo, continua Bersani, c'è il fatto che "questo accordo contiene una cosa che non va e che riguarda la rappresentanza. Per noi non è giusto che chi dissente venga tagliato fuori dai diritti sindacali. Chi dissente - continua - non può impedire agli altri di andare avanti ma non può essere tagliato fuori. Su questo punto è necessario che le forze sociali riprendano il filo di un accordo sulla rappresentanza e serve che il governo dia una mano. Voglio sapere - aggiunge - che ne pensa il governo. Se non correggiamo questa situazione questa che ora è una palla di neve diventa una valanga".