Gianni Alemanno: io resto al Campidoglio

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Il sindaco di Roma, dai microfoni di SkyTG24, risponde al quotidiano l'Unità che sostiene che sarebbe tentato di lasciare la poltrona per affiancare Berlusconi. E sulla crisi del Pdl dichiara: la maggioranza ha il 50% di possibilità di sopravvivere

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"Mi dispiace deludere la sinistra, ma io faccio il sindaco di Roma, lo faccio dopo essermi candidato due volte, nel 2006 e nel 2008 e non ho nessuna intenzione di cambiare questo mio compito". Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, intervistato da SkyTG24.
"Voglio andare avanti - aggiunge Alemanno - perché Roma ha bisogno di un profondo risanamento dopo il fallimento della sinistra". Le parole del primo cittadino arrivano in risposta a un articolo comparso sul quotidiano l'Unità secondo il quale il sindaco di Roma
sarebbe tentato di lasciare il Campidoglio per 'affiancare Berlusconi' (guarda la rassegna stampa).

Alemanno parla anche della crisi che sta attraversando il centrodestra. "Fifty-fifty, 50%". Queste sono, secondo il sindaco le possibilità della maggioranza di sopravvivere al momento di empasse.
"Abbiamo da un lato la necessità di mandare avanti la legislatura non interrompendola per un voto e di un governo forte anche dal punto di vista economico, ma dall'altro lato proprio per fare questo ci vuole chiarezza e non aree grigie e quindi è necessario trovare un'intesa forte tra coloro che devono sostenere il governo. E questo e' piu' difficile da raggiungere".
Un'intesa con i finiani e anche con l'Udc?. "Con tutti coloro che ci stanno, con i finiani, con l'Udc, con tutti coloro che ritengono che ci sia bisogno di portare avanti questa esperienza del governo Berlusconi", risponde Alemanno.

Sulla possibile sintonia tra Gianfranco Fini e l'elettorato che era di An, Alemanno risponde: "Ci sono molte scelte culturali che provengono da Fini in questo momento, che hanno poco a che fare con la cultura di destra. Da questo punto di vista è probabile che le scelte siano totalmente indipendenti dai vecchi schieramenti e dalle vecchie appartenenze. Ognuno farà le proprie scelte. Quello che devono fare oggi i rappresentanti del popolo - aggiunge - è guardare in base a che cosa sono stati eletti. C'è stata una precisa proposta programmatica e di leadership alle ultime elezioni che non può essere tradita".

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