P3, Caliendo non molla: "Non ho fatto nulla"

Politica
Il sottosegretario Giacomo Caliendo
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Il sottosegretario, indagato nell’inchiesta sulla presunta loggia segreta, respinge ogni accusa: “Quando mi contesteranno un fatto mi dimetterò ma, siccome non ho commesso fatti scorretti, non lascio”. Il voto di sfiducia? “Ben venga, chiarirò tutto”

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Non solo Verdini (che in una conferenza stampa ha illustrato le sue ragioni). Si difende anche il sottosegretario Giacomo Caliendo, da ieri indagato per la partecipazione alla presunta loggia segreta P3. "Non ho commesso nulla - ha detto Caliendo - quando mi contesteranno un fatto mi dimetterò, ma siccome non ho commesso fatti scorretti, non ho commesso nulla, non mi dimetto". Il sottosegretario, inoltre, non pone alcuna obiezione all'eventuale voto di sfiducia nei suoi confronti che il Pd si appresta a chiedere di calendarizzare alla Camera: "Non ho nessuna contrarietà a che si discuta, così almeno parleremo dei fatti. E sia chiaro: io non ho commesso nulla. Quando mi contesteranno un fatto che ho commesso, anche solo scorretto, allora risponderò. Ma di fatti non ce ne sono".

Il sottosegretario sarà interrogato venerdì prossimo 30 luglio dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal pubblico ministero Rodolfo Sabelli. Oggi l'avvocato Paola Severino, che assiste il sottosegretario, ha avuto un breve incontro con Capaldo, concordando l'interrogatorio che si terrà negli uffici della Procura della Repubblica in piazzale Clodio.
Al centro del colloquio ci sarà tra l'altro l'incontro che il 23 settembre dello scorso anno si tenne nell'abitazione di Denis Verdini, all'Ara Coeli con la partecipazione di Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi, considerati i promotori della "P3". Presenti anche il senatore Marcello Dell'Utri e i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller.

La reazione del Pd
- "Caliendo deve dimettersi mentre Verdini ha il buon senso del suo partito. Se il Pdl intende rappresentarsi così è libero di farlo e la gente del Pdl valuterà". E' la richiesta avanzata dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani che ricorda come da tempo il Pd ha chiesto le dimissioni del sottosegretario alla Giustizia.

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