Nicola Cosentino a Palazzo Chigi. Possibili dimissioni

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Scontro nella maggioranza sulla data scelta dal presidente della Camera. Pdl e Lega contrari. Il finiano Briguglio: "Il sottosegretario si dimetta". Casini (Udc): "Vicenda vergognosa". Franceschini (Pd): "Tangentopoli? A confronto è una roba da educande"

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Il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino e il coordinatore del Pdl Denis Verdini,
inquisiti nell'inchiesta per associazione segreta stralciata dall'eolico in Sardegna, sono a palazzo Chigi. Nella sede del governo c'è anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, insieme al capogruppo dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto ed il vice presidente dei senatori Pdl Gaetano Quagliarello.

Mercoledi 21 luglio l'Aula della Camera esaminerà la mozione di sfiducia presentata da Pd, Idv e Udc nei confronti del sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino (Pdl), indagato nell'inchiesta sull'eolico per associazione per delinquere semplice e violazione degli articoli 1 e 2 della legge Anselmi che vieta la ricostituzione delle società segrete presentata. Lo ha deciso il presidente della Camera Gianfranco Fini accogliendo la richiesta dell'opposizione. Sul caso Cosentino è intervenuto anche il leader della Lega Umberto Bossi, che ha parlato di possibili dimissioni del sottosegretario all'Economia. "E' possibile - dice il leader del Carroccio- ma chiedetelo a lui...".

Casini (Udc) invoca il garantismo ma definisce la questione Caldoro "preoccupante e vergognosa": "voteremo la sfiducia a Cosentino" (guarda il video in fondo all'articolo). Per Antonio Di Pietro (Idv): "Mentre il paese brucia, il governo ride. Berlusconi è il vero correo morale di questa situazione, e insieme a Cosentino noi chiediamo che tutto il governo vada a casa".

Al confronto di "quello che  abbiamo visto in questi sei mesi", Tangentopoli sembra "una roba da  educande" sostiene invece Dario Franceschini (Pd). "In ogni Paese civile il tema del rigore morale e l'esempio che  devono dare le classi dirigenti non appartiene allo scontro politico  ma è un tema condiviso. In questi 15 anni c'è stato un progressivo degrado della classe dirigente e questo non è più solo un problema del presidente del Consiglio, dei suoi processi  e delle leggi ad personam. Ora si sta allargando a pezzi importanti  della coalizione di centrodestra, del governo e del Pdl".

La scelta del presidente della Camera di consentire la discussione della mozione di sfiducia a Cosentino il prossimo 21 luglio non è condivisa dalla maggioranza. "La decisione di Fini è grave perché contrasta con la maggioranza del Parlamento", ha detto il capogruppo della Lega Marco Reguzzoni, mentre Fabrizio Cicchitto ha manifestato "netto dissenso sulla calendarizzazione". 

Il portavoce del presidente della Camera, Fabrizio Alfano, ha però precisato: "Fino a quando il Regolamento della Camera attribuirà al presidente della Camera l'esercizio esclusivo delle decisioni sulla calendarizzazione dei provvedimenti quando non c'è accordo nella conferenza dei capigruppo, il presidente Fini continuerà ad esercitare le sue responsabilità in assoluta libertà di coscienza e nel rispetto del Regolamento. D'altronde, può accadere che una volta risulti scontenta l'opposizione, come accaduto per la calendarizzazione del ddl intercettazioni, e può accadere che risulti scontenta la maggioranza, come avvenuto oggi".

Intanto l'inchiesta sull'eolico, che vede tra gli indagati anche Nicola Cosentino, continua a scatenare reazioni e prese di posizioni. L'Associazione Nazionale dei Magistrati (Anm) è intervenuta chiedendo ai magistrati coinvolti di dimettersi. "Un segnale forte da dare - ha detto il segretario del sindacato delle toghe Giuseppe Cascini, nel corso della riunione del Comitato direttivo centrale - sarebbe quello per cui i magistrati coinvolti lasciassero libera l'istituzione, lasciassero la magistratura per non coinvolgerla".

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