Finto attentato a Fini, la procura indaga per eversione

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Libero aveva ipotizzato un complotto per screditare Berlusconi con un falso attacco al presidente della Camera. Fli parla di “follie”, l’ex leader di An decide di querelare mentre i magistrati aprono un fascicolo per “attentato per finalità terroristiche”

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Non sembra placarsi il nuovo caso del "falso attentato" contro il presidente della Camera denunciato dal direttore di Libero. Anzi. L'articolo di Maurizio Belpietro, che martedì 28 dicembre raccoglieva presunte indiscrezioni su un finto attentato contro Gianfranco Fini e sull'esistenza di una escort modenese che avrebbe parlato di suoi incontri con il leader di Futuro e Libertà, sta facendo montare un nuovo caso politico e giudiziario, alzando nuovamente la tensione tra Fli e Pdl, tanto che a indagare ci sarebbero ben tre procure.
Quella di Bari, che si unisce a Milano e Trani, avrebbe addirittura aperto un fascicolo per "attentato per finalità terroristiche o di eversione".

Fini annuncia querela - E, mentre il presidente della Camera tace, per lui parlano gli avvocati a cui ha dato mandato di adire le vie legali a tutela della propria onorabilità.
Fini querela sia Libero, il quotidiano che per primo ha lanciato le accuse, sia il Giornale, che martedì 28 dicembre pubblica un articolo in cui si sostiene che esisterebbe un video in cui una escort racconterebbe di aver incontrato il leader di Fli per ben tre volte.
Un filmato che, scrive il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, qualcuno avrebbe "provato a vendere a televisioni e giornali".
"Invece di ringraziare, i falliti ci attaccano" si difende Belpietro che, in un nuovo editoriale sul suo quotidiano sostiene: "Vere o meno, per Fini e i suoi queste storie è meglio conoscerle".

Pdl: riportiamo il confronto sul piano politico - Tra querele e indagini dei magistrati, tuttavia, è il caso politico che torna a tenere banco: c'è chi, infatti, sottolinea come questa nuova ondata di fango faccia seguito alla "campagna Montecarlo" lanciata la scorsa estate dagli stessi giornali nei confronti del presidente della Camera.
Sul Giornale viene anche fatto un riferimento alle parole, poi smentite, del premier, durante un pranzo con gli europarlamentari, sull'esistenza di un "patto" tra Fini e Anm per mettere a tacere il caso Montecarlo in cambio di uno stop alla Camera alle leggi che riformano la giustizia.
Il Cavaliere, tuttavia, per ora tace: parla invece il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto che invita a riportare il dibattito sul piano politico ma avverte: da Fli non possono arrivare "lezioni di nessun tipo perché ricordiamo come è stato cavalcato il caso Ruby e altre vicende di gossip". La portavoce vicaria del Pdl, Anna Maria Bernini, chiede di "abbassare i toni" mentre il direttore di Libero precisa: "Non so se esista un filmato, né ho rivelato la mia fonte ai magistrati. Ho parlato di una cosa vera che aveva come obiettivo Fini ma anche di far ricadere la responsabilità sul premier".

I finiani: "Fandonie" - Intorno a Fini si stringe però un cordone difensivo: Flavia Perina, parlamentare Fli e direttore del Secolo sostiene che le "strane storie" come quelle raccontate da Belpietro "non costano niente ma alzano polvere più di dieci chili di tritolo".
Chiedono di stoppare una "nuova stagione di veleni" i centristi Giampiero D'Alia e Gian Luca Galetti; Adolfo Urso chiama a "raccolta chi nel centrodestra non intende chinare la testa" contro una nuova "campagna di annientamento".
Il braccio destro di Fini, Italo Bocchino, pretende, infine, le scuse di Belpietro, reo di non aver fatto le opportune verifiche prima di "sparare fandonie".

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