Congresso Idv: scoppia la pace tra De Magistris e Di Pietro
PoliticaPer la prima volta da quindici anni l'Italia dei Valori si riunisce a congresso. Il dissenso interno esiste e vuole visibilità, ma la leadership di Tonino è confermata.
Spazza subito via le polemiche e delude, forse, i numerosi cronisti presenti Luigi De Magistris quando scandisce, nel suo intervento che "doveva essere il giorno della sfida a duello tra me e Di Pietro. Io chiarisco subito, come feci in un esecutivo un po' turbolento, che approvo la mozione Di Pietro." Nulla di fatto per quanti speravano in un ribaltone nella guida del partito. L'ex magistrato ed eurodeputato infatti continua "credo che Antonio Di Pietro debba essere alla guida di un grande movimento politico che impedirà il disegno autoritario del nostro Paese. Sono convinto che dobbiamo passare da movimento politico a partito d'azione, per farlo dobbiamo realizzare una squadra, è inutile creare dei finti dualismi, delle sfide a duello. Fin qui non ho visto divergenze che potessero portare ad un cambiamento di rotta".
Ma De Magistris non nasconde i malumori che esistono nel partito. "Nei confronti di Italia dei valori - afferma- c'è una aspettativa straordinaria e una critica molto più severa. Dobbiamo essere molto attenti a non creare differenze tra il dire e il fare, non solo nella leadership nazionale, ma anche a livello regionale". L'ex magistrato confessa che, "girando il Paese" ha "raccolto dissenso: l'invito che sento di fare - ammonisce - è non reprimiamo il dissenso interno. Se c'è qualcuno che non e' d'accordo bisogna dialogare e bisogna capire le cose che non vanno. Non dobbiamo avere paura del nuovo che avanza anche all'interno del nostro partito".
A sfidare Di Pietro alla presidenza del partito sarà dunque Francesco Barbato, deputato dell'Idv. Ma non è una candidatura che aspira veramente a cambiare le sorti del partito. Barbato sa che non batterà l'ex magistrato, la sua mozione ha l'unico scopo di portare in una sede istituzionale la costestazione della base riguardo alla direzione dipietrista. "Nessuna scissione" hanno comunque assicurato in precedenza gli aderenti alla base . "Non c'e' alcuna volontà di dividere il partito - premettono - ma vogliamo aiutare Di Pietro a cambiarlo". E la mozione che presentano si base su tre punti principali: istituzione di una vicepresidenza, primarie prima interne e poi aperte a tutti per scegliere presidente e vicepresidente, elezione del tesoriere del partito da parte dell'assemblea nazionale." E, come spiega il deputato Antonio Rizzi, la candidatura "perdente" di Barbato serve anche per evitare una discesa in campo, con conseguente scontro potenzialmente distruttivo, di Luigi De Magistris.
Insomma, nel primo giorno del suo primo congresso, l'Italia dei Valori, deve confrontarsi con l'esistenza di una dialettica interna. Ma a riconciliare la platea ci pensa ben presto il presidente dei senatori Idv, Felice Belisario, che paragona la destra italiana al gas nervino "che addormenta le coscienze e le uccide con un'informazione a pagamento" provocando l'immediata reazione del Pdl. E anche De Magistris, nella seconda parte del suo intervento, preferisce dedicarsi agli avversari del partito "Italia dei valori dà fastidio a Berlusconi, certo. Ma attenzione a non ridurre i poteri forti a Berlusconi. I poteri forti sono quelli che preparano il dopo Berlusconi e rischiamo di passare da Silvio Berlusconi a Gianni Letta, o al compagno Fini". E sulle polemiche della foto Di Pietro Contrada: "Al di là della non notizia, e ci dispiace per il Corriere della Sera, vogliamo chiederci perché sia successo questo? Quelle foto - osserva l'eurodeputato Idv - avrebbero avuto senso se pubblicate subito dopo l'arresto di Contrada, ma oggi? Oggi l'Idv è l'unico partito che difende la Costituzione, dà fastidio".
Ma De Magistris non nasconde i malumori che esistono nel partito. "Nei confronti di Italia dei valori - afferma- c'è una aspettativa straordinaria e una critica molto più severa. Dobbiamo essere molto attenti a non creare differenze tra il dire e il fare, non solo nella leadership nazionale, ma anche a livello regionale". L'ex magistrato confessa che, "girando il Paese" ha "raccolto dissenso: l'invito che sento di fare - ammonisce - è non reprimiamo il dissenso interno. Se c'è qualcuno che non e' d'accordo bisogna dialogare e bisogna capire le cose che non vanno. Non dobbiamo avere paura del nuovo che avanza anche all'interno del nostro partito".
A sfidare Di Pietro alla presidenza del partito sarà dunque Francesco Barbato, deputato dell'Idv. Ma non è una candidatura che aspira veramente a cambiare le sorti del partito. Barbato sa che non batterà l'ex magistrato, la sua mozione ha l'unico scopo di portare in una sede istituzionale la costestazione della base riguardo alla direzione dipietrista. "Nessuna scissione" hanno comunque assicurato in precedenza gli aderenti alla base . "Non c'e' alcuna volontà di dividere il partito - premettono - ma vogliamo aiutare Di Pietro a cambiarlo". E la mozione che presentano si base su tre punti principali: istituzione di una vicepresidenza, primarie prima interne e poi aperte a tutti per scegliere presidente e vicepresidente, elezione del tesoriere del partito da parte dell'assemblea nazionale." E, come spiega il deputato Antonio Rizzi, la candidatura "perdente" di Barbato serve anche per evitare una discesa in campo, con conseguente scontro potenzialmente distruttivo, di Luigi De Magistris.
Insomma, nel primo giorno del suo primo congresso, l'Italia dei Valori, deve confrontarsi con l'esistenza di una dialettica interna. Ma a riconciliare la platea ci pensa ben presto il presidente dei senatori Idv, Felice Belisario, che paragona la destra italiana al gas nervino "che addormenta le coscienze e le uccide con un'informazione a pagamento" provocando l'immediata reazione del Pdl. E anche De Magistris, nella seconda parte del suo intervento, preferisce dedicarsi agli avversari del partito "Italia dei valori dà fastidio a Berlusconi, certo. Ma attenzione a non ridurre i poteri forti a Berlusconi. I poteri forti sono quelli che preparano il dopo Berlusconi e rischiamo di passare da Silvio Berlusconi a Gianni Letta, o al compagno Fini". E sulle polemiche della foto Di Pietro Contrada: "Al di là della non notizia, e ci dispiace per il Corriere della Sera, vogliamo chiederci perché sia successo questo? Quelle foto - osserva l'eurodeputato Idv - avrebbero avuto senso se pubblicate subito dopo l'arresto di Contrada, ma oggi? Oggi l'Idv è l'unico partito che difende la Costituzione, dà fastidio".