I magistrati di Milano avevano richiesto alla Camera il via libera per l'accompagnamento coatto del politico, affinché testimoniasse sulla vicenda dell'intercettazione Fassino-Consorte. Ma lo stesso deputato ha poi comunicato il ritiro della domanda
Per il legale del premier nonché deputato del Pdl Niccolò Ghedini il 14 giugno è stata una giornata tormentata, che s'è conclusa, comunque, con "tanto rumore per nulla". In mattinata i magistrati di Milano avevano, infatti, chiesto alla Giunta per le Autorizzazioni della Camera il via libera per l'accompagnamento di Ghedini per rendere testimonianza sulla vicenda dell'intercettazione Fassino-Consorte nell'ambito dell'inchiesta Unipol.
Dopo che la Giunta era stata convocata per il 15 giugno dal presidente Pierluigi Castagnetti, il deputato del Pdl era subito intervenuto con una nota, in cui era affermato: "La richiesta di accompagnamento coattivo inviata dal pm Meroni della Procura di Milano alla Camera dei Deputati è totalmente infondata ed erronea. Il pm Meroni mi aveva citato come teste dopo alcuni rinvii, ritenuti ovviamente legittimi, per il giorno 8 febbraio 2010. Tempestivamente comunicavo che per quel giorno non mi era possibile presenziare, poiché impegnato per esami clinici presso l'Ospedale San Raffaele, di cui ho anche documentazione producibile in ogni momento. Facevo altresì presente che non ritenevo possibile una mia citazione quale testimone, poiché ero difensore in quel procedimento, vincolato dal segreto così come attestato anche dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Milano. Da quel giorno sono trascorsi quattro mesi e nessuna ulteriore richiesta vi è stata di sentirmi quale teste. E' ovvio che vi è la massima disponibilità ad andare in Procura a verbalizzare la impossibilità di rendere testimonianza e ciò rende la richiesta di accompagnamento coattivo palesemente illogica e carente di fondamento. E' quindi evidente che la richiesta è del tutto sconnessa dalla realtà fattuale e tale accadimento non potrà rimanere senza le dovute conseguenze, che porterò avanti in ogni sede competente".
In serata è arrivata la svolta. E' stato lo stesso Ghedini a comunicarlo, precisando che "la Procura di Milano, preso atto che in data 8 febbraio 2010 ero legittimamente impedito, che non vi è stata nessun successiva citazione e che vi è sempre stata la disponibilità a recarsi in Procura per dichiarare la impossibilità a testimoniare, essendo difensore in quel procedimento, ha inviato alla Camera dei deputati la revoca della richiesta di accompagnamento coattivo". Poco dopo la revoca è stata confermata dal deputato del Pdl Antonio Leone in qualità di membro della Giunta per le Autorizzazioni.
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Dopo che la Giunta era stata convocata per il 15 giugno dal presidente Pierluigi Castagnetti, il deputato del Pdl era subito intervenuto con una nota, in cui era affermato: "La richiesta di accompagnamento coattivo inviata dal pm Meroni della Procura di Milano alla Camera dei Deputati è totalmente infondata ed erronea. Il pm Meroni mi aveva citato come teste dopo alcuni rinvii, ritenuti ovviamente legittimi, per il giorno 8 febbraio 2010. Tempestivamente comunicavo che per quel giorno non mi era possibile presenziare, poiché impegnato per esami clinici presso l'Ospedale San Raffaele, di cui ho anche documentazione producibile in ogni momento. Facevo altresì presente che non ritenevo possibile una mia citazione quale testimone, poiché ero difensore in quel procedimento, vincolato dal segreto così come attestato anche dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Milano. Da quel giorno sono trascorsi quattro mesi e nessuna ulteriore richiesta vi è stata di sentirmi quale teste. E' ovvio che vi è la massima disponibilità ad andare in Procura a verbalizzare la impossibilità di rendere testimonianza e ciò rende la richiesta di accompagnamento coattivo palesemente illogica e carente di fondamento. E' quindi evidente che la richiesta è del tutto sconnessa dalla realtà fattuale e tale accadimento non potrà rimanere senza le dovute conseguenze, che porterò avanti in ogni sede competente".
In serata è arrivata la svolta. E' stato lo stesso Ghedini a comunicarlo, precisando che "la Procura di Milano, preso atto che in data 8 febbraio 2010 ero legittimamente impedito, che non vi è stata nessun successiva citazione e che vi è sempre stata la disponibilità a recarsi in Procura per dichiarare la impossibilità a testimoniare, essendo difensore in quel procedimento, ha inviato alla Camera dei deputati la revoca della richiesta di accompagnamento coattivo". Poco dopo la revoca è stata confermata dal deputato del Pdl Antonio Leone in qualità di membro della Giunta per le Autorizzazioni.
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