Napolitano: penoso liquidare l'unità d'Italia

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Il presidente a Marsala per celebrare lo sbarco dei Mille dell'11 maggio 1860 ribadisce l'importanza della coesione nazionale e dichiara: "Immaginare la secessione è un salto nel buio"

"Si può considerare solo penoso che da qualunque parte, nel Sud o nel Nord, si balbettino giudizi liquidatori sul conseguimento dell'Unità, negando il salto di qualità che l'Italia tutta, unendosi, fece verso l'ingresso a vele spiegate nell'Europa moderna". Queste le parole del presidente della Repubblica a Marsala in occasione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
Un discorso, quello del capo dello Stato, molto applaudito, sottolineato dal consenso nei passaggi in cui ha riaffermato l'importanza della coesione nazionale, il ruolo "non passivo, ma da protagonista" della Sicilia nel moto unitario, e anche quando ha affermato che il contributo del Mezzogiorno e "storicamente indiscutibile".

"Le celebrazioni del 150/o - ha affermato Napolitano - offrono l'occasione per mettere in luce gli apporti della Sicilia e del Mezzogiorno a una storia e ad una cultura comuni che affondano le radici in un passato plurisecolare. Di quel patrimonio, culminato nelle conquiste del 1860-1861, come meridionali possiamo essere fieri: non c'è spazio, a questo proposito per pregiudizi e luoghi comuni che purtroppo ancora o nuovamente circolano, nell'ignoranza di quel che il Mezzogiorno, dando il meglio di sé ha dato all'Italia in momenti storici essenziali".
Napolitano ha concluso invitando da un lato il Mezzogiorno a non indulgere nel coltivare "rappresentazioni semplicistiche delle difficoltà che ha incontrato" e dall'altro lato a non "ripescare le vecchissime tesi, non degne di un approccio serio alla riflessione storica, di un Mezzogiorno ricco, economicamente avanzato a metà Ottocento che con l'Unità sarebbe stato bloccato e spinto indietro sulla via del progresso". Tanto meno, ha detto, vale la pena di commentare "un nostalgico idoleggiamento del Regno borbonico". E' solo un penoso balbettio.

Il Mezzogiorno, dal canto suo, deve parlare con verità, con "un sereno riconoscimento, delle insufficienze che le sue rappresentative delle Regioni hanno mostrato in decenni di autogoverno" così si può tenere insieme la difesa della storica autonomia speciale della Sicilia, riconosciuta con la Costituzione, con "l'apertura di un nuovo capitolo di promozione, in tutto il Paese, delle autonomie come perno della Repubblica una e indivisibile".

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