Renzi: difendere il Pd, anche da se stesso

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Il sindaco di Firenze ha organizzato un incontro per discutere del rinnovamento del partito. Ma su Facebook accusa i dirigenti di aver spostato una riunione dei circoli, "perché la gente non venga". Vittimismo? "No, al massimo facciamo la rivoluzione"

di Serenella Mattera

“Rottamare”. Ovvero: “Prendere atto del fallimento di chi da vent'anni sta nei palazzi della politica senza riuscire a cambiare davvero”. E poi lavorare “tutti insieme” a una “sintesi delle nostre idee per il nostro futuro, perché con le loro idee è già difficile il nostro presente”. E’ questo, in soldoni, il programma di “Prossima fermata, Italia”. Una tre giorni di dibattito organizzata da Matteo Renzi, sindaco di Firenze, per raccogliere proposte e idee di chi chiede un rinnovamento nel Partito democratico, ma più in generale nel nostro Paese. Assieme al consigliere regionale della Lombardia Giuseppe Civati, Renzi chiede senza remore che “si schiodino dalle proprie poltrone” quei politici che hanno governato per decenni e hanno fallito. “La Prima è finita male, la Seconda non è nemmeno iniziata. Forse è meglio provare con la Terza Repubblica”, scrive Civati.

“Pensano di offenderci chiamandoci ‘giovanotti’, ci accusano di essere sfasciacarrozze, ci fanno la caricatura rappresentandoci come pierini dispettosi perché abbiamo avuto il coraggio di dire che ‘loro’ hanno già dato tutto quello che potevano dare. Hanno già avuto la loro occasione, l'hanno sfruttata come abbiamo visto, adesso tocca ad altri”, è il messaggio che lancia via Facebook Renzi. E spiega che dalla tre giorni al via il 5 novembre nel capoluogo toscano, spera di trarre una “carta di Firenze”, sintesi di idee per il futuro.

Ma non proprio tutto sembra filare liscio. Cosa succede? Basta sfogliare la bacheca virtuale di Renzi, che è sempre molto attivo sul social network, per scoprirlo. Il 16 ottobre il sindaco scrive: “Il Pd nazionale dimostra la propria collaborazione spostando l’assemblea dei circoli dal 24 ottobre al 6 novembre: in contemporanea” con l’appuntamento di Firenze, “perché la gente non venga”. “Non pensavo che la paura di rottamazione facesse questo effetto: ma noi non ci caschiamo! Faremo le nostre proposte senza rabbia e con il sorriso…”.

C'è chi, però, tra i commenti insinua: “Usare sta cosa per vittimismo mi sembra scorretto e patetico…”. E allora il sindaco risponde: “Noi abbiamo fissato la data dopo aver visto gli impegni del Pd. I circoli hanno a sorpresa deciso di cambiare la data, così, per caso, pacatamente ma anche serenamente. Succede. Noi non facciamo mai vittimismo, credimi. Al massimo facciamo la rivoluzione. O ci proviamo… Ma il vittimismo non è roba nostra”.

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