Il senatùr scende in campo nel tentativo di comporre la frattura tra enti locali e il dicastero di via XX Settembre. Il 14 luglio incontrerà il ministro dell'Economia. L'annuncio arriva dopo il botta e risposta tra il leader leghista e Formigoni
La manovra economica del governo.
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I tagli previsti dalla manovra per le Regioni continuano ad alimentare le polemiche tra governo ed enti locali, compatti nel ribadire l'insostenibilità della nuova finanziaria. Nella tarda serata dell'11 luglio a scendere in campo è stato Umberto Bossi, ribadendo la disponibilità del ministero dell'Economia a trovare un compromesso accettabile e addossando il naufragio dell'iniziativa alle Regioni. In maniera più particolareggiata il senatùr, intervenendo a un comizio del Carroccio ad Arona, ha dichiarato: "Mi ero dato da fare per diminuire i tagli e avevo ottenuto da Tremonti un miliardo, ma le Regioni hanno detto 'o tutto o niente' e il risultato è stato niente".
Bossi, in ogni caso, ha annunciato la volontà di farsi da mediatore tra Regioni e il dicastero di via XX Settembre: "Mercoledì, comunque, incontrerò Tremonti, per vedere dove si possono ancora pescare i soldi". Sul fronte opposto la risposta precisa e tagliente non s'è fatta attendere. A intervenire è stato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni: "Il Senato non ha ancora votato la manovra e quindi il miliardo, di cui parla l'amico Bossi, può essere dato alle Regioni, chiudendo il conflitto istituzionale".
Nel comizio di Arona, tuttavia, il senatùr ha anche aggiunto che la risoluzione definitiva del problema consiste nel federalismo fiscale. Al riguardo Bossi ha assicurato che "sarà cosa fatta entro la fine di luglio". A questo punto, sistemata la questione Regioni e incassato il federalismo fiscale, il leader del Carroccio lancerà "una grande battaglia per portare a Torino, Milano e Venezia un po' dei ministeri, che sono a Roma".
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I tagli previsti dalla manovra per le Regioni continuano ad alimentare le polemiche tra governo ed enti locali, compatti nel ribadire l'insostenibilità della nuova finanziaria. Nella tarda serata dell'11 luglio a scendere in campo è stato Umberto Bossi, ribadendo la disponibilità del ministero dell'Economia a trovare un compromesso accettabile e addossando il naufragio dell'iniziativa alle Regioni. In maniera più particolareggiata il senatùr, intervenendo a un comizio del Carroccio ad Arona, ha dichiarato: "Mi ero dato da fare per diminuire i tagli e avevo ottenuto da Tremonti un miliardo, ma le Regioni hanno detto 'o tutto o niente' e il risultato è stato niente".
Bossi, in ogni caso, ha annunciato la volontà di farsi da mediatore tra Regioni e il dicastero di via XX Settembre: "Mercoledì, comunque, incontrerò Tremonti, per vedere dove si possono ancora pescare i soldi". Sul fronte opposto la risposta precisa e tagliente non s'è fatta attendere. A intervenire è stato il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni: "Il Senato non ha ancora votato la manovra e quindi il miliardo, di cui parla l'amico Bossi, può essere dato alle Regioni, chiudendo il conflitto istituzionale".
Nel comizio di Arona, tuttavia, il senatùr ha anche aggiunto che la risoluzione definitiva del problema consiste nel federalismo fiscale. Al riguardo Bossi ha assicurato che "sarà cosa fatta entro la fine di luglio". A questo punto, sistemata la questione Regioni e incassato il federalismo fiscale, il leader del Carroccio lancerà "una grande battaglia per portare a Torino, Milano e Venezia un po' dei ministeri, che sono a Roma".