Brancher al processo Antonveneta: "Mi dimetto da ministro"

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L'annuncio in aula a Milano nel processo che lo vede imputato per ricettazione e appropriazione indebita. Berlusconi: "Decisione condivisa con me". Bersani: ora che fine fanno le deleghe? GUARDA IL VIDEO DELLA DICHIARAZIONE IN AULA

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Il neoministro per il decentramento Aldo Brancher ha annunciato le proprie dimissioni in tribunale di Milano durante il processo sul tentativo di scalata ad Antonveneta in cui è imputato insieme alla moglie. Brancher ha chiesto il giudizio con il rito abbreviato incondizionato. "Ho condiviso con Brancher la decisione di dimettersi", ha detto il premier Silvio Berlusconi, precisando che "la volontà di evitare il trascinarsi di polemiche ingiuste e strumentali dimostra ancora una volta la sua volontà di operare esclusivamente per il bene del Paese e non già per interessi personali".

"Confermo la rinuncia al legittimo impedimento e in ogni caso anticipo le mie dimissioni irrevocabili da ministro alfine di consentire un rapido esito del processo", ha detto Brancher ai giudici, hai quali ha poi chiesto l'applicazione del rito processuale abbreviato incondizionato. L'abbreviato è un rito alternativo che prevede che il processo si svolga davanti al gup, quindi a porte chiuse, e prevede la riduzione di un terzo della eventuale pena. L'udienza è stata poi rinviata al prossimo 28 luglio, quando dovrebbe iniziare la requisitoria del pubblico ministero.

La decisione di dimettersi è arrivata dopo le dure polemiche politiche innescate dalla sua richiesta di applicazione della legge sul legittimo impedimento e la sospensione del processo sino al 7 ottobre. Critiche arrivate non solo da parte dell'opposizione ma anche in settori della maggioranza, fino alla nota del Quirinale del 25 giugno scorso in cui il presidente della Repubblica stigmatizzava l'assenza dei presupposti per chiedere il legittimo impedimento.

In una nota il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha affermato di aver "condiviso con Aldo Brancher la decisione di dimettersi da Ministro". "Conosco e apprezzo ormai da molti anni l'on. Brancher e so con quanta passione e capacità avrebbe potuto ricoprire il ruolo che gli era stato affidato. La volontà di evitare il trascinarsi di polemiche ingiuste e strumentali dimostra ancora una volta la sua volontà di operare esclusivamente per il bene del Paese e non già per interessi personali. Sono certo che superato questo momento l'on. Brancher potrà, come sempre, offrire il suo fattivo contributo all'operato del Governo e alla coalizione".

Bersani: che fine fanno le deleghe? - "Le dimissioni di Brancher sono un successo dell'iniziativa del Pd e la prova che la maggioranza è in crisi. Ora mi chiedo: che fine faranno le deleghe di Brancher? Serve un nuovo ministro o sarà buttato al vento un Ministero che, nei giorni della nomina, neanche qualche giorno
fa, sembrava fondamentale". Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha commentato con i suoi le dimissioni del sottosegretario, ribadendo che, al di là del caso Brancher, molti fronti restano aperti per la maggioranza, dalla manovra al ddl intercettazioni, e causano "un impasse che impedisce di governare il paese".

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