La Commissione Affari Costituzionali del Senato torna a votare sul Lodo Alfano in un clima politico sempre più teso. Il Guardasigilli apre sulla questione della reiterabilità dello scudo. "La legge è uguale per tutti" dice il presidente della Camera
Fini, Berlusconi e il Pdl. LE FOTO
Pdl, c’eravamo tanto amati
In attesa di capire quale strada prenderà il lodo Alfano che oggi torna ad essere al centro dei lavori della commissione Affari Costituzionali del Senato, tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini la tensione resta ai livelli massimi. E se la giustizia resta il terreno principale dello scontro, a dividere Pdl e Fli è anche l'ipotesi di un governo tecnico per modificare la legge elettorale che potrebbe avere l'appoggio di Futuro e Libertà.
Intanto, mentre Gianfranco Fini avverte che su "alcune questioni legate alla riforma della giustizia" puo' "scaturire una crisi" dell'esecutivo invitando il Cavaliere a "non usare il lodo Alfano come pretesto per aprirla", il Guardasigilli getta acqua sul fuoco cercando di mantenere aperto il canale del dialogo a partire dal nodo della reiterabilità, tema che divide la maggioranza (con i finiani contrari): "Non mi pare una questione su cui vive o muore questo disegno di legge", dice Alfano augurandosi di "trovare l'assetto più equilibrato per far sì che questa legge possa avere un ampio margine di condivisione in Parlamento".
Parole, quelle del ministro della Giustizia, che non riescono ad addolcire il clima da resa dei conti che si respira in queste ore. Tant'è che il leader della Lega Nord Umberto Bossi non esita a definire Fini "in preda al cortocircuito della provocazione" anche se, prosegue il Senatur - "penso che come Berlusconi abbia interesse a non fare troppo casino".
Giustizia a parte, a dividere la maggioranza è poi lo spettro del governo tecnico. Ipotesi bocciata dal Pdl che all'unisono vede come alternativa al governo Berlusconi solo le elezioni anticipate mentre l'idea di un esecutivo ad hoc per modificare la legge elettorale non dispiace completamente agli esponenti di Fli. A chiedere chiarimenti ai finiani è Fabrizio Cicchitto: "Non si può stare in una maggioranza, con autorevoli esponenti al governo, come il ministro Andrea Ronchi, e prepararne un'altra", attacca il capogruppo alla Camera del Pdl chiamando in causa le dichiarazioni di Bocchino a proposito dell'appoggio di Fli ad esecutivo tecnico che modifichi la legge elettorale. Il diretto interessato replica a stretto giro di posta: "Cicchitto prima di occuparsi delle aree di Futuro e Libertà si preoccupi delle innumerevoli correnti e correntine interne al Pdl", sostiene il capogruppo di Fli dicendosi convinto che un governo che modifichi la legge elettorale "sarebbe sostenuto da tutti i parlamentari 'futuristi' e da gran parte di quelli del Pdl che non comprendono per quali ragioni muscolari Berlusconi abbia dovuto mettere a repentaglio la legislatura".
Lodo Alfano: ecco i punti contestati del provvedimento
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Intanto, mentre Gianfranco Fini avverte che su "alcune questioni legate alla riforma della giustizia" puo' "scaturire una crisi" dell'esecutivo invitando il Cavaliere a "non usare il lodo Alfano come pretesto per aprirla", il Guardasigilli getta acqua sul fuoco cercando di mantenere aperto il canale del dialogo a partire dal nodo della reiterabilità, tema che divide la maggioranza (con i finiani contrari): "Non mi pare una questione su cui vive o muore questo disegno di legge", dice Alfano augurandosi di "trovare l'assetto più equilibrato per far sì che questa legge possa avere un ampio margine di condivisione in Parlamento".
Parole, quelle del ministro della Giustizia, che non riescono ad addolcire il clima da resa dei conti che si respira in queste ore. Tant'è che il leader della Lega Nord Umberto Bossi non esita a definire Fini "in preda al cortocircuito della provocazione" anche se, prosegue il Senatur - "penso che come Berlusconi abbia interesse a non fare troppo casino".
Giustizia a parte, a dividere la maggioranza è poi lo spettro del governo tecnico. Ipotesi bocciata dal Pdl che all'unisono vede come alternativa al governo Berlusconi solo le elezioni anticipate mentre l'idea di un esecutivo ad hoc per modificare la legge elettorale non dispiace completamente agli esponenti di Fli. A chiedere chiarimenti ai finiani è Fabrizio Cicchitto: "Non si può stare in una maggioranza, con autorevoli esponenti al governo, come il ministro Andrea Ronchi, e prepararne un'altra", attacca il capogruppo alla Camera del Pdl chiamando in causa le dichiarazioni di Bocchino a proposito dell'appoggio di Fli ad esecutivo tecnico che modifichi la legge elettorale. Il diretto interessato replica a stretto giro di posta: "Cicchitto prima di occuparsi delle aree di Futuro e Libertà si preoccupi delle innumerevoli correnti e correntine interne al Pdl", sostiene il capogruppo di Fli dicendosi convinto che un governo che modifichi la legge elettorale "sarebbe sostenuto da tutti i parlamentari 'futuristi' e da gran parte di quelli del Pdl che non comprendono per quali ragioni muscolari Berlusconi abbia dovuto mettere a repentaglio la legislatura".
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