Elezioni regionali, la carica dei 67

Politica
Alle prossime elezioni amministrative del 28 e 29 marzo si voterà per il rinnovo delle giunte di 13 regioni italiane
elezioni_regionali

A tanto ammontano i candidati che aspirano a diventare governatore delle tredici regioni in cui si vota il 28 e 29 marzo. Prima delle urne, alcuni dovranno vedersela con i giudici: sono una decina, infatti, i ricorsi presentati ai tribunali amministrativi

di Filippo Maria Battaglia

Per eleggerli tutti, bisognerebbe votare in un Paese grande tre volte l’Italia: alle prossime elezioni amministrative del 28 e 29 marzo, i candidati alla presidenza delle regioni sono infatti 67.
Una media di 5 aspiranti governatori per regione, visto che i territori chiamati al voto sono 13 e non 20. Una cifra, questa, che però attende il vaglio delle Corti di Appello e dei tribunali amministrativi: in queste ore, infatti, sono almeno una decina i ricorsi presentati dopo le prime esclusioni dalle competizioni elettorali. 

Il record di queste amministrative, lo detiene comunque il Veneto: il successore di Giancarlo Galan (che dopo tre mandati e un’infinità di polemiche non si ricandiderà) verrà fuori infatti da una rosa di ben otto nomi. I favoriti sono il ministro leghista Luca Zaia, per il centrodestra, e il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussi per il centrosinistra. L’Udc correrà invece da sola, candidando Antonio De Poli, mentre il movimento di Beppe Grillo punterà su David Borrelli. Cercano voti e visibilità anche Paolo Caratossidis (Forza Nuova), Gianluca Panto (Partito Nasional Veneto-Panto), Silvano Polo (Veneto Indipendensa), Loris Palmerini (Venetie per l’Autonomia, ma a rischio esclusione in quanto ha depositato solo una firma).

Platea affollata anche in Lombardia, dove sono sette gli aspiranti governatori. Roberto Formigoni, appoggiato dal centrodestra, guida la regione da quattro mandati e tenta la cinquina (per questo, il Pd lombardo ha presentato un ricorso su cui dovrà decidere la Corte d’Appello). Se la dovrà vedere con Filippo Penati, già presidente della provincia di Milano, appoggiato dal centrosinistra. L’ex numero uno della Cisl Savino Pezzotta, con l’Udc farà da terzo incomodo. Spazio poi anche a Vito Crimi (Movimento di Beppe Grillo), Vittorio Agnoletto (Federazione della sinistra) e Gian Marco Invernizzi (Forza Nuova). Non dovrebbe farcela invece Marco Cappato, che correva con la lista Bonino Pannella: nonostante lo sciopero della sete e della fame di Emma Bonino, le firme presentate sarebbero troppo poche. E' stato comunque presentato ricorso.

Una poltrona per sei persone, invece, in Emilia Romagna: dopo tre mandati, Vasco Errani con il centrosinistra tenta di fare il poker. La sua antagonista principale è Anna Maria Bernini, appoggiata da Pdl e Lega. Spazio poi a Giovanni Favia (Movimento Beppe Grillo), Gian Luca Galletti (Udc), Michele Terra (Partito comunista dei lavoratori) e Werther Casali (Lista Bonino-Pannella), ricusata, però, anche lei per mancanza di firme.
Completano il quadro del Nord, il Piemonte, la Liguria e la Toscana. A Torino e dintorni sono quattro i candidati: la presidente uscente di centrosinistra Mercedes Bresso, il leghista Roberto Cota per il centrodestra, Davide Bono per il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo e Renzo Rabellino, sostenuto da dieci liste di diversa estrazione. Solo tre concorrenti, invece, in Liguria: il governatore uscente Claudio Burlando (centrosinistra), Sandro Biasotti (centrodestra) e il medico Silvio Viale (radicali).
La corsa in Toscana sarà invece tra Enrico Rossi (per il centrosinistra), Monica Faenzi (sostenuta da Pdl e Lega) e Francesco Bosi (Udc). Incerte le presenze degli altri due candidati: Alfonso De Virgiliis, per la Lista Bonino-Pannella, e Ilario Palmisani, per Forza Nuova.

FN e radicali rischiano anche nelle Marche dove presentano rispettivamente Marco Gladi e Marco Peluca. Sicure invece le candidature del governatore uscente Gian Mario Spacca, sostenuto dal centrosinistra, di Erminio Marelli, appoggiato dal centrodestra, e di Massimo Rossi, che corre con la sinistra radicale.
Dimezzati anche i candidati dell’Umbria. Se non ci dovessero essere altri colpi di scena, infatti, da sei, gli aspiranti governatori dovrebbero essere tre, peraltro tutte donne: Catiuscia Marini, che ha vinto le primarie del Pd, Fiammetta Modena, appoggiata dal centrodestra, e Paola Binetti da poco approdata nelle fila dell’Udc. Dovrebbero restare fuori, invece, la radicale Maria Antonietta Farina Coscioni, Luigino Ciotti di Sinistra Critica e Riccardo Donti di Forza Nuova.
Dopo lo scandalo Marrazzo, vota anche il Lazio. A contendersi la poltrona sono la radicale Emma Bonino, appoggiata dal centrosinistra, la sindacalista dell’Ugl Renata Polverini, che corre per il centrodestra (ma che rischia di vedere dimezzata la sua forza elettorale per alcuni ritardi nella presentazione delle liste del Pdl), Michele Baldi (Movimento per Roma e per il Lazio), Marzia Marzoli (Rete dei cittadini) e Roberto Fiore (Forza Nuova e coalizione di liste).

Al Sud si vota invece in quattro regioni: Campania, Basilicata, Puglia e Calabria. Stefano Caldoro (appoggiato da Pdl e Udc) e Vincenzo De Luca (sostenuto da Pd, Verdi e, dopo numerose polemiche, anche dall’Italia dei valori) sono i due principali avversari che tenteranno di ereditare la carica dal governatore uscente Antonio Bassolino. A mettere i bastoni tra le ruote della competizione elettorale, ci saranno anche il portavoce nazionale della Federazione di sinistra Paolo Ferrero, Roberto Fico del Movimento Cinque Stelle, e Michele Antonio Giliberti, di Forza Nuova.
Cinquina di candidati anche in Basilicata: il governatore Vito De Filippo, punta al secondo mandato appoggiato dal centrosinistra e dall’Udc. Se la dovrà vedere con Nicola Pagliuca (centrodestra), con Marco Toscano (“Sui generis”), con Florenzo Doino, per il Partito comunista dei lavoratori, e col giornalista Magdi Cristiano Allam ("Io amo la Lucania"). Resta fuori il radicale Maurizio Bolognetti, che ha reso noto di aver depositato liste senza disporre però le firme necessarie.

Quattro candidati, infine, sia in Puglia che in Calabria. La corsa attorno al Tavoliere vede impegnato il governatore uscente Nichi Vendola, che dopo la vittoria alle primarie, è sostenuto da tutto il centrosinistra, e il Pdl Rocco Palese. Entrambi sono sostenuti da sei liste.
Da tenere d’occhio anche la candidatura di Adriana Poli Bortone, appoggiata anche dall’Udc, a lungo parlamentare di An e due volte sindaco di Lecce. Chiude la quaterna Michele Rizzi, del Partito di Alternativa Comunista.
In Calabria, infine, il presidente uscente Agazio Loiero tenterà il bis dopo aver vinto le primarie. Primarie che però non sono bastate a tenere unito il centrosinistra: Idv e radicali, insieme ad altre due liste, sosterranno infatti l’ex presidente della Confindustria regionale Pippo Callipo. Il centrodestra, invece, schiera il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti. Finale ad alta tensione, invece, per Giuseppe Siclari: anche lui era intenzionato a correre, appoggiato dal Partito Comunista dei lavoratori, ma la sua lista è stata bocciata dalla Corte d’Appello.
Dovrà aspettare il Tar, come molti altri suoi colleghi di diverse regioni italiane.

Politica: I più letti

[an error occurred while processing this directive]