I vertici del Pdl sono scesi in campo per scongiurare un nuovo terremoto politico, ma il ministro delle Pari Opportunità è decisa a rimettere il mandato. E sull'emergenza rifiuti in Campania dice: "In atto una guerra tra bande"
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Mara Carfagna si dimette - "Non farò mancare la fiducia a Berlusconi, ma il 15 dicembre rassegnerò le mie dimissioni dal partito. Lascerò anche lo scranno di parlamentare, perché a differenza di altri sono disinteressata e non voglio dare adito a strumentalizzazioni. Mi dimetterò ovviamente anche da ministro visto che il mio contributo pare sia ininfluente".
Il giorno dopo il preannunciato terremoto politico, ecco che Mara Carfagna scioglie ogni dubbio e, in un'intervista rilasciata al Mattino e anticipata dal quotidiano, annuncia che lascerà sia come parlamentare, che come ministro.
A nulla, in definitiva, sono serviti i tentativi dei vertici del Pdl per scongiurare scelte azzardate. A nulla, è servita la telefonata del presidente del Consiglio che venerdì da Lisbona aveva chiamato il ministro per tentare di rimediare allo strappo.
Nell'intervista il ministro precisa di non essere intenzionata a passare con Futuro e libertà.
"Sui rifiuti guerra di potere" - Alla base della sua scelta la distanza dai vertici del Pdl in Campania sull'emergenza rifiuti. "Nell'ultima seduta del Consiglio dei ministri ho fatto presente la mia preoccupazione sullo scontro istituzionale tra Comune e Provincia di Salerno che rischia di portare alla paralisi assoluta compromettendo la realizzazione dell'impianto - dice Mara Carfagna - non posso permettere che per una guerra di potere si faccia saltare un'operazione di vitale importanza per la Campania".
Secondo le ricostruzioni emerse prima che arrivasse l'annuncio delle dimissioni, al centro dello scontro vi sarebbe in particolare la questione dei termovalorizzatori. Carfagna voleva che i presidenti di provincia fossero esautorati dalla gestione di questi impianti in Campania, ed ha proposto che fosse nominato un commissario, a scelta del governo. Per questa sua posizione, sarebbe stata attaccata ogni giorno sul piano personale.
A gettare benzina sul fuoco, anche gli attacchi frontali di Alessandra Mussolini che l'avrebbe accusata pubblicamente di tramare alle spalle del Pdl insieme a Italo Bocchino, portavoce di Futuro e Libertà, il partito guidato dal presidente della Camera Gianfranco Fini.
Gelmini: Mara è un politico leale - Al fianco del ministro era scesa in campo anche Mariastella Gelmini che, ai microfoni di SkyTG24 aveva espresso tutto il suo apprezzamento per la collega. "Il ministro Carfagna si è contraddistinto per aver portato avanti progetti molto importanti come il reato di stalking e il disegno di legge sul reato di prostituzione. Sono certa che, anche dopo la telefonata di Berlusconi ci sono le condizioni per risolvere i problemi campani". E ancora: "Sul piano politico non si può mettere in dubbio la sua lealtà".
Questo, infatti, uno dei nodi del "caso-Carfagna". Il ministro per le Pari Opportunità nei giorni scorsi sarebbe stato più volte colpito da fuoco amico, in altre parole oggetto di critiche mosse dai colleghi di partito che hanno insinuato che tra lei e il finiano italo Bocchino ci fosse un rapporto politico troppo stretto. "Basta attacchi maligni" aveva infatti dichiarato una Mara Carfagna arrabbiata.
L'intervista a Mariastella Gelmini
Bocchino: "E' un problema che non ci riguarda" - "La Carfagna? Un problema del Pdl. Non ci riguarda". E' questo il commento del capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, a margine del primo convegno regionale del neo partito, a Montecatini Terme. Poche ore prima Adolfo Urso, intervenuto a Montecatini aveva detto parlando del Ministro: "Io penso che Mara Carfagna sia stata e sia uno dei migliori ministri di questa Repubblica, che la sua contrapposizione in Campania a chi è stato denunciato per camorra sia del tutto legittima e il PdL dovrebbe assumere una posizione più chiara e netta".
Plaude l'opposizione - Plaude alla scelta di Mara Carfagna anche l'opposizione. "E' un gesto che le fa onore", dice Paola Concia del Pd. Parole condivise anche dal leader dell'Idv Antonio di Pietro che aggiunge: "Se il motivo di tale scelta è non mischiare la sua storia con quella di Cosentino e di tanti camorristi, dimostrerebbe maturità politica e morale".
Mara Carfagna si dimette - "Non farò mancare la fiducia a Berlusconi, ma il 15 dicembre rassegnerò le mie dimissioni dal partito. Lascerò anche lo scranno di parlamentare, perché a differenza di altri sono disinteressata e non voglio dare adito a strumentalizzazioni. Mi dimetterò ovviamente anche da ministro visto che il mio contributo pare sia ininfluente".
Il giorno dopo il preannunciato terremoto politico, ecco che Mara Carfagna scioglie ogni dubbio e, in un'intervista rilasciata al Mattino e anticipata dal quotidiano, annuncia che lascerà sia come parlamentare, che come ministro.
A nulla, in definitiva, sono serviti i tentativi dei vertici del Pdl per scongiurare scelte azzardate. A nulla, è servita la telefonata del presidente del Consiglio che venerdì da Lisbona aveva chiamato il ministro per tentare di rimediare allo strappo.
Nell'intervista il ministro precisa di non essere intenzionata a passare con Futuro e libertà.
"Sui rifiuti guerra di potere" - Alla base della sua scelta la distanza dai vertici del Pdl in Campania sull'emergenza rifiuti. "Nell'ultima seduta del Consiglio dei ministri ho fatto presente la mia preoccupazione sullo scontro istituzionale tra Comune e Provincia di Salerno che rischia di portare alla paralisi assoluta compromettendo la realizzazione dell'impianto - dice Mara Carfagna - non posso permettere che per una guerra di potere si faccia saltare un'operazione di vitale importanza per la Campania".
Secondo le ricostruzioni emerse prima che arrivasse l'annuncio delle dimissioni, al centro dello scontro vi sarebbe in particolare la questione dei termovalorizzatori. Carfagna voleva che i presidenti di provincia fossero esautorati dalla gestione di questi impianti in Campania, ed ha proposto che fosse nominato un commissario, a scelta del governo. Per questa sua posizione, sarebbe stata attaccata ogni giorno sul piano personale.
A gettare benzina sul fuoco, anche gli attacchi frontali di Alessandra Mussolini che l'avrebbe accusata pubblicamente di tramare alle spalle del Pdl insieme a Italo Bocchino, portavoce di Futuro e Libertà, il partito guidato dal presidente della Camera Gianfranco Fini.
Gelmini: Mara è un politico leale - Al fianco del ministro era scesa in campo anche Mariastella Gelmini che, ai microfoni di SkyTG24 aveva espresso tutto il suo apprezzamento per la collega. "Il ministro Carfagna si è contraddistinto per aver portato avanti progetti molto importanti come il reato di stalking e il disegno di legge sul reato di prostituzione. Sono certa che, anche dopo la telefonata di Berlusconi ci sono le condizioni per risolvere i problemi campani". E ancora: "Sul piano politico non si può mettere in dubbio la sua lealtà".
Questo, infatti, uno dei nodi del "caso-Carfagna". Il ministro per le Pari Opportunità nei giorni scorsi sarebbe stato più volte colpito da fuoco amico, in altre parole oggetto di critiche mosse dai colleghi di partito che hanno insinuato che tra lei e il finiano italo Bocchino ci fosse un rapporto politico troppo stretto. "Basta attacchi maligni" aveva infatti dichiarato una Mara Carfagna arrabbiata.
L'intervista a Mariastella Gelmini
Bocchino: "E' un problema che non ci riguarda" - "La Carfagna? Un problema del Pdl. Non ci riguarda". E' questo il commento del capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, a margine del primo convegno regionale del neo partito, a Montecatini Terme. Poche ore prima Adolfo Urso, intervenuto a Montecatini aveva detto parlando del Ministro: "Io penso che Mara Carfagna sia stata e sia uno dei migliori ministri di questa Repubblica, che la sua contrapposizione in Campania a chi è stato denunciato per camorra sia del tutto legittima e il PdL dovrebbe assumere una posizione più chiara e netta".
Plaude l'opposizione - Plaude alla scelta di Mara Carfagna anche l'opposizione. "E' un gesto che le fa onore", dice Paola Concia del Pd. Parole condivise anche dal leader dell'Idv Antonio di Pietro che aggiunge: "Se il motivo di tale scelta è non mischiare la sua storia con quella di Cosentino e di tanti camorristi, dimostrerebbe maturità politica e morale".