Governo, Bossi: “Siamo nella palude, i numeri scarseggiano"

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Il leader della Lega frena l’ottimismo del premier, che “parla di grandi riforme e voti in eccesso”. E sul federalismo: “Ci sono milioni di persone al di sopra del Po pronte a battersi per ottenere la libertà”. GUARDA IL VIDEO

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"Ho sentito Berlusconi alla tv: parla di grandi riforme e numeri in eccesso: non è proprio così, perché i numeri scarseggiano. Siamo nella palude romana, ma siamo ancora vivi e stiamo combattendo. Alla fine chi la dura la vince". Lo ha detto Umberto Bossi a una festa della Lega Nord a Villa d'Ogna (Bergamo). "Mancano un po' di numeri e speriamo che Berlusconi li abbia trovati, ma non è facile venir fuori dalla palude romana", ha aggiunto Umberto Bossi

Poi, il leader del Carroccio è tornato a parlare del federalismo fiscale. “Ci sono milioni di persone al di sopra del Po che ne hanno piene le scatole e sono pronte a battersi per ottenere la libertà". Bossi, affiancato dal ministro Calderoli, ha subito raccolto l'applauso dei militanti, ma ha anche aggiunto che ora bisogna seguire con pazienza il cammino della riforma nelle sedi istituzionali. E, guardando ai numeri del governo in Parlamento, ha spiegato che "se andassimo oggi a forzare in certe commissioni, magari il federalismo verrebbe bocciato. Dobbiamo dunque far passar del tempo, perché ci sia il tacito assenso fino all'ultimo passaggio in Consiglio dei ministri: non moriamo anche se si ritarda un po’".

Fino a quando la Lega avrà pazienza nel sostenere il governo con questi numeri? "Sino a quando porteremo a casa il federalismo". Per garantire la durata del governo "diciamo che Berlusconi e anche noi ce la stiamo mettendo tutta", ha aggiunto Bossi rispondendo alle domande dei giornalisti. A chi gli chiedeva di chiarire il suo pensiero sulla 'palude romana', ha assicurato: "Troveremo una via per uscirne, sono certo che un po' Berlusconi e un po' noi ne usciremo".

Infine, il leader della Lega è intervenuto sulle recenti notizie riguardanti il presidente della Camera Gianfranco Fini: "Bisognerebbe che i giornali sparassero meno". E ha spiegato: "Secondo me i giornali farebbero bene a vendere un po' meno copie e non fare troppo casino, perché poi i problemi che fanno contro Fini ce li sorbiamo in commissione: se uno viene attaccato tutti i giorni, non è favorevole a quello che noi proponiamo, anche se non c'entriamo assolutamente niente".

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