Il Consiglio dei ministri ha deciso di impugnare dinnanzi alla Corte Costituzionale le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che impediscono l'installazione di impianti nucleari nei loro territori. Protestano Pd e Idv
Il Consiglio dei ministri ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale per impugnare le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che impediscono l'installazione di impianti nucleari nei loro territori. La decisione è stata presa su proposta del ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola d'intesa con il ministro degli Affari Regionali Raffaele Fitto.
Tra gli argomenti all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri anche la decisione sulla data delle elezioni per il nuovo sindaco di Bologna con il governo che sarebbe contrario ad un election day.
Il ministro dell'Interno Maroni ha ricordato in conferenza stampa che "oggi entra il vigore il decreto" che il Cdm varò a Reggio Calabria e ha aggiunto che "contestualmente il presidente del Consiglio ha emanato un Dpcm con cui vengono indicati gli altri membri dell'agenzia. Si tratta di Carlo Meloni per il ministero dell'Interno, di Alberto Cisterna sostituto procuratore Antimafia e di Maurizio Prato in rappresentanza del ministero dell'Economia.
Via libera anche alla riforma della scuola.
"L'impugnativa delle tre leggi è necessaria per questioni di diritto e di merito" ha dichiarato Scajola in merito alla decisione del governo di ricorrere alla Corte Costituzionale al fine di andare avanti col progetto del nucleare.
"In punto di diritto - aggiunge il ministro - le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato (produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica) e non riconoscono l'esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela dell'ambiente della sicurezza interna e della concorrenza (art. 117 comma 2 della Costituzione)".
"Non impugnare le tre leggi - continua - avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione diinfrastrutture necessarie per il Paese".
Durante la conferenza stampa seguita al Cdm il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha inoltre annunciato il no all'election day a Bologna, rimasta senza sindaco dopo le dimissioni di Flavio Delbono. Dunque nel capoluogo emiliano non si voterà il 28 e 29 marzo.
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Tra gli argomenti all'ordine del giorno del Consiglio dei ministri anche la decisione sulla data delle elezioni per il nuovo sindaco di Bologna con il governo che sarebbe contrario ad un election day.
Il ministro dell'Interno Maroni ha ricordato in conferenza stampa che "oggi entra il vigore il decreto" che il Cdm varò a Reggio Calabria e ha aggiunto che "contestualmente il presidente del Consiglio ha emanato un Dpcm con cui vengono indicati gli altri membri dell'agenzia. Si tratta di Carlo Meloni per il ministero dell'Interno, di Alberto Cisterna sostituto procuratore Antimafia e di Maurizio Prato in rappresentanza del ministero dell'Economia.
Via libera anche alla riforma della scuola.
"L'impugnativa delle tre leggi è necessaria per questioni di diritto e di merito" ha dichiarato Scajola in merito alla decisione del governo di ricorrere alla Corte Costituzionale al fine di andare avanti col progetto del nucleare.
"In punto di diritto - aggiunge il ministro - le tre leggi intervengono autonomamente in una materia concorrente con lo Stato (produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica) e non riconoscono l'esclusiva competenza dello Stato in materia di tutela dell'ambiente della sicurezza interna e della concorrenza (art. 117 comma 2 della Costituzione)".
"Non impugnare le tre leggi - continua - avrebbe costituito un precedente pericoloso perché si potrebbe indurre le Regioni ad adottare altre decisioni negative sulla localizzazione diinfrastrutture necessarie per il Paese".
Durante la conferenza stampa seguita al Cdm il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha inoltre annunciato il no all'election day a Bologna, rimasta senza sindaco dopo le dimissioni di Flavio Delbono. Dunque nel capoluogo emiliano non si voterà il 28 e 29 marzo.
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