Decreto salva liste: la protesta del Popolo Viola

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A Roma sono scesi in piazza manifestanti per chiedere il rispetto delle regole. Intanto Antonio Di Pietro rinnova i suoi attacchi al Quirinale. La Cei prima critica il governo e poi smentisce

ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2010 - LO SPECIALE

Dopo aver protestato ieri davanti al Quirinale e in piazza Montecitorio, il Popolo Viola torna oggi in Piazza Navona per protestare contro il decreto salva liste. Sul palco si alternano interventi di cittadini e magistrati della cassazione, che denunciano che il decreto non è interpretativo, ma innovativo.
Si dicono d'accordo con Giorgio Napolitano per quanto riguarda la necessità di garantire a tutte le forze politiche la partecipazione allo scontro elettorale. Ma chiedono anche che chi ha sbagliato venga chiamato ad assumersi le responsabilità dei propri errori. Il Popolo Viola è apartitico, ma in piazza ci sono bandiere del Pd, dell'Idv, dei Verdi. Per Angelo Bonelli quello del governo è stato un atto di pirateria.

In giornata Antonio Di Pietro è tornato ad attaccare il capo dello Stato e il governo. No al "falso perbenismo" da parte di chi sostiene che "la colpa sia solo di chi ha commesso questo fatto grave lasciando fuori le responsabilità di chi doveva fare il controllore" ha affermato il leader dell'Italia dei Valori.

Anche la Chiesa è intervenuta nel dibattito, per bocca di Monsignor Domenico Mogavero, responsabile della Cei per gli affari giuridici, che, alla Radio Vaticana ha affermato che "è scorretto cambiare ora le regole". La Cei ha tenuto a precisare che questa non è la sua posizione ufficiale.

Intanto in Lazio si attende la decisione del Tar sulla lista del Pdl, ma la giunta regionale laziale ha già annunciato che solleverà il caso davanti alla Corte Costituzionale. La legge elettorale, infatti, è di competenza della regione e la giunta ha giudicato il decreto un invasione di campo. In Lombardia Formigoni è tornato in corsa, ma la lista della Federazione di Sinistra guidata da Vittorio Agnoletto ha annunciato che presenterà ricorso al Consiglio di Stato. Decisione che viene valutata anche da Filippo Penati.

Caos liste, le reazioni politiche.


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