Dopo una giornata di muro contro muro i due schieramenti hanno trovato un compromesso per il voto finale della riforma dell'università che si terrà nel pomeriggio del 23. Il ministro Gelmini a SkyTG24: "Disponibile al dialogo"
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Riforma Gelmini: i punti ancora aperti
(In fondo all'articolo i video del ddl Gelmini)
Doveva essere il giorno dell'approvazione. Invece la riforma di scuola e università del ministro Gelmini avrà il via libero definitivo soltanto nel pomeriggio di giovedì 23 dicembre. Tutto a causa della bagarre scoppiata ieri in Senato durante la votazione degli emendamenti e alla strategia di ostruzionismo attuata in Aula da Pd e Idv. I lavori in parlamento sono andati avanti per tutto il giorno, mentre la città era blindata per le manifestazioni degli studenti. E anche in altre città italiane soi sono tenuti cortei e proteste.
La giornata in Senato - Dopo il mancato accordo sui tempi in conferenza dei capigruppo, Pd e Idv hanno ricominciato in modo sistematico a fare ostruzionismo. Tra gli escamotage, la richiesta del voto elettronico e della verifica del numero legale. Ma soprattutto la richiesta di interventi in dissenso dal proprio gruppo: il regolamento non pone limiti a questo tipo di interventi. Quindi, ogni senatore può chiedere la parola per esprimere il proprio dissenso con il proprio gruppo, parlando per almeno 1 o 2 minuti. In questo modo, sommando gli interventi personali sempre più numerosi, si registra una notevole perdita di tempo. Cosa che ha provocato malumori e tensioni nei banchi della maggioranza.
Un momento di tensione si è registrato anche tra il presidente del Senato Renato Schifani e l'opposizione. "Non siamo allo stadio, voi volete trasformare quest'aula in un'arena e io non ve lo consentirò" ha detto Schifani, commentando la bagarre scoppiata in Aula dopo la dichiarazione della presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro che aveva contestato la decisione della presidenza di concedere solo un minuto per intervenire su ogni emendamento per ogni gruppo parlamentare.
Voto finale atteso per giovedì - Alla fine si due schieramenti hanno raggiunto un compromesso. L'opposizione di fronte al muro contro muro ha infatti deciso di proporre al presidente Schifani di uscire dall'empasse garantendo il voto finale sul ddl per giovedì 23 pomeriggio, con l'impegno di riformulare i tempi degli interventi in Aula. Schifani ha detto di "apprezzare" la proposta avanzata dai capogruppo del Pd e dell'Idv che è stata accolta.
Gelmini: "Disponibile al dialogo" - "Il confronto con gli studenti l'ho iniziato due anni e mezzo fa. La mia disponibilità al dialogo continua anche nella fase della stesura dei decreti attuativi", spiega ai microfoni di SkyTG24 il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini. "Dobbiamo avere il coraggio di invocare più risorse. Ma anche di cambiare le regole. Se non si eliminano i concorsi truccati non ci sarà futuro per l'università italiana e nemmeno per questi ragazzi che protestano".
Napolitano disposto a incontrare gli studenti - Giorgio Napolitano è disposto ad incontrare gli studenti che protestano contro la riforma Gelmini. Si è appreso da fonti del Quirinale che la richiesta non è stata ancora formalizzata, ma che una volta giunta, ci sarà una disponibilità.
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Doveva essere il giorno dell'approvazione. Invece la riforma di scuola e università del ministro Gelmini avrà il via libero definitivo soltanto nel pomeriggio di giovedì 23 dicembre. Tutto a causa della bagarre scoppiata ieri in Senato durante la votazione degli emendamenti e alla strategia di ostruzionismo attuata in Aula da Pd e Idv. I lavori in parlamento sono andati avanti per tutto il giorno, mentre la città era blindata per le manifestazioni degli studenti. E anche in altre città italiane soi sono tenuti cortei e proteste.
La giornata in Senato - Dopo il mancato accordo sui tempi in conferenza dei capigruppo, Pd e Idv hanno ricominciato in modo sistematico a fare ostruzionismo. Tra gli escamotage, la richiesta del voto elettronico e della verifica del numero legale. Ma soprattutto la richiesta di interventi in dissenso dal proprio gruppo: il regolamento non pone limiti a questo tipo di interventi. Quindi, ogni senatore può chiedere la parola per esprimere il proprio dissenso con il proprio gruppo, parlando per almeno 1 o 2 minuti. In questo modo, sommando gli interventi personali sempre più numerosi, si registra una notevole perdita di tempo. Cosa che ha provocato malumori e tensioni nei banchi della maggioranza.
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Voto finale atteso per giovedì - Alla fine si due schieramenti hanno raggiunto un compromesso. L'opposizione di fronte al muro contro muro ha infatti deciso di proporre al presidente Schifani di uscire dall'empasse garantendo il voto finale sul ddl per giovedì 23 pomeriggio, con l'impegno di riformulare i tempi degli interventi in Aula. Schifani ha detto di "apprezzare" la proposta avanzata dai capogruppo del Pd e dell'Idv che è stata accolta.
Gelmini: "Disponibile al dialogo" - "Il confronto con gli studenti l'ho iniziato due anni e mezzo fa. La mia disponibilità al dialogo continua anche nella fase della stesura dei decreti attuativi", spiega ai microfoni di SkyTG24 il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini. "Dobbiamo avere il coraggio di invocare più risorse. Ma anche di cambiare le regole. Se non si eliminano i concorsi truccati non ci sarà futuro per l'università italiana e nemmeno per questi ragazzi che protestano".
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