Intercettazioni forse rimandate a settembre

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Dopo un vertice a Palazzo Grazioli la maggioranza avrebbe deciso di blindare il testo ma di essere flessibile sui tempi. Alla Camera andrebbe prima la manovra. L'Osce ribadisce la propria posizione critica

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Il testo del ddl sulle intercettazioni resteràquello votato al Senato, a meno di una nuova decisione da parte dei competenti organi del Pdl e degli altri partiti della maggioranza, ma c'è una sostanziale apertura sulla tempistica dei lavori parlamentari. E' questa, in estrema sintesi e secondo quanto riferito da un partecipante, la conclusione a cui si è giunti nel corso del vertice del Pdl a palazzo Grazioli dove Silvio Berlusconi ha riunito lo stato maggiore del partito.

"L'importante è che si voti tutto al piu' presto" ha detto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, al termine del vertice. Gasparri ricorda che in calendario ci sono anche, oltre alle intercettazioni, la riforma dell'Università e la manovra, "tutti provvedimenti importanti che fanno parte tutti del programma".

Il coordinatore del Pdl Ignazio La Russa ha ribadito: "abbiamo verificato che esiste un intreccio di calendario che coinvolge tre provvedimenti ugualmente importanti: la manovra, la riforma delle università e le intercettazioni. Abbiamo detto che per noi non ci sono pregiudiziali che uno vada prima dell'altro anche se c'è un ordine naturale di arrivo alla Camera". "Siccome per noi non è meno importante l'università della manovra o delle intercettazioni - ha detto La Russa - verificheremo il calendario migliore perché tutti e tre arrivino nel tempo più veloce possibile".

L'Osce intanto ha respinto i rilievi mossi dal governo italiano di inopportunità della presa di posizione ieri dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa sul ddl sulle intercettazioni, precisando che è "normale e consueto" che l'istituzione faccia sentire la sua voce nei processi parlamentari, ma sottolineando anche che "naturalmente il Parlamento italiano è sovrano e indipendente". Lo ha detto Roland Bless, vice della responsabile per la liberta' dei media Dunja Mijatovic che ieri aveva criticato in un comunicato il ddl.

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