Bersani è riapparso venerdì con l'annuncio dell'operazione "porta a porta" di settembre. Ma su Internet e sui giornali la base del centrosinistra chiede al partito maggiore presenza e incisività
di Serenella Mattera
“Eppur si muove. Speremm” (speriamo, ndr). E’ il primo commento che si legge sulla pagina Facebook di Pier Luigi Bersani appena sotto l’annuncio del segretario del Pd della “più grande mobilitazione porta a porta che un partito abbia mai promosso”. Il segretario dà appuntamento a settembre per una campagna di informazione sui “danni che il governo Berlusconi ha prodotto” e “per lanciare la nostra proposta di governo”. Ma quella prima reazione, così come altre dello stesso tenore (“Era ora, meglio tardi che mai!”, ma anche “Bentornato Pierluigi, tutto bene le ferie?”), lasciano capire che non è sopita una polemica che è rimbalzata negli ultimi giorni dai social network ai blog, passando per i giornali vicini alla destra, ma trovando concordi anche alcuni militanti del centrosinistra. Una polemica che è possibile riassumere in una domanda: “Dov’è il Pd?”.
Dove siano Bersani e il suo partito se lo chiede un video pubblicato sul sito di YouDem, la tv del Pd, e firmato da Simone di Stefano. Racconta lo sciopero della fame di tre precari della scuola siciliani e invita il segretario, attraverso la voce di Caterina Altamore, insegnante iscritta al Pd, ad andare di persona a parlare con loro. Ma l’accusa di essere stato assente viene mossa al principale partito d’opposizione soprattutto sulla scena della politica nazionale, in relazione alle difficoltà tutte interne alle maggioranza per lo scontro Berlusconi-Fini, che hanno reso questo agosto incandescente e che lasciano intravedere lo spettro delle urne.
“Ma dov’è finita la sinistra?”. “Hanno rapito Bersani”. Così titolava venerdì un quotidiano di centrodestra come Libero. In prima pagina, una caricatura del segretario democratico nella posa della drammatica immagine del rapimento di Aldo Moro, con una copia di Repubblica sul petto: “Desaparecido della politica italiana nel momento in cui avrebbe più bisogno di un vero capo dell’opposizione”. Non si è fatta attendere la replica di Europa, giornale del Pd: “Bersani assente? Meglio così”. In un editoriale si rivendica la bontà della scelta “di centellinare le uscite a mezzo stampa”, soprattutto sugli argomenti, come l’affaire Tulliani, che sono stati al centro del dibattito estivo. Ma che ci sia qualcosa che non va, lo sostiene anche Europa: “Fino a ora la linea democratica si riassume nel motto ‘stiamo alla finestra’, o anche ‘aspettiamo che cada la mela’: che obiettivamente non è un granché, Bersani assente o presente. Ma questo è un tema troppo serio per discuterlo con quegli spiritosi di Libero. Aspettiamo che torna Bersani, va bene?”.
Il Fatto, altro giornale mai tenero verso i democrats (“C’è vita nel Pd?”, chiedeva il 4 agosto) venerdì mattina in prima pagina lodava il mea culpa sul berlusconismo della fondazione finiana FareFuturo e chiedeva: “Ma quando il Pd userà le stesse parole?”. In questa incandescente estate, ha scritto il giorno dopo Marco Travaglio in un editoriale (in cui chiama il Pd il partito dei “Perditori Democratici”), “il segretario si è dato, forse opportunamente, alla clandestinità. Non pervenuto dall’11 agosto a ieri”.
Ma non è solo la stampa avversa a criticare. Bastava visitare nei giorni scorsi le pagine Facebook ufficiali di Bersani e del Partito democratico per trovare una sfilza di accuse: “Il Pd ha perso le parole, come la canzone di Ligabue” (Daniele), “Cercasi Bersani disperatamente, possibilmente vivo e loquace” (Dante), “Ma dove siete, tutti al mare?” (Massimo), “Svegliamoci. La base vi segue, ma se non ci guidate, noi non sappiamo dove andare” (Vito). Non tutti d’accordo, naturalmente. “E’ giusto che si sappia – replica decisa Pina - che il Pd è un grande partito e non si farà dettare l’agenda da vendoliani, grillini, dipietristi e finiani dell’ultima ora…”.
Intanto in Rete c’è chi ci scherza su, come il blog radicale Metilparaben, che propone un “generatore automatico di fulminanti strategie del Pd per approfittare delle difficoltà della maggioranza”. O Carlo Cornaglia, con la sua satira in versi: “Dal matrimonio infame fra i Dc / e gli orfani del celebre Baffone / è uscito quel rachitico Pd / inabile a governo e opposizione”.
Anche Beppe Grillo ha voluto dire la sua, con un vero e proprio pamphlet dal titolo “Odio la sinistra”: “Odio la Sinistra delle trattative sotto il tavolo… Odio la Sinistra che ha trasformato l’opposizione in una caricatura… Odio le ottusità e le furbizie della Sinistra, il distacco dagli operai, dai precari…”.
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Pd: Bersani, mobilitazione generale porta a porta
“Eppur si muove. Speremm” (speriamo, ndr). E’ il primo commento che si legge sulla pagina Facebook di Pier Luigi Bersani appena sotto l’annuncio del segretario del Pd della “più grande mobilitazione porta a porta che un partito abbia mai promosso”. Il segretario dà appuntamento a settembre per una campagna di informazione sui “danni che il governo Berlusconi ha prodotto” e “per lanciare la nostra proposta di governo”. Ma quella prima reazione, così come altre dello stesso tenore (“Era ora, meglio tardi che mai!”, ma anche “Bentornato Pierluigi, tutto bene le ferie?”), lasciano capire che non è sopita una polemica che è rimbalzata negli ultimi giorni dai social network ai blog, passando per i giornali vicini alla destra, ma trovando concordi anche alcuni militanti del centrosinistra. Una polemica che è possibile riassumere in una domanda: “Dov’è il Pd?”.
Dove siano Bersani e il suo partito se lo chiede un video pubblicato sul sito di YouDem, la tv del Pd, e firmato da Simone di Stefano. Racconta lo sciopero della fame di tre precari della scuola siciliani e invita il segretario, attraverso la voce di Caterina Altamore, insegnante iscritta al Pd, ad andare di persona a parlare con loro. Ma l’accusa di essere stato assente viene mossa al principale partito d’opposizione soprattutto sulla scena della politica nazionale, in relazione alle difficoltà tutte interne alle maggioranza per lo scontro Berlusconi-Fini, che hanno reso questo agosto incandescente e che lasciano intravedere lo spettro delle urne.
“Ma dov’è finita la sinistra?”. “Hanno rapito Bersani”. Così titolava venerdì un quotidiano di centrodestra come Libero. In prima pagina, una caricatura del segretario democratico nella posa della drammatica immagine del rapimento di Aldo Moro, con una copia di Repubblica sul petto: “Desaparecido della politica italiana nel momento in cui avrebbe più bisogno di un vero capo dell’opposizione”. Non si è fatta attendere la replica di Europa, giornale del Pd: “Bersani assente? Meglio così”. In un editoriale si rivendica la bontà della scelta “di centellinare le uscite a mezzo stampa”, soprattutto sugli argomenti, come l’affaire Tulliani, che sono stati al centro del dibattito estivo. Ma che ci sia qualcosa che non va, lo sostiene anche Europa: “Fino a ora la linea democratica si riassume nel motto ‘stiamo alla finestra’, o anche ‘aspettiamo che cada la mela’: che obiettivamente non è un granché, Bersani assente o presente. Ma questo è un tema troppo serio per discuterlo con quegli spiritosi di Libero. Aspettiamo che torna Bersani, va bene?”.
Il Fatto, altro giornale mai tenero verso i democrats (“C’è vita nel Pd?”, chiedeva il 4 agosto) venerdì mattina in prima pagina lodava il mea culpa sul berlusconismo della fondazione finiana FareFuturo e chiedeva: “Ma quando il Pd userà le stesse parole?”. In questa incandescente estate, ha scritto il giorno dopo Marco Travaglio in un editoriale (in cui chiama il Pd il partito dei “Perditori Democratici”), “il segretario si è dato, forse opportunamente, alla clandestinità. Non pervenuto dall’11 agosto a ieri”.
Ma non è solo la stampa avversa a criticare. Bastava visitare nei giorni scorsi le pagine Facebook ufficiali di Bersani e del Partito democratico per trovare una sfilza di accuse: “Il Pd ha perso le parole, come la canzone di Ligabue” (Daniele), “Cercasi Bersani disperatamente, possibilmente vivo e loquace” (Dante), “Ma dove siete, tutti al mare?” (Massimo), “Svegliamoci. La base vi segue, ma se non ci guidate, noi non sappiamo dove andare” (Vito). Non tutti d’accordo, naturalmente. “E’ giusto che si sappia – replica decisa Pina - che il Pd è un grande partito e non si farà dettare l’agenda da vendoliani, grillini, dipietristi e finiani dell’ultima ora…”.
Intanto in Rete c’è chi ci scherza su, come il blog radicale Metilparaben, che propone un “generatore automatico di fulminanti strategie del Pd per approfittare delle difficoltà della maggioranza”. O Carlo Cornaglia, con la sua satira in versi: “Dal matrimonio infame fra i Dc / e gli orfani del celebre Baffone / è uscito quel rachitico Pd / inabile a governo e opposizione”.
Anche Beppe Grillo ha voluto dire la sua, con un vero e proprio pamphlet dal titolo “Odio la sinistra”: “Odio la Sinistra delle trattative sotto il tavolo… Odio la Sinistra che ha trasformato l’opposizione in una caricatura… Odio le ottusità e le furbizie della Sinistra, il distacco dagli operai, dai precari…”.
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