Famiglia cristiana: "Il premier è malato". Pd: "Si dimetta"

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In relazione al nuovo scandalo che coinvolge Berlusconi il settimanale diretto da don Sciortino parla di "qualcosa che sta fra la tristezza civile e la pietà umana". Il Pd: "Venga riferire in Parlamento". Di Pietro: "E' ricattabile"

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Ondata di reazioni al nuovo scandalo sessuale che coinvolge il premier Berlusconi, nato dalle dichiarazioni della marocchina 17enne Ruby.

Famiglia cirstiana: "Premier malato" - Parla di "qualcosa che sta fra la tristezza civile e la pietà umana" Famiglia Cristiana, che sottolinea due ordini di problemi, in relazione al nuovo sex-gate. "Uno, ovviamente, è politico - si legge in un articolo sul sito del settimanale - e riguarda la credibilità, meglio ancora la dignità, dell'uomo che governa il Paese". L'altro problema, prosegue l'articolo, "da valutare come se Berlusconi fosse un tizio qualunque, è la condizione che già la moglie, Veronica Lario, aveva pubblicamente segnalato. Uno stato di malattia, qualcosa di incontrollabile anche perchè consentito, anzi incoraggiato, dal potere e da enormi disponibilità di denaro". "E' incredibile - si legge ancora - che un uomo di simile livello e responsabilità non disponga del necessario autocontrollo. E che il suo entourage stia a guardare".

Il Pd: "Dovrebbe dimettersi" - "Su questa vicenda ogni italiano si farà la sua opinione ma c'è un aspetto che riguarda pesantemente il ruolo istituzionale del premier, cioè la telefonata tra Palazzo Chigi e la Questura. Siccome il premier sembra anche aver confermato quella telefonata, un intervento del genere in qualsiasi paese del mondo porterebbe da solo alle dimissioni del premier".   
Dura reazione quella del capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini.
Al centro della questione che sta sempre più acquisendo i toni di un nuovo empasse politico, c'è il caso Ruby, la giovane ragazza marocchina che dice di essere stata ospite del premier ad Arcore e di aver partecipato a feste conclusesi con giochi come il bunga bunga.

Ma il vero nodo della faccenda, secondo l'opposizione, è quella telefonata che sarebbe arrivata in Questura direttamente dalla presidenza del Consiglio per chiedere il rilascio della minorenne fermata per furto dopo la denuncia di un'amica. 
"Berlusconi venga a riferire in Parlamento: che ruolo c'è stato, se questa cosa è vera" continua Franceschini. "In qualsiasi Paese la presidenza del Consiglio che interviene su una Questura è una cosa che, da sola, porterebbe alle dimissioni del presidente del Consiglio. Un fatto che, allegramente, il presidente del Consiglio ha confermato dicendo  di essere una persona di buon cuore".

"Stiamo sempre tra questioni esoteriche legate al Lodo Alfano e queste singolari abitudini del Presidente del Consiglio" dichiara il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, dunque il governo "si deve dimettere", "andare a casa, chiudiamola lì, vediamo se c'è un altro percorso perché il Paese ha problemi seri".

Di Pietro: "E' ricattabile" -  Secondo Di Pietro, invece, il problema è la ricattabilità del premier. "Siamo di fronte a una persona che nelle sue attività pubbliche e soprattutto nei suoi comportamenti personali è ricattabile". E aggiunge: "In questa vicenda forse può non esserci nulla di penalmente rilevante a suo carico. Ma il problema è un altro. Si può affidare il paese a un personaggio più degno di stare all'osteria piuttosto che a palazzo Chigi?".


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