Il premier dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto sugli incentivi: "Nella campagna elettorale vincono i temi imposti dai nostri amici giudici di sinistra" Sull'inchiesta di Trani: "Doveroso intervenire sull'Agcom". GUARDA TUTTI I VIDEO
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"Nell'autorità per le comunicazioni non vince il buon senso, ma l'appartenenza politica: esattamente come nei nostri tribunali in cui non si esaminano più meriti o demeriti di qualcuno, ma si danno dei giudizi in base all'appartenenza politica dei giudici e ciò che conviene alla sinistra politicizzata della magistratura". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi, nel corso della quale ha aggiunto: "Questa è una cosa di cui ci occuperemo nei prossimi tre anni con una grande e radicale riforma della giustizia", giustizia che attualmente "mette in questo pericolo la nostra democrazia".
"Sono esterrefatto e scandalizzato dal fatto che si continuano a ripetere sentenze di giudici che di fronte al diritto di voto,guardano a cose burocratiche", ha aggiunto il premier.
Ma Berlusconi ha parlato anche della par condicio, dopo le poemiche per le intercettazioni. "I processi in tv con attori che interpretano persone che non si possono difendere sono un'ignominia che non si può tollerare in un paese civile", ha detto il presidente del Consiglio in merito all'inchiesta di Trani relativa al suo intervento sull'Autorità delle comunicazioni in riferimento alla tarsmissione "Annozero". Il premier ha inoltre rivendicato il suo intervento sull'Autorità delle comunicazioni come suo "dovere da cittadino e da presidente del Consiglio" affinché non si verificassero certi episodi nelle trasmissioni del servizio pubblico.
Dopo aver ricordato che nella quasi totalità dei casi il deposito delle liste del Pdl alle regionali è andato in porto regolarmente, il premier, riferendosi al caso Lazio, ha detto che di fronte "al nostro delegato" che stava per lasciare i locali, "il giudice doveva acchiapparlo e richiamarlo per la presentazione della lista. I nostri delegati -ha denunciato- hanno subito un sopruso e non c'è stata alcuna confusione da parte nostra".
Poi sulla crisi e l'economia del Paese, visto che la conferenza stampa è stata convocata dopo l'approvazione del pacchetto incentivi. "Siamo realisti, da realisti diciamo che il nostro paese sente la crisi meno di altri paesi e stiamo uscendo dalla crisi non con estrema velocità ma in maniera certa". "Contrariamente a quanto l'opposizione afferma siamo assolutamentre consapevoli che c'è la crisi, che continua e che è una crisi globale".
"Nell'autorità per le comunicazioni non vince il buon senso, ma l'appartenenza politica: esattamente come nei nostri tribunali in cui non si esaminano più meriti o demeriti di qualcuno, ma si danno dei giudizi in base all'appartenenza politica dei giudici e ciò che conviene alla sinistra politicizzata della magistratura". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi, nel corso della quale ha aggiunto: "Questa è una cosa di cui ci occuperemo nei prossimi tre anni con una grande e radicale riforma della giustizia", giustizia che attualmente "mette in questo pericolo la nostra democrazia".
"Sono esterrefatto e scandalizzato dal fatto che si continuano a ripetere sentenze di giudici che di fronte al diritto di voto,guardano a cose burocratiche", ha aggiunto il premier.
Ma Berlusconi ha parlato anche della par condicio, dopo le poemiche per le intercettazioni. "I processi in tv con attori che interpretano persone che non si possono difendere sono un'ignominia che non si può tollerare in un paese civile", ha detto il presidente del Consiglio in merito all'inchiesta di Trani relativa al suo intervento sull'Autorità delle comunicazioni in riferimento alla tarsmissione "Annozero". Il premier ha inoltre rivendicato il suo intervento sull'Autorità delle comunicazioni come suo "dovere da cittadino e da presidente del Consiglio" affinché non si verificassero certi episodi nelle trasmissioni del servizio pubblico.
Dopo aver ricordato che nella quasi totalità dei casi il deposito delle liste del Pdl alle regionali è andato in porto regolarmente, il premier, riferendosi al caso Lazio, ha detto che di fronte "al nostro delegato" che stava per lasciare i locali, "il giudice doveva acchiapparlo e richiamarlo per la presentazione della lista. I nostri delegati -ha denunciato- hanno subito un sopruso e non c'è stata alcuna confusione da parte nostra".
Poi sulla crisi e l'economia del Paese, visto che la conferenza stampa è stata convocata dopo l'approvazione del pacchetto incentivi. "Siamo realisti, da realisti diciamo che il nostro paese sente la crisi meno di altri paesi e stiamo uscendo dalla crisi non con estrema velocità ma in maniera certa". "Contrariamente a quanto l'opposizione afferma siamo assolutamentre consapevoli che c'è la crisi, che continua e che è una crisi globale".