Processi di mafia a rischio, Alfano: decreto in prossimo Cdm

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Lo ha assicurato il Guardasigilli intervistato da Lucia Annunziata. E sul legittimo impedimento: “Non è una legge ad personam. Berlusconi non si sottrarrà alla giustizia”

Il Ministero della Giustizia sta mettendo a punto un decreto che sarà approvato mercoledì mattina dal Consiglio dei ministri per mantenere ai tribunali la competenza per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, comunque aggravato. Lo ha confermato il Guardasigilli Angelino Alfano.

Intervistato da Lucia Annunziata alla trasmissione "in mezz'ora", Alfano ha detto che il decreto sarà approvato "mercoledì mattina, alle 8.30" in Consiglio dei ministri e risolverà il problema legato alla sentenza della Corte di Cassazione, la quale ha riconosciuto la competenza della Corte d'assise per il reato aggravato di associazione mafiosa, dal momento che con la legge ex Cirielli, del 2005, la pena edittale massima è stata fissata in 24 anni di reclusione. "Il governo interverrà per rimediare all'altrui errore" - ha sottolineato il ministro, ricordando che i giudici, dopo il 2005 avrebbero dovuto applicare la legge inviando i processi per associazione per delinquere aggravata in Corte d'assise e non in tribunale. Nel decreto sarà sancita "la competenza dei tribunali - ha confermato Alfano - in modo da evitare scarcerazioni e stabilizzare il sistema".

Nell’intervista il ministro della Giustizia è intervenuto anche sul legittimo impedimento, recentemente approvata dalla Camera. "Non è una legge ad personam" in favore del presidente del Consiglio, "né pone Silvio Berlusconi al riparo dalla giustizia" ha detto. E ancora: "Il bivio è tra il dovere del presidente del Consiglio di governare e il diritto di difendersi dai processi: basti pensare che Berlusconi avrebbe presto dovuto affrontare 23 udienze in 65 giorni. Ma non è al riparo della giustizia, perché sarà giudicato quando avrà finito di governare".

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