Le “toghe” italiane hanno deciso di fermare lo sciopero paventato contro la Manovra Economica presentata oggi al Quirinale, in attesa dell’incontro chiarificatore con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, previsto per lunedì
La manovra economica del governo.
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Niente sciopero, almeno per ora. I magistrati restano sulle barricate della protesta contro il Ddl intercettazioni e la manovra economica del governo che giudicano "iniqua, sperequata e incostituzionale", ma decidono di congelare qualsiasi ipotizzata giornata di astensione dal lavoro (o di “sciopero bianco”, come proposto da alcuni) almeno fino a quando non avranno incontrato lunedì prossimo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Mentre il testo della manovra arriva al Quirinale, il “parlamentino” dell'Associazione nazionale magistrati (Anm) prende tempo: troppo presto per esprimersi su un testo di cui si conosceranno i dettagli solo la prossima settimana e che nelle ultime ore è stato rielaborato con un probabile ammorbidimento delle misure riguardanti il congelamento della progressione economica.
Perché il punto che più allarma i magistrati non è tanto il prelievo del 5% o del 10% per chi guadagna ogni anno, rispettivamente, somme superiori ai 90 mila o 150mila euro lordi ("siamo consapevoli della gravi crisi economica e non intendiamo sottrarci al nostro dovere di cittadini e contribuenti", dice il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini che tuttavia non si spiega il perché questa "tassazione straordinaria" debba riguardare solo il pubblico impiego e non anche i lavoratori privati o autonomi). A preoccupare sono soprattutto il blocco dei meccanismi di progressione economica e il congelamento degli effetti economici degli avanzamenti di carriera ottenuti con il superamento di valutazioni di professionalità. "E' assurdo che un magistrato più anziano che guadagna 150.000 euro se ne veda decurtati dalla manovra soltanto 2.000, mentre chi ne guadagna 70.000 debba contribuire alla soluzione della crisi economica con 20.000", dice Cascini spiegando che gli aumenti automatici di stipendio sono più consistenti nei primi 16 anni di carriera. Congelarli significherebbe creare un danno soprattutto ai magistrati più giovani con misure "discriminatorie e punitive". I tecnici del ministero dell'Economia, secondo l'Anm, "hanno da sempre la fobia degli automatismi delle retribuzioni dei magistrati" che tuttavia - viene ribadito - è "garanzia dell'indipendenza della magistratura", così non costretta alla contrattazione sindacale.
Manovra economica 2011, tutti gli aggiornamenti e le reazioni alla finanziaria
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Perché il punto che più allarma i magistrati non è tanto il prelievo del 5% o del 10% per chi guadagna ogni anno, rispettivamente, somme superiori ai 90 mila o 150mila euro lordi ("siamo consapevoli della gravi crisi economica e non intendiamo sottrarci al nostro dovere di cittadini e contribuenti", dice il segretario dell'Anm Giuseppe Cascini che tuttavia non si spiega il perché questa "tassazione straordinaria" debba riguardare solo il pubblico impiego e non anche i lavoratori privati o autonomi). A preoccupare sono soprattutto il blocco dei meccanismi di progressione economica e il congelamento degli effetti economici degli avanzamenti di carriera ottenuti con il superamento di valutazioni di professionalità. "E' assurdo che un magistrato più anziano che guadagna 150.000 euro se ne veda decurtati dalla manovra soltanto 2.000, mentre chi ne guadagna 70.000 debba contribuire alla soluzione della crisi economica con 20.000", dice Cascini spiegando che gli aumenti automatici di stipendio sono più consistenti nei primi 16 anni di carriera. Congelarli significherebbe creare un danno soprattutto ai magistrati più giovani con misure "discriminatorie e punitive". I tecnici del ministero dell'Economia, secondo l'Anm, "hanno da sempre la fobia degli automatismi delle retribuzioni dei magistrati" che tuttavia - viene ribadito - è "garanzia dell'indipendenza della magistratura", così non costretta alla contrattazione sindacale.
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