L'opposizione contro Scajola, Anemone nega gli assegni

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Bufera sul ministro per presunti fondi in nero per l'acquisto di una casa. L'Idv annuncia mozione di sfiducia. Pd: riferisca in Parlamento o si dimetta. L'architetto Zampolini parla di tangenti ma il costruttore smentisce. Pdl: no a processi mediatici

Al centro del dibattito politico il caso che vede coinvolto il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola.
Oggi, l'Italia dei Valori ha presentato una mozione di sfiducia nei suoi confronti, dopo le notizie stampa secondo le quali sarebbe coinvolto nell'inchiesta Grandi Opere per il G8 per vicende legate all'acquisto di un appartamento a Roma.

"L'Italia dei Valori ha deciso di depositare una mozione di sfiducia nei confronti del ministro Scajola e ci auguriamo che le altre forze politiche non si tirino indietro. E' la richiesta di un'assunzione di responsabilità", si legge in una nota congiunta del presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e del capogruppo alla Camera, Massimo Donadi. "Quanto sta emergendo in questi giorni sulle pagine dei quotidiani nazionali sul coinvolgimento del ministro Scajola, in merito all'acquisto di immobili, è di una gravità inaudita. A prescindere dal fatto giudiziario, che va accertato nelle sedi competenti, riteniamo ci sia una grande responsabilità politica", prosegue la nota.

Interviene anche il Pd che chiede al ministro di riferire in Aula. Pena il ricorso alla mozione di fiducia contro il ministro dello Sviluppo Economico. "Dopo aver formalizzato ai presidenti di Camera e Senato la nostra richiesta di invitare il ministro Scajola a riferire in Parlamento in tempi rapidi sulla vicenda relativa ad una compravendita immobiliare, i gruppi del Partito Democratico, qualora si trovassero di fronte ad una reiterata indisponibilità del ministro dello Sviluppo economico, adotteranno ogni necessaria iniziativa parlamentare nei confronti del ministro Scajola" affermano in una nota congiunta i capigruppo di Camera e Senato Dario Franceschini e Anna Finocchiaro.

Chiede invece le dimissioni del ministro Paolo Ferrero, portavoce nazionale della federazione di Sinistra. "Il problema, però, non è presentare una mozione di sfiducia in Parlamento, come ha fatto l'Idv di Di Pietro, anche perché si sa come finiscono queste mozioni di sfiducia, con la maggioranza che ha oggi in Parlamento il Pdl: vengono respinte", ha aggiunto. "Il problema è dare vita a una grande manifestazione di tutte le opposizioni, parlamentari ed extraparlamentari, affinché il governo Berlusconi se ne vada al più presto".

Intanto, anche Fabio Granata, ministro del Pdl vicino a Gianfranco Fini, chiede a Scajola di fare un passo indietro. "Ferma restando la solidarietà umana, chi è colpito da accuse circostanziate, tali da negare, evidentemente, l'esistenza di un fumus persecutionis, dovrebbe fare un'autonoma riflessione politica, e anteporre alle proprie legittime aspirazioni di esercitare l'azione di governo l'opportunita' di fare un passo indietro per il bene del Paese e della maggioranza stessa", afferma Granata alla 'Stampa', dopo aver precisato che il suo è "un discorso generale".

Il ministro, che la scorsa settimana è stato invitato dal premier Silvio Berlusconi ad andare avanti nel suo lavoro, nega ogni coinvolgimento. Potrebbe essere sentito la prossima settimana, come persona informata dei fatti.

Arriva poi anche la smentita del costruttore Diego Anemone che replica alle affermazioni rese dall'architetto Zampolini che ha dichiarato di aver portato di persona assegni nello studio di Scajola per assegni per l'appartamento con vista Colosseo comprato da Scajola con il sostegno economico del costruttore Diego Anemone.
"Non ho dato denaro a nessuno, tanto meno ad Angelo Zampolini, e non ho contribuito ad acquistare le case di nessuno": queste le parole del costruttore Diego Anemone. "Il mio assistito continua a proclamarsi completamente estraneo a ogni addebito" ha detto l'avvocato Gianluca Riitano, uno dei difensori dell'imprenditore al centro dell'inchiesta in corso a Perugia sugli appalti per i Grandi eventi.

Non crede al ministro Scajola il redattore de Il Giornale Nicola Porro. "Ho intervistato il ministro Claudio Scajola e non gli credo" scrive sul suo blog. E spiega: "Non dico che Scajola debba andare in galera. Non dico che debba essere indagato. Dico una cosa banale: 610mila euro per 180 metri quadri nel centro di Roma, non sono il prezzo di mercato. Ho forse delle prove? Nessuna. Per quanto mi riguarda ci possono essere mille motivi per i quali le venditrici hanno incassato da Scajola solo 610mila euro. Alcuni leciti, altri opachi, altri illeciti. Ognuno si puo' esercitare con tutte le supposizioni possibili".

Un secco no ai processi mediatici arriva da tutto il Pdl. "E' sconcertante, ma ormai in Italia i processi si fanno sui giornali e in tv" afferma in una nota Antonio Leone, vicepresidente della Camera dei Deputati. "Il ministro Scajola non risulta indagato su niente, e' un semplice testimone informato dei fatti, il prossimo 14 maggio sara' ascoltato dai magistrati di Perugia e come tale non avra' bisogno neppure di essere accompagnato da un avvocato di fiducia, eppure gia' e' stato condannato da certa stampa come acquirente di appartamenti di lusso in nero e beneficiario sottobanco di elevate somme di danaro destinate allo stesso scopo", ha ricordato, "siamo di fronte a una vera barbarie del diritto e della dignita' delle persone".

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