E' l'invito del presidente della Cei a una settimana dalle amministrative. E sui casi di pedofilia dà la colpa a relativismo ed edonismo. Emma Bonino, candidata per la Regione Lazio, commenta così l'appello agli elettori del cardinale: "E' un evergreen"
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I cattolici che si accingono a votare alle Regionali del 28 e 29 marzo devono tener conto, nella loro scelta elettorale, di una serie di "valori non negoziabili" tra cui il diritto alla vita e la famiglia fondata sul matrimonio. Lo ha detto oggi il presidente della Conferenza episcopale italiana, invitando tra l'altro ad abbandonare, anche nella politica, la "ricerca esasperata del tornaconto". "Sarà bene che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale. L'evento del voto è un fatto qualitativamente importante che in nessun caso converrà trascurare", ha detto oggi il cardinale Angelo Bagnasco nella Prolusione pronunciata in apertura del Consiglio permanente della Cei.
I "valori non negoziabili", ricorda Bagnasco, sono "la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l'indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna. È solo su questo fondamento - ha proseguito il presidente della Cei - che si impiantano e vengono garantiti altri indispensabili valori come il diritto al lavoro e alla casa; la libertà di impresa finalizzata al bene comune; l'accoglienza verso gli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l'integrazione; il rispetto del creato; la libertà dalla malavita, in particolare quella organizzata". Il presidente della Cei ha chiesto anche ai politici di mettere fine "a quella falsa indulgenza secondo la quale, poiché tutti sembrano rubare, ciascuno si ritiene autorizzato a sua volta a farlo senza più scrupoli".
Bagnasco ha poi voluto "anche ricordare la difficile situazione in cui versa una serie di strutture sociali e sanitarie di ispirazione cristiana dislocate sul territorio e preziose quanto ad assistenza specifica, specie dei meno abbienti". "Chiediamo alle Regioni - ha detto a nome dell'intero Episcopato Italiano - che il diritto costituzionale alla salute sia effettivamente tutelato collocando le pur necessarie riforme in un contesto di promozione del bene comune".
Il cardinale Bagnasco è anche tornato sui recenti casi di pedofilia. La Chiesa non cerca scuse ma non è disposta a lasciarsi screditare il senso delle parole del presidente della Cei. "Il Papa ha posto un limite invalicabile alla perniciosa tendenza a cercare scuse in attenuanti e condizionamenti", ha detto il cardinale, aggiungendo poi "Nel momento stesso in cui sente su di sé l'umiliazione, la Chiesa impara dal Papa a non avere paura della verità, anche quando è dolorosa e odiosa, a non tacerla o coprirla. Questo, però, non significa subire -qualora ci fossero - strategie di discredito generalizzato".
Bagnaso ha quindi cercato nel relativismo e nella decadenza dei costumi le responsabilità dei casi che stanno scuotendo la Chiesa cattolica. "Dobbiamo in realtà tutti interrogarci, senza più alibi, a proposito di una cultura che ai nostri giorni impera incontrastata e vezzeggiata, e che tende progressivamente a sfrangiare il tessuto connettivo dell'intera società... l'atteggiamento cioè di chi coltiva l'asso uta autonomia dai criteri del giudizio morale e veicola come buoni e seducenti i comportamenti ritagliati anche su voglie individuali e su istinti magari sfrenati. Ma l'esasperazione della sessualità sganciata dal suo significato antropologico, l'edonismo a tutto campo e il relativismo che non ammette né argini né sussulti fanno un gran male perché capziosi e talora insospettabilmente pervasivi".
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I "valori non negoziabili", ricorda Bagnasco, sono "la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l'indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna. È solo su questo fondamento - ha proseguito il presidente della Cei - che si impiantano e vengono garantiti altri indispensabili valori come il diritto al lavoro e alla casa; la libertà di impresa finalizzata al bene comune; l'accoglienza verso gli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l'integrazione; il rispetto del creato; la libertà dalla malavita, in particolare quella organizzata". Il presidente della Cei ha chiesto anche ai politici di mettere fine "a quella falsa indulgenza secondo la quale, poiché tutti sembrano rubare, ciascuno si ritiene autorizzato a sua volta a farlo senza più scrupoli".
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Bagnaso ha quindi cercato nel relativismo e nella decadenza dei costumi le responsabilità dei casi che stanno scuotendo la Chiesa cattolica. "Dobbiamo in realtà tutti interrogarci, senza più alibi, a proposito di una cultura che ai nostri giorni impera incontrastata e vezzeggiata, e che tende progressivamente a sfrangiare il tessuto connettivo dell'intera società... l'atteggiamento cioè di chi coltiva l'asso uta autonomia dai criteri del giudizio morale e veicola come buoni e seducenti i comportamenti ritagliati anche su voglie individuali e su istinti magari sfrenati. Ma l'esasperazione della sessualità sganciata dal suo significato antropologico, l'edonismo a tutto campo e il relativismo che non ammette né argini né sussulti fanno un gran male perché capziosi e talora insospettabilmente pervasivi".
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