Inchiesta G8, Berlusconi: mai parlato di Scajola e Verdini

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Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa il premier avrebbe commentato il coinvolgimento nell'inchiesta appalti dell'ex ministro e del coordinatore del Pdl come "casi isolati che non hanno nulla a che vedere con l'attività di governo"

L'INCHIESTA SULLE GRANDI OPERE: L'ALBUM FOTOGRAFICO

"Mi dispiace che un banalissimo equivoco rischi di far nascere un caso che non esiste. Non ho mai pronunciato i nomi di Scajola e di Verdini, né altri nomi". Questa la precisazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che corregge così una anticipazione dell'ultimo libro di Bruno Vespa. E aggiunge: confermo la mia fiducia all'on. Denis Verdini quale coordinatore nazionale del Popolo della Libertà".

La dichiarazione arriva dopo la diffusione della notizia che il premier avrebbe preso le distanze da Scajola e Verdini dichiarando che il coinvolgimento dell'ex ministro dello Sviluppo Economico e dell'attuale coordinatore del Pdl nelle inchieste sugli appalti per le Grandi Opere sono da considerarsi casi isolati.
Ecco la dichiarazione battuta dalle agenzie: "Si tratta di casi personali e isolati e dagli ultimi sondaggi risulta che per l'opinione pubblica è chiaro che questi casi non hanno nulla a che vedere né con l'attività di governo né con quella del partito. Una cosa è certa, il Popolo della Libertà non ha mai ricevuto finanziamenti illeciti da nessuno e semmai è stato il presidente del Consiglio ad intervenire sulle finanze interne con mezzi propri".

Ma a confermare la precisazione del premier arriva anche una nota di Bruno Vespa: "Durante la nostra ultima conversazione, in una domanda sui rischi di una nuova Tangentopoli, ho fatto riferimento tra l'altro alle inchieste su Scajola e Verdini. Ma è vero che nella sua risposta il presidente non ha fatto nomi, come dimostra il testo riportato nelle anticipazioni del mio libro".

Ai primi di maggio Scajola ha lasciato il Ministero per potersi difendere dal sospetto di aver acquistato un appartamento a Roma con vista Colosseo con soldi di terzi. Verdini, invece, è indagato per corruzione dalla procura di Roma nell'ambito di un'inchiesta su un presunto comitato d'affari che avrebbe gestito l'assegnazione di una serie di appalti in Sardegna.

Silvio Berlusconi, però, esclude in modo categorico l'ipotesi di una nuova Tangentopoli sollevata dai giornali dopo l'inchiesta sugli appalti del G8, ma non nega che ci possano essere mele marce da isolare e punire: "Non mi è piaciuta per nulla l'ennesima esibizione di isteria giustizialista, con la pubblicazione di centinaia di nomi di clienti di un'azienda presentati come se fossero tutti dei colpevoli. Non è gettando fango su degli innocenti che si fa giustizia. Se ci saranno uno, due, tre casi di comportamenti illegittimi saranno i magistrati ad accertarlo. E in questo caso ci sarà severità di giudizio e di decisione nei confronti di chi fa politica e ha responsabilità pubbliche".

"La nostra linea, da quando siamo scesi in campo, è sempre la stessa: nessuna indulgenza e impunità per chi ha sbagliato. In politica penso di avere portato una nuova visione morale, che non è solo quella di non rubare per sé o per il partito, ci mancherebbe, ma è soprattutto quella di mantenere la parola data agli elettori realizzando gli impegni assunti con il programma elettorale. Su questo, nessuno puo' darmi lezioni. E sfido chiunque ad affermare il contrario".


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