Berlusconi: in Italia fin troppa libertà di stampa. IL VIDEO

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Il premier in occasione del rapporto dell'Ocse sui disastri ambientali, si lamenta di come gli istituti internazionali siano ingenerosi con il Paese. E sul terremoto in Abruzzo: macerie? Il Consiglio comunale aveva visto il business

Silvio Berlusconi parla del terremoto in Abruzzo e della ricostruzione e lo fa nel giorno in cui presenta a Palazzo Chigi il rapporto Ocse sulla Protezione civile italiana anche in relazione al sisma dello scorso anno.
Berlusconi esprime gratitudine all'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico per "le indicazioni di miglioramento di cui faremo tesoro, per un progresso della capacità del nostro sistema ad intervenire a seguito di catastrofi naturali" e garantisce anche che "metteremo bene la testa su quelle attività di prevenzione che sono, in fondo, il modo migliore per evitare i disastri".

Poi, coglie l'occasione per lanciare una frecciata agli istituti internazioni a proposito delle classifiche che spesso vedono l'Italia indietro su temi delicati: "In Italia c'è fin troppa libertà di stampa. E' un fatto non discutibile" afferma. (Guarda la videogallery degli attacchi del premier a giornali e tv).

Berlusconi ringrazia il capo della Pretezione civile Guido Bertolaso per il lavoro svolto e si è congratula con l'intero Paese per essersi stretto attorno alla popolazione abruzzese colpita dal sisma. "Credo che quello sia il Paese che tutti noi vorremmo sempre avere: un Paese unito, in cui non ci sono discussioni, non ci sono contrasti, non ci sono invidie ma c'è soltanto la voglia di lavorare insieme per il bene di tutti".
Il presidente del Consiglio, affrontando il tema della ricostruzione de L'Aquila, rimanda alle scelte del comune abruzzese i ritardi nella rimozione delle macerie del terremoto. "Vorrei fare una precisazione sulla rimozione delle macerie" a l'Aquila: "l'opposizione ha subito approfittato dell'occasione per accusare la Protezione civile e il governo, ma come abbiamo poi dimostrato è stato lo stesso Consiglio comunale de l'Aquila che ha visto nel business della rimozione delle macerie una possibilità di intervento per le aziende locali e quindi ha detto 'non intervenite'. Quando poi si è visto che questo non era adeguato - ha continuato il presidente del Consiglio - siamo tornati e stiamo rimuovendo noi tutte le macerie".

Immediata la risposta del sindaco aquilano Massimo Cialente: "Nella rimozione della macerie noi abbiamo fatto la nostra parte e fintanto che è toccato a noi siamo andati molto più spediti di quanto non avvenga oggi".


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