Il Presidente del Consiglio è convinto di portare a termine il suo mandato e ha già annunciato che potrebbe non ricandidarsi nel 2013. Intanto qualche giornale lancia il toto successore
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Chi sarà l'erede di Berlusconi? "Uno di questi tre: Alfano, Frattini o Gelmini". Ne è sicuro il quotidiano il Giornale che nella fotonotizia che campeggia in prima pagina e mostra i primi piani dei tre ministri sentenzia: "Una poltrona per tre".
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ribadisce di essere sicuro di portare a termine la legislatura, "i numeri ci sono" ha ripetuto anche nell'intervento telefonico del 26 dicembre alla Comunità e Incontro di don Pierino Gelmini ad Amelia. Ma, come già annunciato, sarebbe pronto a fare un passo indietro e non ricandidarsi nel 2013.
Ed ecco che c'è chi pensa al dopo Berlusconi.
"Chi sarà il successore"? si interroga il direttore Sallusti nel suo editoriale e precisa: "Che ormai i tempi siano maturi per una designazione appare evidente. Nei giorni scorsi il premier ha detto che non vorrebbe ricandidarsi alle prossime elezioni del 2013, che l'alternativa c'è e va cercata dentro l'attuale esecutivo. Attualmente il cerchio si stringe attorno a tre nomi: Angelino Alfano, ministro della Giustizia, Franco Frattini, ministro degli Esteri, e Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione".
Non è la prima volta che Silvio Berlusconi parla di un possibile passo indietro. E non è la prima volta che in pole position nella successione c'è il nome di Angelino Alfano.
Due anni fa, sempre nella conferenza stampa di fine anno, rimarcò che guidare un governo richiede un "enorme sacrificio", ma "spero che tra le nuove leve possa emergere un nuovo leader". Qualche giorno dopo, in un'intervista per il libro di Maria Latella, fece nomi e cognomi: "Alfano potrebbe essere il mio successore", sentenziò.
Complici le difficoltà in cui versa la maggioranza e le voci che vogliono il Cavaliere interessato al Colle, però, il tema stavolta sembra accalorare più del solito osservatori e addetti ai lavori.
E proprio al Quirinale volge lo sguardo il quotidiano l'Unità che, non senza un pizzico di sarcasmo, titola: "L'ultimo rifugio". E spiega: "L'Italia scrive al Presidente. Sfiducia in tutto il resto". Il riferimento è all'ultimo caso, quello del cantante Morgan, che per risolvere la questione legata alla figlia portata, contro la sua volontà, negli States dalla madre Asia Argento, ha scritto a Napolitano. Solo qualche giorno prima, anche gli studenti avevano chiesto al presidente di essere ascoltati per parlare della riforma Gelmini.
"Sembra essere diventata questa la soluzione a tutti mali di un Paese alle prese con una crisi con tante facce, forse l’una conseguenza dell’altra - scrive il quotidiano diretto da Concita de Gregorio - Soffre l’economia, la politica non riesce a dialogare con la gente ed i problemi quotidiani con un distacco sempre più evidente, le istituzioni troppo spesso vengono coinvolte in vicende che di istituzionale hanno davvero poco. E allora chi vuole essere ascoltato, chi ha bisogno di risposte, chi ha bussato ad altre porte senza ricevere risposte, si rivolge al Quirinale. Si contano a migliaia le richieste d’attenzione".
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