Fini su Montecarlo: "Nulla da temere, avanti su legalità"

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Il presidente della Camera risponde alle sollecitazioni dei giornali e dà la sua versione dei fatti. Confermata fiducia nelle inchieste. "A differenza di altri non ho l'abitudine di strillare contro i magistrati comunisti". Nessun commento da Berlusconi

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Sollecitato da diversi quotidiani a dare una risposta sulla questione dell'appartamento di Montecarlo donato dalla contessa Colleoni ad Alleanza Nazionale e rivenduto per 300mila euro, Gianfranco Fini ha pubblicato oggi una nota in cui, in otto punti, racconta la sua versione dei fatti.

"In quasi trenta anni di impegno parlamentare - dice il presidente della Camera - non ho mai avuto problemi di sorta con la giustizia e non ho assolutamente niente da nascondere nè tantomeno da temere per la vicenda monegasca. Pertanto, chi spera che in futuro io sia costretto a desistere dal porre il tema della trasparenza e della legalità nella politica è meglio che si rassegni".

"Un'inchiesta della Magistratura - prosegue Fini - accerterà se sulla vicenda della casa a Montecarlo sono state commesse irregolarità o violazioni di legge. E' la ragione per cui mi sono fino ad oggi limitato ad affermare 'Ben vengano le indagini'. A differenza di altri non ho l'abitudine di strillare contro i magistrati comunisti...".

La difesa di Fini - Gianfranco Fini prosegue nella nota sottolineando che "secondo molti la rilevanza che il caso ha assunto dovrebbe spingermi a chiarire rapidamente, senza attendere interrogatori e rogatorie internazionali, alcuni punti non facilmente comprensibili per l'opinione pubblica. Premesso che il caso è diventato tale per l'ossessiva campagna mediatica dei giornali berlusconiani, che fingono di ignorare che la vicenda non ha ad oggetto soldi o beni pubblici ma solo la gestione di una eredità a favore di A.N., sento comunque il dovere di fare chiarezza per ciò di cui sono a conoscenza". Il presidente della Camera Gianfranco Fini, con una lunga nota fa il punto sulla casa di An a Montecarlo.


"1) L'appartamento di Montecarlo (peraltro di modeste dimensioni) fu valutato, quando venne in possesso di A.N., circa quattrocentocinquanta milioni di lire e per tale valore fu regolarmente iscritto a bilancio. La stima fu fatta dalla societa' che amministra il condominio ed e' stata spontaneamente esibita agli inquirenti insieme con gli altri documenti richiesti.

2) Chi ebbe modo di visitare l'appartamento, l'On. Lamorte e la Sig.ra Marino, mia segretaria particolare, riferirono che esso era in condizioni fatiscenti, inabitabile senza cospicue spese di ristrutturazione.

3) Non corrisponde al vero che siano state avanzate a me o, per quel che mi risulta, all'amministratore Sen Pontone o ad altri proposte formali di acquisto.

4) Nel 2008 il Sig. Giancarlo Tulliani mi disse che, in base alle sue relazioni e conoscenze del settore immobiliare a Montecarlo, una societa' era interessata ad acquistare l'appartamento, notoriamente abbandonato da anni.

5) Verificato dagli Uffici di A.N. che l'offerta di acquisto era superiore al valore stimato (trecentomila Euro a fronte di quattrocentocinquanta milioni di lire) e in ragione del fatto che il bene rappresentava unicamente un onere per A.N. (spese di condominio ed altro), autorizzai il Sen. Pontone alla vendita come accaduto altre volte in casi analoghi.

6) Solo per restare nell'ambito dell'eredità Colleoni, alcuni terreni a Monterotondo, un appartamento ad Ostia ed uno in Viale Somalia a Roma furono venduti in tempi diversi con le medesime modalita'. In nessuna occasione, a partire dalle assemblee nazionali convocate secondo statuto per l'approvazione dei bilanci, alcun dirigente di A.N. contesto' o sollevo' perplessita' sulle avvenute vendite essendo evidente che la "giusta battaglia" cui faceva riferimento il testamento consisteva nel rafforzamento del partito anche attraverso nuovi introiti finanziari e non certo attraverso l'utilizzo di terreni o appartamenti (specie se all'estero) non necessari all'attivita' politica.

7) La vendita dell'appartamento e' avvenuta il 15 ottobre 2008 dinanzi al Notaio Aureglia Caruso e sulla natura giudica della societa' acquirente e sui successivi trasferimenti non so assolutamente nulla.

8) Qualche tempo dopo la vendita ho appreso da Elisabetta Tulliani che il fratello Giancarlo aveva in locazione l'appartamento". La mia sorpresa ed il mio disappunto possono essere facilmente intuite" conclude il presidente della Camera.

Le reazioni nel Pdl - Silvio Berlusconi non ha rilasciato commenti. Paolo Bonaiuti, portavoce del premier ha sottolineato che il premier "non ha fatto né farà alcun commento in merito alla vicenda del Presidente della Camera Fini. Qualunque dichiarazione gli venga attribuita stasera dai resoconti delle agenzie di stampa o domani dagli articoli dei quotidiani, sarà perciò falsa, frutto di pura fantasia, e come tale smentita".

Il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone ha invece dichiarato: "Siamo garantisti verso tutti, ma non siamo ciechi. La cosiddetta 'spiegazione' fornita dal presidente Fini non spiega granché sulla ormai famosa vicenda della casa monegasca. O meglio: le spiegazioni si fermano proprio dove sarebbero dovute cominciare, e cioè sul punto che ha, diciamo così, suscitato 'sorpresa' anche nell'onorevole Fini".

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