Dopo le voci sui contrasti col ministro il premieri interviene e parla di "anni di amicizia". Duro botta e risposta, invece, tra il titolare dell'Economia e Bersani. Monta intanto la protesta dei farmacisti. L'Anm annuncia lo sciopero generale
Il presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, sta lavorando con il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, e i due sono uniti da una "antica e leale amicizia personale".
E' quanto si legge in una nota di palazzo Chigi in risposta ad alcune ricostruzioni giornalistiche che hanno parlato di divisione fra i due sulla manovra 2011-12 e sulla politica economica del governo. La nota specifica che il lavoro fra i due membri del governo si esplicita "su due punti essenziali".
Il primo è focalizzato "sulla manovra di stabilizzazione finanziaria. Una manovra basata sull'impegno europeo e poi sviluppata attraverso un comune e intenso lavoro di preparazione. Nell'ambito di una grave crisi finanziaria, la più grave nel mondo dopo quella del 1929, il governo Berlusconi è fermamente convinto di avere fatto la cosa giusta, nel tempo giusto, nell'interesse dell'Italia. Il governo la presenterà in Parlamento forte delle sue convinzioni, certo del senso di responsabilità della sua maggioranza". Il secondo punto di lavoro è "su ciò che è necessario e possibile per rendere il nostro Paese competitivo sulla crescita, a partire da un grande progetto di liberalizzazione delle attività economiche". La nota conclude dicendo che "fuori dai giochi e dagli intrighi di palazzo, Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti hanno lavorato insieme e continueranno a lavorare insieme legati, oltre che dall'impegno di governo, da una leale ed antica amicizia personale".
Ma se il rapporto tra Berlusconi e Tremonti è idilliaco secondo la nota ufficiale, tale non è certamente quello tra il titolare del dicastero di via XX Settembre e il segretario del Pd Pierluigi Bersani. Durante la trasmissione Annozero, infatti, c'è stato un duro botta e risposta in diretta tra i due politici. Quando Bersani ha, infatti, chiesto a Tremonti di essere "onesto" sulla manovra, il ministro, fino ad allora rilassato, si è irrigidito e, dopo aver accusato Bersani di fare "demagogia", ha aggiunto: "Queste sono comiche da teatrante. Onorevole Bersani, usi un linguaggio più adeguato e avrà risposte. Eviti offese all'interlocutore e avrà risposte".
Ma anche all'esterno del mondo politico non si placano le polemiche sulla manovra varata del Governo. Sulla scia delle tensioni delle ultime settimane la Giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati ha deciso di proclamare uno sciopero proprio contro l'impianto della finanziaria. I vertici dell'Anm parlano di mobilitazione e protesta in un pacchetto, che verrà proposto al Comitato direttivo centrale convocato per sabato prossimo.
Nel frattempo monta anche la protesta dei farmacisti. Se la manovra economica 2011-2012 approvata non sarà modificata le farmacie private a rischio di immediata chiusura sono circa il 25%. Con il risultato che "quasi 1 milione di cittadini, sui 4 milioni che ogni giorno si recano in una farmacia, verrebbero privati di un servizio di assistenza primario e fondamentale". E' questo l'allarme lanciato, il 3 giugno, da Federfarma Lazio e dai responsabili regionali della federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani.
E' quanto si legge in una nota di palazzo Chigi in risposta ad alcune ricostruzioni giornalistiche che hanno parlato di divisione fra i due sulla manovra 2011-12 e sulla politica economica del governo. La nota specifica che il lavoro fra i due membri del governo si esplicita "su due punti essenziali".
Il primo è focalizzato "sulla manovra di stabilizzazione finanziaria. Una manovra basata sull'impegno europeo e poi sviluppata attraverso un comune e intenso lavoro di preparazione. Nell'ambito di una grave crisi finanziaria, la più grave nel mondo dopo quella del 1929, il governo Berlusconi è fermamente convinto di avere fatto la cosa giusta, nel tempo giusto, nell'interesse dell'Italia. Il governo la presenterà in Parlamento forte delle sue convinzioni, certo del senso di responsabilità della sua maggioranza". Il secondo punto di lavoro è "su ciò che è necessario e possibile per rendere il nostro Paese competitivo sulla crescita, a partire da un grande progetto di liberalizzazione delle attività economiche". La nota conclude dicendo che "fuori dai giochi e dagli intrighi di palazzo, Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti hanno lavorato insieme e continueranno a lavorare insieme legati, oltre che dall'impegno di governo, da una leale ed antica amicizia personale".
Ma se il rapporto tra Berlusconi e Tremonti è idilliaco secondo la nota ufficiale, tale non è certamente quello tra il titolare del dicastero di via XX Settembre e il segretario del Pd Pierluigi Bersani. Durante la trasmissione Annozero, infatti, c'è stato un duro botta e risposta in diretta tra i due politici. Quando Bersani ha, infatti, chiesto a Tremonti di essere "onesto" sulla manovra, il ministro, fino ad allora rilassato, si è irrigidito e, dopo aver accusato Bersani di fare "demagogia", ha aggiunto: "Queste sono comiche da teatrante. Onorevole Bersani, usi un linguaggio più adeguato e avrà risposte. Eviti offese all'interlocutore e avrà risposte".
Ma anche all'esterno del mondo politico non si placano le polemiche sulla manovra varata del Governo. Sulla scia delle tensioni delle ultime settimane la Giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati ha deciso di proclamare uno sciopero proprio contro l'impianto della finanziaria. I vertici dell'Anm parlano di mobilitazione e protesta in un pacchetto, che verrà proposto al Comitato direttivo centrale convocato per sabato prossimo.
Nel frattempo monta anche la protesta dei farmacisti. Se la manovra economica 2011-2012 approvata non sarà modificata le farmacie private a rischio di immediata chiusura sono circa il 25%. Con il risultato che "quasi 1 milione di cittadini, sui 4 milioni che ogni giorno si recano in una farmacia, verrebbero privati di un servizio di assistenza primario e fondamentale". E' questo l'allarme lanciato, il 3 giugno, da Federfarma Lazio e dai responsabili regionali della federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani.