Il governatore del Piemonte: “Non abbiamo nessuno all’interno di quel Consiglio di amministrazione”. E sulla frase di Bossi sui romani: “Era solo una battuta alla quale sono seguite strumentalizzazioni fuori luogo”
"Berlusconi ha detto di avere i numeri per andare avanti e la Lega lo sostiene". Lo ha detto il governatore del Piemonte Roberto Cota a SkyTG24. "In questa legislatura siamo stati il motore del processo di riforma attraverso i nostri ministri, i nostri parlamentari e con le elezioni regionali in cui abbiamo conquistato posizioni importanti", ha continuato. "Quello che accadrà domani non lo so. Il governo si presenterà e se avrà i numeri proseguirà sul programma del 2008 e su quello, molto, che ha fatto in questi due anni e mezzo di legislatura".
Secondo Cota, "non c'è alcun impasse sul federalismo: in questo anno e mezzo è stata approvata la legge delega sul federalismo fiscale e non è mai accaduto che una simile legge fosse approvata, tutti i decreti attuativi sono partiti, alcuni approvati, altri in via di discussione e c'è un confronto con le regioni. Non temo ritardi - ha poi detto - anche perché so che c'è la Lega, c'è Bossi, ci sono i nostri ministri e so che i patti sono stati sempre mantenuti”.
Poi, il governatore del Piemonte interviene sulla frase sui romani di Umberto Bossi che ha scatenato molte polemiche. “Era una battuta", alla quale sono seguite "strumentalizzazioni fuori luogo” afferma Cota. "Ho visto e sentito delle reazioni veramente fuori luogo. L'azione di Bossi - ha aggiunto il governatore leghista – è sotto gli occhi di tutti; se non ci fosse stato lui probabilmente vivremmo ancora nella palude della Prima Repubblica. Quello che è stato eccessivo sono state certe strumentalizzazioni, quando uno fa una battuta si cerca di cogliere il senso della battuta". Il fatto che tali esternazioni siano frutto di un avvicinamento all'appuntamento elettorale, ha poi aggiunto "è solo dietrologia".
E sulla vicenda Unicredit: “Noi non abbiamo mai interferito. Non abbiamo nessuno all'interno di quel Consiglio di Amministrazione e quindi non abbiamo potuto interferire sulla scelta di mandare via Profumo. Abbiamo sempre tenuto una posizione politica ed è quella che tengo io in Piemonte con riferimento al sistema bancario e cioè che le banche dal nostro punto di vista devono essere attente al territorio: ai bisogni, all'imprenditoria del territorio".
Quanto al ministro dello Sviluppo economico secondo Cota “arriverà perché lo ha detto il presidente del Consiglio. Però, in questo periodo, Berlusconi ha fatto il ministro dello Sviluppo economico". Ogni volta che ho avuto a che fare con il ministero, ha aggiunto il governatore leghista, "ho trovato una struttura che funziona e lo dico anche con una certa cognizione di causa perché in passato ho fatto il sottosegretario alle Attività produttive".
Secondo Cota, "non c'è alcun impasse sul federalismo: in questo anno e mezzo è stata approvata la legge delega sul federalismo fiscale e non è mai accaduto che una simile legge fosse approvata, tutti i decreti attuativi sono partiti, alcuni approvati, altri in via di discussione e c'è un confronto con le regioni. Non temo ritardi - ha poi detto - anche perché so che c'è la Lega, c'è Bossi, ci sono i nostri ministri e so che i patti sono stati sempre mantenuti”.
Poi, il governatore del Piemonte interviene sulla frase sui romani di Umberto Bossi che ha scatenato molte polemiche. “Era una battuta", alla quale sono seguite "strumentalizzazioni fuori luogo” afferma Cota. "Ho visto e sentito delle reazioni veramente fuori luogo. L'azione di Bossi - ha aggiunto il governatore leghista – è sotto gli occhi di tutti; se non ci fosse stato lui probabilmente vivremmo ancora nella palude della Prima Repubblica. Quello che è stato eccessivo sono state certe strumentalizzazioni, quando uno fa una battuta si cerca di cogliere il senso della battuta". Il fatto che tali esternazioni siano frutto di un avvicinamento all'appuntamento elettorale, ha poi aggiunto "è solo dietrologia".
E sulla vicenda Unicredit: “Noi non abbiamo mai interferito. Non abbiamo nessuno all'interno di quel Consiglio di Amministrazione e quindi non abbiamo potuto interferire sulla scelta di mandare via Profumo. Abbiamo sempre tenuto una posizione politica ed è quella che tengo io in Piemonte con riferimento al sistema bancario e cioè che le banche dal nostro punto di vista devono essere attente al territorio: ai bisogni, all'imprenditoria del territorio".
Quanto al ministro dello Sviluppo economico secondo Cota “arriverà perché lo ha detto il presidente del Consiglio. Però, in questo periodo, Berlusconi ha fatto il ministro dello Sviluppo economico". Ogni volta che ho avuto a che fare con il ministero, ha aggiunto il governatore leghista, "ho trovato una struttura che funziona e lo dico anche con una certa cognizione di causa perché in passato ho fatto il sottosegretario alle Attività produttive".