P3, Berlusconi: "Una vergognosa montatura"

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Il presidente del Consiglio invia un messaggio audio ai promotori della libertà e attacca sinistra e stampa: "Chiacchiere, insulti, calunnie e falsi teoremi per infangare il governo". Ghedini: "Cesare non è il premier"

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"Una vergognosa montatura" con cui si tenta di "coinvolgere il presidente del Consiglio e il Popolo della Libertà in vicende poco chiare da cui siamo lontani anni luce". Silvio Berlusconi attraverso un audio messaggio indirizzato ai promotori della libertà passa al contrattacco difendendo il suo partito e se stesso da qualsiasi ipotesi di coinvolgimento nell'inchiesta giudiziaria sulla 'P3'. Berlusconi punta il dito contro l'opposizione che, a suo dire, ha l'unico obiettivo attraverso "chiacchiere, insulti, calunnie e falsi teoremi" di "infangare e di indebolire un governo che lavora, concretamente e bene, nell'interesse di tutti gli italiani".

Una difesa dell'operato del governo che il premier aveva fatto già nella mattinata nel corso del Cdm. Il Cavaliere, a quanto raccontano alcuni presenti, avrebbe rassicurato tutti sulla tenuta dell'esecutivo nonostante l'obiettivo fosse proprio la delegittimazione del governo stesso e della sua persona. Un ragionamento, quello di Berlusconi, in linea con la presa di posizione di Angelino Alfano a difesa del cosiddetto 'sistema giustizia' che, precisa il Guardasigilli "ha dentro di sè tutti gli anticorpi per reagire".  Parole chiare anche di fronte al coinvolgimento nell'inchiesta di alcuni magistrati: "Non si può fare di tutta un'erba un fascio - è la replica -  e non si può dare la caccia alle streghe".

Le indagini a carico di esponenti della maggioranza (Verdini, Cosentino, Dell'Utri e Caliendo) tengono banco anche tra le opposizioni che chiedono un chiarimento in Aula. Lo dice in modo esplicito il segretario del Pd Pier Luigi Bersani rivolgendosi al Cavaliere: "Invece di minimizzare la questione P3 - attacca il leader democratico - Berlusconi dovrebbe venire in Parlamento a dire cosa pensa dello Stato e della Repubblica". Berlusconi e' chiamato in causa anche da Donatella Ferranti, capogruppo del Pd in commissione Giustizia di Montecitorio che lo invita a "tirare fuori la testa dalla sabbia" visto che "l'inchiesta sulla P3 non è un'invenzione giornalistica ma un'accurata indagine della procura di Roma che dovrebbe allarmare tutti coloro che rivestono ruoli di responsabilita' nelle istituzioni repubblica".

Ad essere preso di mira però non è solo il premier. L'Italia dei Valori infatti chiama in causa anche Niccolò Ghedini. Per Leoluca Orlando infatti c'è da chiedersi se l'avvocato del premier in quanto "collega di partito dei vari Scajola, Brancher e Cosentino, non sia stato in qualche modo a conoscenza delle riunioni in casa Verdini per fare pressioni indebite sui membri della Consulta che stavano per giudicare la  costituzionalità del Lodo Alfano, suo obbrobrio giuridico".Una domanda a cui replica, a stretto giro di posta, il diretto interessato annunciando querela contro l'esponente dell'Idv: "Le sue parole - attacca Ghedini - trascendono qualsiasi critica politica e sono palesemente diffamatorie. Agirò immediatamente in giudizio".

Ghedini è intervenuto anche in difesa del premier, smentendo che dietro il nome di Cesare che compare in molte intercettazioni dell'inchiesta sulla P3 ci fosse proprio il presidente del Consiglio: "Come era facile intuire il nome  'Cesare' non si riferisce affatto al presidente Berlusconi. Dall'esame degli atti, cosi' come riportato anche da alcuni quotidiani, in una  intercettazione fra Carboni e Martino del 16.9.2009, un mercoledì, si legge testualmente che Cesare è a Catania e rientra sabato. Si indica poi che possa rientrare venerdì sera e che non sarebbe andato al  Congresso. Il Martino ipotizzava altresì di fare andare da lui il  Cesare. Da tali indicazioni del tutto sconnesse dagli impegni del  presidente Berlusconi e da un controllo degli impegni dei suoi spostamenti tutti documentati, si è potuto acclarare che pacificamente mai si è recato in Catania in quella settimana. E' quindi del tutto evidente che Cesare è da individuarsi in altro soggetto e ciò fa irrimediabilmente venir meno tutte le illazioni  prospettate in questi giorni".

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